
DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI…
Le spie russe controllavano Edward Snowden già sei anni prima che spifferasse i segreti statunitensi. Mosca credeva che il cyber-mago impiegato per la CIA a Ginevra, fosse pronto alla defezione e così aprì un file sul suo caso.
snowden supercontrollato a mosca
Gli agenti russi si finsero diplomatici e lo convinsero a cercare asilo in Russia. Una volta lì diffusero le sue informazioni in modo che gli Stati Uniti gli cancellassero il passaporto. Secondo Boris Karpichkov, ex del KGB: «Gli tesero una trappola e lui ci cadde in pieno. Ora i russi hanno accesso a tutte le sue informazioni. Snowden vive in un appartamento di Mosca supercontrollato, gli portano da bere e mangiare due volte a settimana. Lo terranno altri tre anni, finché non avrà più nulla da raccontare. Non era certo una spia dei russi prima di arrivare a Mosca, ma le minacce di morte che ha ricevuto lo hanno spaventato. Anche le minacce rientrano in un’operazione dell’intelligence russa, è un modo come un altro per costringerlo a restare».
La CIA intanto sta cercando di capire di quali altre informazioni sia in possesso il “voltagabbana”. Nella sua prima intervista televisiva concessa a una rete americana, la “NBC”, Snowden ha raccontato di essere stato addestrato come una spia nel senso più tradizionale del termine: «Ho lavorato e vissuto sotto copertura, fingendo di fare un lavoro che non era il mio, con un nome che non era il mio. Sono un tecnico esperto, ma non lavoro con altre persone, non recluto agenti. Quello che faccio è mettere dei sistemi informatici al servizio degli Stati Uniti. E l’ho fatto a tutti i livelli, dal più basso al più alto».
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