DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI…
Dagotraduzione per Mailonline
Poco prima che Putin chiudesse lo stretto di Kerch alle navi da guerra straniere, la marina ucraina ha minacciato di sparare alle navi della guardia costiera russa.
Tre imbarcazioni ucraine di artiglieria di classe Gyurza-M e cinque navi non identificate appartenenti alla guardia costiera russa dell'FSB si sono fronteggiate durante la notte tra mercoledì e giovedì. A raccontarlo è stato il redattore di Black Sea News, Andrii Klymenko. che monitora l'attività militare dell'area.
Le navi russe hanno eseguito «manovre provocatorie» intorno alle barche ucraine, e sono tornate indietro solo quando gli ucraini hanno minacciato di fare fuoco. L'incidente è avvenuto a 25 miglia dallo stretto di Kerch e si verifica in giorni di grandi tensione tra i due stati.
Mosca sta infatti ammassando truppe lungo il confine con l'Ucraina: secondo gli esperti, che ad oggi ne hanno contati 80.000, entro lunedì i soldati potrebbero arrivare a 115.000. Nato, Stati Uniti e leader europei chiedono invece un allentamente delle tensioni.
L'incidente di Kerch ricorda quello del 2018. Allora la Russia bloccò lo stretto con un portacontainer e catturò tre navi ucraine, innescando una crisi diplomatica.
Poche ore dopo l'incidente, Mosca, con la scusa di svolgere esercitazioni per addestramento navale, ha chiuso lo stretto alle navi da guerra straniere fino a ottobre.
Kiev ha bollato la decisione come una violazione dei suoi diritti: con lo stretto chiuso, il mar d'Azov e le sue città portuali, Mariupol e Berdiansk, sono tagliati fuori dal mondo esterno, mentre nella vicina regione del Donbas, proprio al confine, i ribelli sostenuti dalla Russia combattono contro le forze ucraine.
Ulteriori difficoltà sorgerebbe nel caso in cui la Russia decidesse di marciare con le sue truppe sull'Ucraina, perché per gli alleati (Nato e Stati Uniti) sarebbe molto più difficile far arrivare rinforzi e rifornimenti.
Dagotraduzione dal Mailonline
Il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, da giorni impegnato nello schieramente militare sul confine ucraino, ha raccontato alla Società Geografica russa che sta lavorando per recuperare dalle tombe degli antichi guerrieri del materiale organico. «Sarebbe possibile farci qualcosa, magari di simile alla pecora Dolly».
Da tre anni, Shoigu e una delegazione di archeologici russo-svizzeri sta scavando nella zona di Tuva, in Siberia, alla ricerca delle straordinarie sepolture scite di 3.000 anni fa. L'antico luogo di sepoltura dei guerrieri nomadi - spesso tumulati con i loro cavalli - si trova in un'area conosciuta come la Valle dei Re. Scienziati e ministro, prima di iniziare gli scavi, si sono assicurati il favore degli spiriti consultando uno sciamano e partecipando a un rito propiziatorio.
«Ci piacerebbe molto trovare materia organica» ha detto Shoigu riferendosi a resti ben conservati di persone o animali antichi. «Sarebbe molto interessante».
Lo storico greco Erodoto, nel V secolo a.C., raccontò che gli sciti erano soliti realizzare mantelli con gli scalpi delle loro vittime. Pare invece che i guerrieri selvaggi usassero i teschi dei loro nemici come bicchieri.
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