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DAGOREPORT
Il 3 ottobre scorso, proprio alla vigilia del voto della Giunta per le autorizzazioni del Senato sulla decadenza di Silvio Berlusconi, Gaetano Quagliariello tentò di far rinviare tutto con un valida scusa "umanitaria": la tragedia di Lampedusa. "Se posticipassi di qualche giorno, faresti un figurone con tutti", disse al presidente Dario Stefà no. Che però si consultò con Piero Grasso e il ministro Carrozza e rifiutò la gentile offerta di "bella figura".
Ecco come racconta l'episodio lo stesso Stefà no, in un libro appena pubblicato insieme alla giornalista dell'Ansa Anna Laura Bussa ("La decadenza", Manni Editori), che verrà presentato giovedì pomeriggio alla libreria Arion di Montecitorio.
"Affrontata la parte "burocratica", torno in ufficio per rileggere la relazione in vista di domani. Sono concentratissimo ma mi arriva una telefonata alquanto inaspettata. à il centralino di Palazzo Chigi che mi passa il ministro per le Riforme Gaetano Quagliariello. Mi parla della tragedia di Lampedusa, con oltre 300 migranti morti, e mi chiede se fosse possibile rinviare di qualche giorno la seduta fissata per l'indomani. La sciagura è enorme, avverte, tanto che alle 17.30 il Consiglio dei ministri ha deciso di proclamare il lutto nazionale. Mi assicura che questa "non è una scusa, né altro...".
"Ma se posticipassi di qualche giorno - insiste - faresti un figurone con tutti, opposizione compresa, perché sarebbe un gesto di solidarietà verso le vittime di un disastro di vaste dimensioni". Io non sono convinto e gli dico chiaramente che secondo me verrebbe letta come una scusa e basta. Ma lui non molla: "Premesso che qualsiasi cosa deciderai per me andrà bene - ribatte - io ho apprezzato come ti sei mosso sin qui. Tutti ti riconoscono grande equilibrio. Nessuno dei nostri te l'ha chiesto, però sono convinto che se tu rinviassi riceveresti giudizio e apprezzamento unanime".
E io gli rispondo: "A me sembra una cosa insostenibile. Comunque fammi vedere se ci sono dei margini, ti richiamo". Regolamento alla mano capisco che la soluzione prospettata da Quagliariello sarebbe insostenibile. Un differimento è possibile solo per "cause di forza maggiore. Poi, sempre il caso vuole che vicino al Senato incontri il ministro dell'Istruzione, Maria Chiara Carrozza, che mi spiega come ci si sarebbe comportati nelle scuole per il lutto nazionale: si fa un minuto di raccoglimento all'inizio e poi si comincia la lezione come al solito.
Chiamo dunque il presidente Grasso per sentire cosa ne pensi. E il giudizio, anche questa volta, è concorde con il mio: un minuto di silenzio e commemorazione iniziale, ma nessun rinvio, perché il Regolamento è chiaro. Così telefono a Quagliariello per spiegargli il motivo della mia decisione di non far slittare la seduta".
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