SERVIZIO PUBBLICO E SEVIZIO PUBICO - L’EX PENTITO SCARANTINO ARRESTATO DOPO L’OSPITATA DA SANTORO CON L’ACCUSA DI AVER ABUSATO DI UNA RAGAZZA IN UNA COMUNITÀ TERAPEUTICA

Mariateresa Conti per "il Giornale"

Sarà stato il numero della puntata, 17, chissà mai che da buon campano Michele Santoro sia superstizioso. O forse la scelta dell'ospite di punta, l'ex pentito, anzi il falso pentito, della strage di via D'Amelio Vincenzo Scarantino, suggestivamente occultato dietro una maschera bianca, che in tv fa tanto mistero.

Fatto sta però che, finita la puntata di Servizio pubblico «Lo Stato criminale», di «criminale» è ri¬masto solo l'ospite di Santoro che accusa il defunto questore Arnaldo La Barbera di averlo imbeccato, dettandogli le false accuse sugli autori dell'eccidio del ' 92. Già, perché ap¬pena spente le telecamere, Sca¬rantino è stato arrestato per molestie sessuali aggravate. Per l'accusa, avrebbe abusato, in una comunità terapeutica, di una giovane con problemi psichici.

Brutta fine, per una puntata che a Santoro non ha dato sod¬disfazioni nemmeno in termi¬ni di audience , visto che il solito mix mafia-dagli al Cav-misteri d'Italia ha raggiunto appena l'8,37%di share .Brutta fine,e fi¬gura barbina per Santoro, visto che il suo ospite di punta è stato arrestato per un quasi stupro.

E infatti a posteriori il condutto¬re mette le mani avanti: «Al di là del fatto in sé per il quale è stato fermato -dice -sarebbe un epi¬sodio che si aggiunge a quelli passati della vita travagliata di un balordo di periferia, ma que¬sto caso, ad ogni modo, non in¬ficia quanto ha raccontato fino¬ra su vicende come quelle trat¬tate ieri in trasmissione».

Dun¬que, ricapitolando: Santoro ha portato in studio un «balordo di periferia» che è tale in tutto (in passato erano venute fuori storie di rapporti tra Scarantino e dei transessuali) tranne però quando racconta che in carcere a Pianosa gli davano il cibo coi vermi e che il defunto questore La Barbera lo imbeccava. Santoro si dice anche sod¬disfatto dello share : «Siamo ben felici di come sia andata. Era una trasmissione compli¬cata ma è andata bene».

In effetti, nel calderone, il duo Santoro-Travaglio ha messo di tutto: l'attualità, la protesta dei grillini, la loro richiesta di impeachment del presidente della Repubblica. E poi la ma-fia. È Napolitano il link . In onda vanno gli audio delle telefonate tra il suo defunto consigliere giuridico Loris D'Ambrosio, e l'ex ministro Nicola Manci¬no, indagato nel processo di Palermo sulla trattativa Stato mafia.

Eccolo, arriva il grande momento. Riflettori su Scarantino. L'ex pentito, mascherato, ripete i suoi racconti sulle tortu¬re a Pianosa ( dei vermi nel cibo parla dal 1998), le accuse a La Barbera. «Non c'erano anche i magistrati?», incalza il direttore di Panorama , Giorgio Mulè, ricordando che dai verbali risulta che quando lui parlava c'erano i pm Giuseppe Petralia, Anna Maria Palma e Nino Di Matteo (ora dominus pro¬prio del processo sulla trattativa).

«Non ricordo», tace Scarantino. La parola a Totò Riina che chiacchiera in libertà, con i filmati dal carcere. L'accurata se¬lezione di Servizio pubblico ne propone due. Il primo è quello in cui il boss ricorda i fasti del mandamento mafioso di Corleone elencando i 13 comuni che ne facevano parte tra cui «il Ciliegiaro, chistu ru senaturi ca c'avevumo alla Camera, Chiusa », quello del senatore che avevamo alla Camera. Sandro Ruotolo chiosa: Chiusa Sclafa¬ni, parla di Schifani, si sa da altre intercettazioni. L'altro filmato con dedica è quello in cui Riina definisce Berlusconi «mutandaro» augurandogli l'ergastolo: «Lo dovrebbero met¬tere in galera a vita ».

Applausi. La serata va avanti, con le scherma¬glie tra Mulè e Travaglio sulla sentenza che ha assolto il genera¬le Mori, la spina nel fianco del processo sulla trattativa visto che i giudici scri¬vono che non è esistita. Il finale vero della serata, con l'arresto del¬l'eroe per una notte Scaranti¬no, è solo in par¬te ripreso dalle telecamere. Gli uomini della Squadra mobile di Torino lo at¬tendono davanti agli studi, per notificargli un ordine d'arresto del 22 gennaio. La denuncia ri¬sale a novembre.

Scarantino si sarebbe spacciato in comunità per un educatore, e così avreb¬be molestato una giovane psi¬colabile, obbligandola a un rap¬porto orale. I dubbi, sulle mo¬dalità dell'arresto, non manca¬no. Se è vero, come sostiene To¬rino, che non è stato arrestato prima perché non era cono¬sciuto il suo indirizzo, perché non fermarlo al suo arrivo a Roma, visto che si sapeva da mar¬tedì scorso che sarebbe stato ospite di Santoro? E perché aspettare che finisse la trasmis¬sione?

Scarantino ha trascorso la prima notte a Regina Coeli. Sarà sentito dal gip di Torino il 3 febbraio. Il giorno dopo è atte¬so a Caltanissetta, al processo Borsellino quater dove è impu¬tato per calunnia. Gli avvocati dei suoi calunniati chiedono il suo immediato trasferimento in Sicilia «a fronte delle modali¬tà e delle tempistiche con cui è stato eseguito l'arresto» in mo¬do da assicurarne «l'integrità psico-fisica».

 

VINCENZO SCARANTINOVINCENZO SCARANTINO OSPITE DI MICHELE SANTOROVINCENZO SCARANTINO OSPITE DI MICHELE SANTOROtravaglio, santoroTOTO RIINA IN CARCERE