violenza domestica

"SÌ, LE DAVO CALCI. MA A PIEDI NUDI" - L'INCREDIBILE DIFESA IN TRIBUNALE DI UN MARITO DI TORINO, ACCUSATO DI MALTRATTAMENTI DALLA MOGLIE - DAI RACCONTI DELLA VITTIMA, L'UOMO ERA LA VERSIONE VIOLENTA DI FURIO, IL PERSONAGGIO ULTRA-PIGNOLO DI "BIANCO, ROSSO E VERDONE": LA DONNA NON DOVEVA SPRECARE LE BRICIOLE DEL PANE, GUAI SE APPOGGIAVA I GOMITI SUL TAVOLO ED ERA OBBLIGATA A MANGIARE ANCHE LA PARTE DI SALAME CHE RIMANEVA ATTACCATA ALLA PELLE - DOPO ANNI DI VESSAZIONI LA DONNA L'HA DENUNCIATO. IL PM HA CHIESTO 5 ANNI DI RECLUSIONE

Estratto dell’articolo di Massimiliano Nerozzi per www.corriere.it

 

VIOLENZA DOMESTICA

Lui era assillante e asfissiante — almeno nella ricostruzione della Procura — come il Furio di «Bianco, rosso e Verdone»: non sprecare le briciole quando si spezza il pane, non appoggiare i gomiti sul tavolo, mangia anche la parte del salame che resta attaccata alla pelle, chiudi sempre la porta del bagno, e guai all’estrattore, immorale, perché spreca tutta la buccia.

 

Solo che questa è una tragedia (famigliare), mica una commedia, finita con le accuse di maltrattamenti e, una volta finita la convivenza, nel novembre 2021, stalking, danneggiamento, accesso abusivo alla mail della ex. Morale, al termine della requisitoria del pubblico ministero Chiara Canepa: richiesta di 5 anni di reclusione per un tecnico informatico di una grande azienda, con la quale la donna si era sposata poco meno di vent’anni fa.

 

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La requisitoria è un depliant di condotte (contestate) da caso scuola: «300 telefonate alla signora e a un suo amico, una volta saputo che erano andati a fare un viaggio in Olanda, il danneggiamento di scarpe e camice, le molestie al citofono dell’altro uomo; tutti episodi che hanno un riscontro esterno, documentale». Per dire: il citofono ha un dispositivo che scatta automaticamente la foto di chi pigia il bottone, così si vede la faccia dell’ex marito, nonostante una sciarpa, in pieno agosto.

 

[…] «Una volta mi ha seguito con la moto — racconta lei — un’altra mi ha segnato l’auto, ripreso dal sistema di sorveglianza del lavoro». Il tutto, nonostante un divieto di avvicinamento. Ricordandone le parole, descrive bene l’animo cupo di una vittima l’avvocata Isabella Ferretti, che la assiste insieme alla collega Federica Dolfi: «Ho cambiato subito la serratura, ho preso accortezze per accompagnare la figlia a scuola».

 

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Di più: «Non sono più potuta andare al gruppo di ballo, mi sento sfibrata e spossata, faccio fatica a pensare anche solo a qualcosa che mi faccia stare bene». Sintetizza la legale di parte civile: «Condotte aggressive e persecutorie, per un caso di maltrattamenti a 360 gradi: non bisogna soffermarsi solo sugli episodi di violenza fisica».

 

Durante l’esame dell’imputato — davanti al collegio presieduto da Immacolata Iadeluca — lui aveva ribattuto, parlando di «scappellotti ricevuti e di calci dati, ma a piedi nudi: mi sono sentito maltrattato e sottomesso». Tocca al difensore, l’avvocato Franco Papotti: «È stato un inferno bilaterale, per un divorzio (procedura ancora in corso, ndr) oltre il patologico, perché è un dramma e una tragedia, in cui non ci sono né vittime né vincitori». […]

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