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Fabio Cavalera per "Il Corriere della Sera"
La chioma più fosforescente del Regno Unito, che svolazzava nei salotti laburisti e nei salotti tory, ha perso la baldanza di un tempo e si ritrova svergognata nell'aula senza finestre al quarto piano di Old Bailey, il tribunale, per provare a scongiurare la prospettiva del carcere.
Non aveva dimestichezza con simili incubi ma Rebekah Brooks, l'ex scintillante signora coi boccoli rossi, nei prossimi 4 o 5 mesi dovrà mettersi il cuore in pace, accettare la discesa all'inferno e giocarsi la partita della vita. O le va bene e convince la Central Criminal Court, dodicesima sezione, i magistrati e la giuria la cui selezione è cominciata nella prima udienza di ieri, che lei con lo spionaggio dei tabloid non ha avuto dimestichezza. Oppure la sua carriera al servizio permanente dello Squalo, costruita con ferocia, furbizia e scaltrezza, troverà sbocco finale e naturale in qualche mese o anno di cella.
Difficile prevedere quale destino le è riservato. Il processo viene presentato come uno degli appuntamenti più importanti per la giustizia britannica dell'ultimo mezzo secolo. E in effetti con Rebekah, con suo marito Charles, con Andy Coulson che era il braccio della comunicazione di David Cameron a Downing Street, e con altri cinque colleghi di clan, al vaglio c'è il sistema Murdoch, vale a dire il giornalismo che ha inseguito scoop violando in modo fraudolento e vigliacco la privacy dei cittadini ma che ha goduto della compiacente copertura della politica e dei vertici di Scotland Yard.
Quasi inutile rilevare che il convitato di pietra è il re dell'editoria e della televisione Rupert Murdoch (ma c'è pure David Cameron che balla sui carboni ardenti) con la sua trama di intrallazzi e la sua disinvolta concezione della carta stampata. L'anziano tycoon l'ha fatta franca ma la sua sentinella in terra britannica, Rebekah Brooks, è caduta assieme alla combriccola che le ruotava attorno e sotto (tutti accusati di cospirazione per avere intralciato le inchieste). Per Rupert Murdoch è un'eroina: gli curava gli affari proprio coi metodi che piacciono a lui, charme e inchini con chi conta, arroganza con chi è una seconda fila.
Da segretaria e reporter Rebekah è balzata nei piani altissimi, fino ad essere numero uno, amministratore delegato, di News International, la testa dello Squalo nel Regno Unito. Il problema è che fra il 2000 e il 2007, gli anni in cui lei fu chiamata a dirigere il News of the World e il Sun , i cosiddetti «popolari» trasformarono il giornalismo in una attività semicriminale: spiavano i telefoni di ignari cittadini, beffando la legge e il buon senso, ingaggiavano detective per intrufolarsi nei cellulari di Milly Dowler adolescente rapita e uccisa così da ascoltare i messaggi dei genitori che angosciati la cercavano. Sciacallaggio.
Rebekah Brooks (amica di merende nell'Oxfordshire di David Cameron ma, prima che «tradisse» i laburisti, amica sia di Tony Blair sia di Gordon Brown) e il suo successore alle direzioni Andy Coulson (assoldato da Cameron per la comunicazione di governo senza che nessuno gli chiedesse conto di certe attività ) hanno scaricato le malefatte all'ingiù, sui cronisti. «Noi? Noi non sapevamo». Invece pare che abbiano saputo e coperto. Ora, i due sono quasi incastrati da decine di testimoni inviperiti. Rupert Murdoch cinguetta su Twitter che «fino a colpevolezza provata un imputato è innocente». Rebekah, diventata mamma, è sempre nel suo cuore. L'ha liquidata con 10,8 milioni di sterline, autisti e ufficio gratis.
Ma questo processo è un tormento. Rebekah aveva perso il sonno quando la fermarono per l'arresto pro forma nel 2012 (rilascio su cauzione). Poi si è ripresa e la sua chioma rossa, che aveva raccolto in segno di resa, è tornata a risplendere nei salotti di Belgravia, la Londra esclusiva. Però, con le udienze che cominciano, il futuro è tremendamente insicuro. E pure il suo amico David Cameron ha di che preoccuparsi.
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