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SPARA AL CINGHIALE, UCCIDE L'AMICO - LA TRAGEDIA E' AVVENUTA DURANTE UNA BATTUTA DI CACCIA IN PIEMONTE: IL 46ENNE DANIELE BAROLO È STATO UCCISO DA UN COLPO DI FUCILE SPARATO DA UN SUO AMICO CHE VOLEVA ABBATTERE UN CINGHIALE - GLI INQUIRENTI STANNO ACCERTANDO LA DINAMICA DELL'INCIDENTE: E' POSSIBILE CHE IL COLPO ABBIA RIMBALZATO PRIMA DI COLPIRE BAROLO - LA QUESTIONE DIVENTA POLITICA, VISTO CHE IN PARLAMENTO SI DISCUTE UN DISEGNO DI LEGGE CHE DA' PIÙ LIBERTA' AI CACCIATORI...
Estratto dell’articolo di Zaira Mureddu per “la Stampa”
Il via alla stagione venatoria era stato dato proprio ieri. Daniele Barolo, agricoltore di 46 anni e cacciatore esperto, è morto ucciso da un colpo di fucile durante una battuta di caccia al cinghiale. È successo a Carrù, in Piemonte. La squadra della quale faceva parte Barolo era partita presto da Rocca de' Baldi, a pochi chilometri di distanza. Poco prima delle 10 Barolo si trovava vicino alle auto, forse impegnato con i cani.
Nella macchia dopo un campo di nocciole, ad oltre un centinaio di metri di distanza, i compagni stavano seguendo un cinghiale. Uno di loro ha esploso un colpo per raggiungere l'animale, ma il proiettile, di un fucile calibro 12, ha raggiunto Barolo al petto. Immediati i soccorsi. Sono intervenuti i carabinieri e i medici del 118, che invano hanno cercato di salvare il cacciatore.
La dinamica è in via di accertamento da parte dei militari del nucleo investigativo di Cuneo, che dovranno chiarire come quel proiettile abbia potuto raggiungere Barolo. La procura ha disposto l'autopsia sul corpo del cacciatore. Accertamenti utili anche a chiarire se l'uomo possa essere stato ucciso da un colpo "di rimbalzo", cioè se durante la traiettoria, almeno cento metri in base alle prime testimonianze, il proiettile abbia urtato un oggetto, una roccia, prima di raggiungere l'uomo. [...]
La tragedia di Carrù si inserisce in un momento delicato per il mondo venatorio, mentre in Parlamento è in corso l'iter della riforma della legge 157/92. La maggioranza spinge per ampliare i margini di intervento dei cacciatori – dalla gestione degli ungulati all'estensione dei periodi di attività – mentre associazioni ambientaliste e animaliste denunciano il rischio di un indebolimento delle tutele previste dalle direttive europee.
Sul tavolo delle commissioni ci sono oltre duemila emendamenti: tra le proposte, nuove regole sugli appostamenti, una stagione di caccia più lunga e la possibilità di costituire imprese faunistico-venatorie. Il governo, con il ministro Lollobrigida, rivendica l'urgenza di affrontare l'emergenza fauna selvatica, che causa danni alle colture e incidenti stradali. Secondo il fronte contrario "più caccia" non equivale a più sicurezza. [...]
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