bruno megale valerio blengini

SERVIZI E SERVIZIETTI – NEL 2016, MENTRE LA PROCURA DI CALTANISSETTA INDAGAVA SUL “CERCHIO MAGICO” DELL'EX PRESIDENTE DEGLI INDUSTRIALI SICILIANI, ANTONELLO MONTANTE,  ACCUSATO DI CORRUZIONE, L’EX FUNZIONARIO DELL’AISI, VALERIO BLENGINI, SI RIVOLSE ALL’ALLORA QUESTORE, BRUNO MEGALE, PER CHIEDERGLI NOTIZIE SULL’INDAGINE – LO HA RIVELATO LO STESSO MEGALE, NELL’UDIENZA DEL “MAXIPROCESSO” A CARICO DI MONTANTE E DI EX UFFICIALI, IMPRENDITORI E POLITICI: “BLENGINI MI DISSE CHE ERA PREOCCUPATO PER L’INCHIESTA CHE RIGUARDAVA UN LORO DIPENDENTE, IL COLONNELLO GIUSEPPE D'AGATA. RIMASI IMBARAZZATO E GLI CHIESI COME AVESSE  SAPUTO DI QUESTA INFORMAZIONE…”

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BRUNO MEGALE

(Adnkronos) - All'inizio del 2016, mentre la   Procura di Caltanissetta stava indagando sul 'cerchio magico' dell'ex  potente Presidente degli industriali siciliani Antonello Montante,   accusato di corruzione, un funzionario del servizio segreto civile,   l'ex Aisi, si rivolse al Questore di Caltanissetta, appena nominato,   Bruno Megale, per chiedergli delle notizie sulla indagine.

 

 In   particolare sull'inchiesta che riguardava il dirigente Giuseppe   D'Agata, che poi è stato rinviato a giudizio. A renderlo noto, nel   corso della nuova udienza del 'maxiprocesso' a carico di Montante e di ex ufficiali, imprenditori e politici, è lo stesso Megale, oggi   Questore di Milano, che viene ascoltato come teste.

 

Valerio Blengini

"All'inizio del  2016 mi chiamò Valerio Blengini e mi disse che aveva necessità di incontrarmi perché doveva dirmi delle cose riservate- dice Megale - In  quell'occasione ribadii al dottor Blengini che avevo preso dei giorni di ferie per ultimare il trasloco da Milano. Ero in Calabria e avevo una decina di giorni di ferie. Gli dissi che dovevo andare a Milano e fermarmi il 25 gennaio a Firenze per un giorno perché dovevo fare una relazione alla Scuola nazionale di magistratura sul terrorismo".

 

"In quella circostanza Blengini mi chiese e se era possibile   incontrarci- spiega ancora Megale rispondendo alle domande del pm Maurizio Bonaccorso- Mi ritelefonò successivamente e mi chiese se  fosse possibile incontrarci di persona a Firenze. Nell'occasione avevo prenotato una camera in albergo ed effettivamente ci incontrammo all'ora di pranzo con Blengini nella hall dell'hotel.

 

antonello montante

Lui venne a trovarmi. In quella occasione esordì dicendomi che avevano avuto notizia di una indagine che c'era a Caltanissetta e che riguardava un  loro dipendente, il colonnello Giuseppe D'Agata e che questa indagine  la stava seguendo la Squadra mobile. Era particolarmente preoccupato perché sostenne che al tempo avrebbero dovuto dare un incarico molto prestigioso in Sicilia al colonnello D'Agata e questa situazione chiaramente creava un imbarazzo. Era chiara l'idea che volesse cercare di capire che tipo di indagine ci fosse sul colonnello D'Agata".

 

 "In quella occasione rimasi imbarazzato e gli chiesi come avesse   saputo di questa informazione e mi disse che l'informazione   sull'esistenza dell'inchiesta era partita dal dottor Andrea Grassi   dello Sco, il Servizio centrale operativo della Polizia e che l'aveva  riferita ad Andrea Cavacece, funzionario dell'Aisi, che conoscevo da  tempo".

 

Valerio Blengini

Tra gli imputati del processo anche l'ex presidente della  Regione Rosario Crocetta, gli ex assessori Linda Vancheri e Mariella   Lo Bello, l'ex commissario Irsap Maria Grazia Brandara, gli   imprenditori Giuseppe Catanzaro, Rosario Amarù, Vincenzo Savastano   vice questore aggiunto all'epoca dei fatti della Polizia presso   l'ufficio di frontiera di Fiumicino, Gaetano Scillia capocentro Dia di  Caltanissetta dal 2010 al 2014, Arturo De Felice, direttore della Dia   dal 2012 al 2014.  'Mi mise in grande difficoltà e glielo dissi e lui si rese  conto”.

 

Poi il Questore di Milano Megale aggiunge: "Io con  Cavacece avevo un rapporto di conoscenza. Quando mi riferii questa   informazione rimasi molto perplesso e gli dissi: 'Valerio mi stai   mettendo in grande difficoltà, non posso riferirti di indagini'. Lui   si rese conto di questo. La conversazione durò solo qualche minuto",  spiega Megale. "Poi siamo andati a pranzo con un altro dirigente, che   dirigeva la Digos di Firenze. E sono ripartito e sono tornato giù a   finire il trasloco".

 

BRUNO MEGALE

Il pm Bonaccorso gli chiede quando venne contattato per la prima volta  dal funzionario Aisi. E Megale risponde: "A metà gennaio 2016 ma non   mi disse il motivo, mi disse che doveva parlarmi di una cosa riservata e io ho percepito che era una cosa urgente di cui doveva parlarmi",  parlando dell'ex vice direttore del servizio segreto civile.

 

All'epoca, nel 2016, l'allora Capo della Polizia aveva inviato Megale   in Sicilia per blindare l'indagine della Squadra mobile. E Megale   aveva alzato un muro quando gli vennero chieste notizie sull'indagine   che vedeva coinvolto anche il colonnello Giuseppe D'Agata. Il questore gli disse ("con la correttezza che gli va riconosciuta", come   scrissero poi i magistrati nisseni) che non era il caso di avanzare  simili richieste.

 

"E la mancata rassicurazione -avevano scritto i magistrati all'epoca   dell'inchiesta - accese un ulteriore campanello dall'allarme negli   ambienti dell'Aisi". Ma, nel frattempo, il questore Megale aveva fatto una dettagliata relazione di servizio su quanto accaduto. La   deposizione di Megale prosegue con le domande del pm Bonaccorso.

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