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Carlo Vulpio per il “Corriere della Sera”
L' argomento si presta allo sghignazzo e può avere effetti grotteschi, ma poiché riguarda milioni di persone è una cosa seria: in caso di bisogni corporali urgenti, e quindi tali da non poter essere trattenuti, il passeggero di un aereo può utilizzare il bagno di prima classe anche se ha un biglietto di seconda classe?
Se il bisogno è «urgente», non vale per ciò stesso quello «stato di necessità» che le leggi prevedono come attenuante e spesso anche come scriminante persino nel caso in cui l' azione «necessitata» è classificata come un reato?
E al di là delle classi tariffarie, come la mettiamo se quel passeggero è una persona anziana, un bambino, un ammalato, o semplicemente viene colto da malore proprio perché, causa lunga fila, o distanza del bagno dal proprio posto, non riesce a trattenere l' urgenza?
Sul volo Swiss Air Roma-Ginevra di qualche giorno fa, questo «caso di scuola» è diventato un caso concreto. Il critico d' arte Vittorio Sgarbi, seduto in quarta fila, classe economica, ha inavvertitamente utilizzato il bagno più vicino a lui, che però era riservato ai viaggiatori di prima classe.
Mentre era intento alla bisogna - come racconta lui stesso in un video diventato virale, in cui giura che mai più prenderà voli Swiss Air - due steward lo hanno energicamente invitato a uscire dal bagno e poi, una volta fuori, lo hanno redarguito per essere uscito solo dopo aver terminato l' operazione popò (cos' altro dovesse e potesse fare non è chiaro), financo minacciando di chiamare la polizia.
Le classi tariffarie, e va bene. Ma a parte il fatto che sui voli di linea di breve e medio raggio di quasi tutte le compagnie aeree la divisione in classi è fittizia, spesso nemmeno «segnalata» convenzionalmente da una tendina divisoria tra le prime tre o quattro file e tutte le altre, è questa evidente disparità che disturba.
Questa differenza di classe di fronte al bisogno, anzi ai bisogni, che sono, come 'A livella di Totò, inevitabili e uguali per tutti, non trova giustificazione nemmeno nella differenza di prezzo del biglietto, che non può riguardare un servizio essenziale a bordo.
È un diritto di ogni passeggero e fa parte del suo habeas corpus , che non è una funzione corporale.
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