RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Giusi Fasano per il “Corriere della Sera”
L'uomo della violenza gratuita. Quello sempre pronto ad alzare le mani contro le sue vittime anche dopo averle legate e imbavagliate. Botte, insulti, minacce. Uno che usciva con calma da una casa appena rapinata annunciando ritorsioni tipo: «Se osi parlare con qualcuno di quello che è successo giuro che torno e ti violento con un ferro». Forse è proprio lui l' assassino del barista di Budrio.
Nelle carte giudiziarie della Procura di Ferrara accanto al nome del 41enne russo Igor Vaclavic c' è scritto «irreperibile». Lo cercano perché un' ordinanza di custodia dice che dovrebbe essere in carcere per svariate rapine, una più violenta dell' altra. I suoi complici sono stati arrestati e confermano: negli assalti alle ville (tutti nel Ferrarese) c' era anche lui, Igor, pregiudicato e più volte finito in carcere in Italia, dov' è approdato una decina di anni fa con la fama - non è chiaro se reale oppure no - di ex militare della fanteria del suo Paese.
OMICIDIO DI BUDRIO - IGOR VACLAVIC
Sabato sera, dopo l' omicidio di Davide Fabbri nel suo bar di Budrio (Bologna), le ricerche del rapinatore in fuga sono partite da pochi spunti: la corporatura, la giacca da cacciatore che indossava, il fatto che avesse agito con una doppietta da caccia, che avesse avvicinato la vittima sparando un colpo per terra, che fosse arrivato a piedi.
Dettagli-fotocopia di un' altra rapina avvenuta pochi giorni prima ai danni di una guardia giurata, nel Ferrarese: in quel caso il rapinatore voleva la Smith & Wesson calibro 9 cromata del vigilante e, guarda caso, è lo stesso tipo di arma usata a Budrio dove l' uomo è entrato nel bar con il fucile da caccia e ha usato la pistola soltanto in un secondo momento, dopo una violenta colluttazione con Davide Fabbri.
Ora. Gli inquirenti sono praticamente certi che l'omicida di Davide sia la stessa persona che ha rapinato la guardia giurata ma stanno ancora cercando conferme all' ipotesi che il protagonista dei due colpi sia proprio il russo ricercato per le rapine del 2015 nella zona di Ferrara.
La sua foto segnaletica adesso è sul cruscotto di tutte le forze di polizia d'Italia ma ancora una volta la Procura di Bologna, per bocca del pubblico ministero Marco Forte, invoca prudenza: «Collegamenti certi fra il suo nome e l'omicidio di Davide Fabbri non ne abbiamo ancora».
Soltanto indizi. Per esempio l'ormai famoso giaccone verde militare da cacciatore che Igor Vaclavic indossava durante le incursioni nelle ville, oppure la corporatura robusta, le movenze, quel fucile sempre in spalla. Insomma: niente che possa inchiodarlo. A meno che non lo facciano oggi - gli inquirenti ci sperano molto - i risultati scientifici che arriveranno sul caso di Budrio. Il medico legale dirà se sotto le unghie di Davide ci sono frammenti biologici del suo assassino visto che i due hanno lottato furiosamente come mostra il filmato della telecamera di sicurezza del bar.
E poi il sangue repertato davanti al locale e fuori: gli esperti del Ris potrebbero estrarne già oggi un profilo genetico. Se da questi accertamenti si arrivasse a un Dna diverso da quella della vittima sarebbe poi facile una ricerca e un confronto con profili genetici schedati in precedenza e - dato il numero e le modalità molto violente delle vecchie rapine - è più che probabile che il Dna di Igor il russo esista già negli archivi della scientifica. In quel caso basterebbe la comparazione per avere la certezza che l' omicida di Budrio è proprio lui.
In attesa dei dati scientifici gli investigatori ripescano quelli criminali sul presunto ex militare russo. Nel 2007 fu arrestato per aver rapinato agricoltori, minacciati con arco e frecce, tra Ferrara e Rovigo. Lo fece con la faretra sulle spalle, un coltello legato a una gamba e una bandana nera in testa. Pare che all' epoca lo chiamassero «Lupo solitario».
In effetti diversi testimoni dopo i fatti di Budrio hanno raccontato di averlo visto girare da solo, con una bicicletta elettrica, nelle campagne fra Ferrara e Bologna. Forse è ancora nascosto da quelle parti, forse è ferito. Di sicuro è molto pericoloso.
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