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Anna Lombardi per “la Repubblica”
I viaggi in Afghanistan e Pakistan, eventuali complici, i possibili legami con il terrorismo internazionale. A 24 ore dall’arresto di Ahmad Khan Rahami, il cittadino americano di origini afgane che avrebbe piazzato le bombe di Chelsea e Jersey Shore, sono tanti i quesiti su cui stanno lavorando gli investigatori. Il terrorista rifiuta di collaborare ma informazioni preziose arrivano da un taccuino che aveva addosso. Ed emerge un dettaglio inquietante: due anni fa il padre aveva denunciato all’Fbi il figlio “terrorista”. Qualcosa non ha funzionato?
LE INDAGINI
Gli investigatori stanno interrogando Rahami ma lui non collabora. Per ora l’accusa è tentato omicidio nei confronti dei 5 agenti presenti alla cattura. Si continua a investigare sul suo ruolo nelle bombe di Chelsea e New Jersey.
Al vaglio il video di un uomo somigliante a Rahami che lascia una borsa, poi raccolta da due uomini: forse ladri che inavvertitamente disinnescano l’ordigno. Per l’Fbi «non ci sono indicazioni di una cellula attiva». E i 5 fermati domenica sono stati rilasciati. Qualcuno però potrebbero averlo aiutato a costruire gli ordigni.
I VIAGGI, IL QUADERNO E I LEGAMI INTERNAZIONALI
Nel taccuino sporco di sangue e bucato da una pallottola di Rahami, ci sono riferimenti agli attentati della maratona di Boston e al club gay di Orlando e ad Anwar al-Awlaki, l’imam americano di origini yemenite la cui dottrina è chiave per tutti i radicalizzati di lingua inglese, ucciso in Yemen da un drone nel 2011. Diversi i viaggi, anche lunghi di Rahami in Afghanistan e Pakistan. Al suo ritorno era stato interrogato dalle autorità. Nel quaderno mancano riferimenti all’Isis e ai Taliban.
LA FAMIGLIA: LA MOGLIE, IL PADRE, LA EX
La moglie pachistana è riapparsa negli Emirati Arabi e collabora con la polizia. Il padre ha detto di aver denunciato due anni fa le “attività terroristiche” del figlio dopo che aveva assalito un fratello con un coltello: sarebbe stato in carcere tre mesi, poi la denuncia ritirata. Secondo l’ex fidanzata Maria, madre di un’altra figlia, «odiava i gay e la cultura occidentale».
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