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CHE SENSO HA TRUCCARSI SE SI HA LA MASCHERINA O SI È IN SMART WORKING? DEVONO AVERLO PENSATO MILIONI DI DONNE CHE STANNO MANDANDO A GAMBE ALL’ARIA IL MERCATO DEI PRODOTTI DI BELLEZZA CHE NEL 2020 SONO DIVENTATI BENI DI CUI POTER FARE A MENO: L'INDUSTRIA RISCHIA DI VEDERE I RICAVI CROLLARE PER 175 MILIARDI DI DOLLARI CON IL SETTORE DEI ROSSETTI MESSO PRATICAMENTE KO – MA C’È UN FILONE DI PRODOTTI SUL QUALE PUNTARE…

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Chiara Merico per "it.businessinsider.com"

 

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Che senso ha truccarsi se si esce poco di casa e quando lo si fa bisogna coprirsi metà viso con la mascherina? Questo lineare ragionamento è alla base di uno dei tanti cambiamenti nelle abitudini di consumo innescati dalla pandemia, che in questo caso ha colpito duramente il settore dei prodotti di bellezza. Per la prima volta in almeno una decina di anni, secondo i dati aggregati dall’azienda cosmetica Fraicheur, l’uso dei cosmetici è calato in modo drastico, e l’industria di settore rischia di vedere i ricavi calare per 175 miliardi di dollari nel 2020.

 

 A pesare è innanzitutto la diffusione sempre più capillare del lavoro da remoto. Lavorare da casa è la nuova normalità, e secondo i dati il 90% delle donne si trucca pochissimo o per niente se non deve uscire: questo ha fatto sì che, ad esempio, negli Usa a giugno la spesa per i cosmetici e i prodotti per lo skincare diminuisse del 20%, mentre il calo si è limitato a un 3% per i prodotti dedicati alla cura e all’igiene personale.

 

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E le prospettive non sono rosee: se le attività sociali continueranno a essere interdette e la gran parte dei clienti dell’industria cosmetica continuerà a lavorare da remoto, è improbabile che si torni in breve ai livelli di consumo del periodo pre-covid.

 

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Il trend era già stato individuato subito dopo il lockdown: già a inizio estate un report di McKinsey&Company aveva infatti parlato di una diminuzione del 30% delle vendite di makeup a livello globale. A soffrire in maniera particolare è stato il rossetto, il cui uso è ovviamente calato a causa dell’obbligo di portare la mascherina: tra gennaio e giugno le vendite di prodotti per la colorazione delle labbra dei più noti brand cosmetici sono hanno fruttato negli Usa 135,7 milioni di dollari, contro i 541,5 milioni di tutto l’anno 2019.

 

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Tanto che, come avevamo già anticipato su Business Insider Italia, il covid ha messo in discussione il principio su cui si basava il cosiddetto “lipstick index”, e cioè che in tempi di crisi si comprano più rossetti, considerati un lusso accessibile quasi a tutti anche nei periodi più negativi dell’economia.

 

Va un po’ meno peggio al trucco per occhi, l’unica parte del volto visibile anche con la mascherina indossata: secondo i dati Nielsen le vendite di matite, mascara e ombretti sono calate del 10% tra gennaio e giugno, contro il -24% dei rossetti. Con la pandemia è poi emerso un altro filone di prodotti sui quali puntare, cioè quelli per prevenire e curare la cosiddetta maskne, l’acne da mascherina.

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Dopo ore di utilizzo, infatti, sotto la mascherina si crea un microclima caldo-umido che favorisce la proliferazione di batteri e quindi l’insorgenza dell’acne: per questi motivi l’ecommerce di prodotti beauty Abiby – startup della cosmesi specializzata nell’ecommerce, che nel periodo della pandemia ha registrato un forte aumento delle vendite – consiglia di cambiare spesso la mascherina e lavarla regolarmente se è in tessuto, usare poco make up, detergere il viso mattina e sera, utilizzare un siero anti imperfezioni e una crema viso leggera.

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“L’impatto della pandemia sul settore cosmetico è innegabile: i dati mostrano che siamo di fronte a un raro crollo dei ricavi”, ha commentato il ceo di Fraicheur, Ingrida Cerniauskaite. “C’è però una speranza e risiede nelle vendite online: dato che i consumatori comprano sempre più su internet, i nostri business devono spostarsi sull’ecommerce. 

 

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Solo puntando sull’innovazione e sullo spirito di adattamento l’industria può minimizzare le conseguenze negative della pandemia”.  Prima del covid, secondo un report di Baird Investment Advisor, le vendite di cosmetici sul canale fisico erano pari al 70% del totale, ma ora un terzo dei consumatori ha fatto sapere che continuerà ad acquistare makeup online anche una volta conclusa l’emergenza sanitaria: l’industria della bellezza, da sempre fondata sul contatto personale, dovrà affrontare una vera rivoluzione per riuscire a invertire la rotta.

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