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UN SOCIAL ALLA MODA – FACEBOOK SBARCA NEL MONDO DEGLI STILISTI E LANCIA “FASHION++”, UNA SORTA DI STYLIST VIRTUALE CHE DÀ CONSIGLI DI ABBIGLIAMENTO AGLI UTENTI E SUGGERISCE MODIFICHE ALL'OUTFIT GRAZIE ALL'INTELLIGENZA ARTIFICIALE – GIÀ AMAZON AVEVA LANCIATO UN DISPOSITIVO CHE SCATTAVA IMMAGINI E SUGGERIVA QUALE FOSSE LA MISE PIÙ APPROPRIATA PER UN EVENTO – MA L'INTELLIGENZA ARTIFICIALE NON È USATA SOLO PER DISPENSARE CONSIGLI…

Veronica Timperi per “il Messaggero”

 

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Indossare vestiti creati e consigliati da algoritmi e non da un classico stilista e dalle tendenze dello streetwear. L'universo fashion cambia ed accelera alla velocità dei post e delle storie a che compaiono ogni minuto sui social, collegando tutto il mondo nella rete e lanciando trend.

 

La nuova frontiera della moda passa da qui, dai big data e dall'interazione, sempre più stretta tra macchina e uomo, che oggi si concretizza anche con modelle ed influencer  androidi dalle fattezze umane, con personal shopper virtuali e capi che esistono virtualmente, solo per essere fotografati e postati su Instagram. Guai a non cavalcare l'onda che vede il connubio moda-intelligenza artificiale farsi sempre più stretto.

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L'ultimo, in ordine di tempo a lanciarsi su questo campo è Facebook, che sta per presentare Fashion++, una sorta di stylist virtuale che dà consigli di abbigliamento agli utenti. Il software messo a punto dal colosso di Menlo Park è in grado di dispensare consigli di stile e suggerire modifiche all'outfit degli utenti avvalendosi dell'intelligenza artificiale.

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LA CAMICIA

«Può anche raccomandare modi per aggiustare un capo di abbigliamento, come infilare una camicia o rimboccarsi le maniche», ha spiegato Facebook sul suo sito dedicato alla ricerca. Bisognerà però attendere l'International Conference on Computer Vision che si terrà a Seoul dal 27 ottobre per saperne di più.

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Anche Amazon sta puntando al connubio abbigliamento-tecnologia. A dire il vero non tutti sanno che già nel 2017 aveva lanciato negli Stati Uniti Echo Look, un assistente domestico digitale di nome Alexa, che si presentava sotto forma di fotocamera a comando vocale e permetteva di farsi dei selfie lasciando libere le mani.

 

Il suo compito era di confrontare gli outfit indossati e dare un consiglio su quale fosse il più adatto a seconda dell'occasione a cui si doveva presenziare. Un sistema che è stato di rodaggio al nuovo StyleSnap, lo Shazam dei vestiti, come è stato ribattezzato, che permette agli utenti di fotografare i capi e trovare prodotti simili alla fotografia in vendita sul portale.

 

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Anche Asos aveva fatto debuttare un'app simile, Style Match, confermando il proprio impegno nell'utilizzo del machine learning e della data science per facilitare e migliorare la user experience.

 

Ma l'intelligenza artificiale non è usata solo per consigliare gli utenti. Anche le collezioni nascono dal rapporto tra l'uomo e la macchina, che può essere anche uno smartphone. Huawei ha presentato lo scorso maggio l'app Fashion Flair che, grazie alla potenza dell'intelligenza artificiale di Huawei P30 e Huawei P30 Pro,  addestrata con decine di migliaia di iconiche immagini di moda degli ultimi 100 anni e uno specifico set di scatti tratti dalle ultime collezioni di Annakiki, utilizzando la doppia unità di calcolo neurale (Npu) presente all'interno dei dispositivi, è stata in grado di creare una proposta di outfit seguendo gli input e i filtri impostati dalla stilista Anna Yang.

 

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Questi abiti sono stati presentati in una vera e propria sfilata a Milano. Anche Yoox ha capito l'importanza del virtuale ed ha creato la collezione 8 by Yoox.

Il frutto di questa analisi viene poi passato ad un team di designer interno che reinterpreta i mood emersi e realizza abiti ed accessori.

 

Ovviamente il software, sviluppato internamente, seleziona minuziosamente post ed immagini di una serie di influencer sulle piattaforme social e degli articoli pubblicati sui magazine online. Ecco, gli influencer: il loro ruolo su Instagram ha portato ad un'accelerazione del mercato, in termini anche di vendite, del 60%.

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LA FELPE

Un dato che di traduce anche su un maggiore impatto ambientale, visto che i vestiti indossati negli scatti sono tutti outfit of the day - come recita l'hashtag #ootd che, mentre scriviamo è giunto a  277 milioni - e sono usa e getta.

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C'è chi ha pensato ad un modo alternativo di vestire i beniamini dei social. Sì tratta degli abiti digitali della collezione Neo-Ex di Carlings un'azienda norvegese. Si acquistano per una modica cifra (giacche sui 30 euro, felpe attorno ai 20), si carica una propria foto sul sito e il software te li modella addosso.

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A casa non arriverà nessun pacco contenente quel capo, perché tutto avviene online e per il puro scopo di avere un nuovo look da postare su Instagram.

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