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“SONO PREOCCUPATO, MA PER ORA STO BENE” – PARLA IL 59ENNE CHE SI È CONTAMINATO CON IL PLUTONIO IN UN CENTRO RICERCHE DI ROMA – COSA È SUCCESSO DAVVERO? DIECI GIORNI FA HA CONCLUSO COME SEMPRE IL SUO TURNO DI LAVORO NEL REPARTO, HA TOLTO LA TUTA DI PROTEZIONE, CON GUANTI, MASCHERA E CAPPUCCIO, E SI È RECATO NELLA STANZA DI RILEVAZIONE, PER PASSARE SOTTO LO SCANNER. È LÌ CHE È STATA REGISTRATA L’ANOMALIA RADIOATTIVA, REGISTRATA ALLA MUCOSA NASALE E CAUSATA PROBABILMENTE DA...

Estratto dell'articolo di Rinaldo Frignani per il “Corriere della Sera”

 

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Da qui al prossimo febbraio dovrà sottoporsi ad analisi continue per monitorare gli effetti del plutonio che lo ha contaminato. Un periodo di guardia di tre mesi con il medico competente, quello del lavoro, che potrebbe anche allungarsi in caso di ulteriori sospetti, che ovviamente non lo fa stare tranquillo. Una preoccupazione cominciata quando il rilevatore di radiazioni ha suonato.

 

Oggi il lavoratore, dipendente della Nucleco, società del gruppo Sogin, specializzata nella gestione dei rifiuti radioattivi e nelle attività di decontaminazione e bonifica di impianti nucleari e siti industriali, viene seguito con attenzione.

 

plutonio

Dal 21 novembre scorso, giorno dell’incidente finito ora su tutti i media che lo ha coinvolto in maniera accidentale all’interno del reparto «Upi» del Centro ricerche di Casaccia, a nord di Roma, gestito da Sogin in un complesso dell’Enea, il 59enne — sposato e con un figlio, residente non lontano dalla struttura fra Roma e Bracciano — si è ritrovato in un incubo.

 

«Dovrò fare i controlli, sono preoccupato, ma per ora sto bene». […] Al momento tuttavia, secondo le prime indagini, la dose di plutonio ricevuta dal tecnico è inferiore ai limiti di tolleranza, e anche di quelli annui fissati dalla World Nuclear association in 20 millisievert (mSv), che è la media limite prevista per i lavoratori in impianti nucleari. Gli accertamenti sono in corso, ma sembra che il 59enne non abbia superato questa soglia […]

 

centro ricerche nucleari casaccia roma

In pratica dieci giorni fa l’operatore ha concluso come sempre il suo turno di lavoro nel reparto, ha tolto la tuta di protezione, con guanti, maschera e cappuccio, e si è recato nella stanza di rilevazione, per passare con i colleghi sotto lo scanner. Una procedura standard che tuttavia, per lui, questa volta ha segnalato un’anomalia: un aumento del livello di radiazioni causato probabilmente da un contatto casuale di qualcosa con il volto, non si esclude un lembo della tuta, forse proprio durante l’operazione di svestizione, tanto che nel centro clinico e poi anche al Policlinico Gemelli si è accertato che la contaminazione ha riguardato soprattutto la mucosa nasale, escludendo altri fattori. Da qui i valori sballati rispetto al solito, l’allarme, la procedura di decontaminazione per evitare rischi per i colleghi e il Centro ricerche.

 

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Dopo gli accertamenti in ospedale e una giornata di riposo a casa, non in isolamento, in quanto il quantitativo di plutonio non sarebbe sufficiente per creare problemi a chi gli sta accanto, il 59enne è tornato al lavoro nello stesso reparto.

 

Con il pensiero a quella giornata che gli ha stravolto le ultime settimane, fino al prossimo controllo. […]

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