A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA…
SGARBI FAMILIARI – IL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA HA RIGETTATO L'ISTANZA DI RICUSAZIONE NEI CONFRONTI DELLA GIUDICE PAOLA SCORZA PRESENTATA DA EVELINA SGARBI, FIGLIA DI VITTORIO. LA DECISIONE È STATA PRESA NELL'AMBITO DEL PROCEDIMENTO RELATIVO ALLA RICHIESTA AVANZATA DALLA 25ENNE DI NOMINARE UN AMMINISTRATORE DI SOSTEGNO PER IL PADRE, PER GESTIRE IL PATRIMONIO DEL CRITICO D’URTO – EVELINA SGARBI È STATA CONDANNATA A PAGARE UNA MULTA DI 250 EURO…
Estratto dell’articolo di Romina Marceca per www.repubblica.it
È inammissibile la richiesta di ricusazione nei confronti della giudice civile Paola Scorza avanzata al tribunale di Roma dalla figlia di Vittorio Sgarbi, Evelina. La figlia del critico d’arte e sindaco di Arpino lo scorso 4 novembre aveva presentato ricorso contro la giudice, che adesso resta al suo posto e deciderà a breve se affiancare o meno un amministratore di sostegno al fianco di Vittorio Sgarbi per amministrare il suo patrimonio. Evelina Sgarbi è stata condannata a pagare una multa di 250 euro.
La vicenda è scoppiata nello scorso settembre quando la donna ha presentato una richiesta al tribunale civile, attraverso il suo avvocato, per la nomina di un amministratore di sostegno per l'ex sottosegretario alla Cultura. [...]
Il 28 ottobre la prima udienza davanti alla giudice Paola Scorza che si era riservata sulla sua decisione. Qualche giorno dopo è arrivato il ricorso di Evelina Sgarbi per chiedere la ricusazione, cioè il cambio di giudice, che ha di fatto bloccato l’iter del tribunale civile. Tra i motivi del rigetto del ricorso c’è il ritardo con cui è stato presentato, come spiega il tribunale: il ricorso va presentato prima dell’udienza, e non dopo, come ha fatto la figlia del critico.
Le motivazioni che hanno spinto Evelina Sgarbi a chiedere la ricusazione del giudice sono riportate nell’ordinanza del tribunale di Roma.
“Il suddetto magistrato avrebbe ragioni di grave inimicizia con il ricusante, in quanto avrebbe manifestato nel corso dell'udienza sia espressamente che attraverso le modalità di espletamento dell'ascolto, il proprio convincimento sui fatti e un evidente atteggiamento di estrema sudditanza psicologica nei confronti del beneficiario Vittorio Sgarbi", è riportato nella decisione del tribunale.
Nello stesso ricorso erano state riportate anche "gravi, grossolane e macroscopiche violazioni" da parte della giudice. Che sarebbe stata parziale, in ritardo all’udienza, avrebbe anche lasciato gli avvocati di Sgarbi al suo fianco durante l’audizione. E, ancora, avrebbe tenuto una “condotta inquisitoria” richiedendo l’autografo a Sgarbi con dedica su una copia del libro di quest’ultimo che aveva sulla scrivania. [...]
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