nutella

UNA STORIA DA LECCARSI I BAFFI – SESSANT’ANNI FA DALLA FABBRICA DI ALBA USCIVA IL PRIMO VASETTO DI NUTELLA, LA CREMA SPALMABILE PIÙ FAMOSA AL MONDO, IDEATA DA MICHELE FERRERO - GIORGIO CHIAVERO, CHE PER 18 ANNI È STATO CAPO PRODUZIONE DELLE LINEE NUTELLA: “RICETTA SEGRETISSIMA? IN REALTÀ BASTA LEGGERE L’ETICHETTA. IL VERO SEGRETO È QUELLO DELLA TECNICA DI PRODUZIONE, DELLA SCELTA DELLE MATERIE PRIME E DELLA LORO LAVORAZIONE. FERRERO? UNA NOTTE STAVAMO FACENDO IL TURNO DI NOTTE E…”

Estratto dell'articolo di Roberto Fiori per www.lastampa.it

 

barattoli di nutella

Buon compleanno, Nutella. Era una piovosa mattina del 20 aprile 1964, quando dalla fabbrica Ferrero di Alba usciva il primo vasetto di quella che sarebbe diventata la crema da spalmare più famosa nel mondo. […]

 

A idearla fu Michele Ferrero, che a 39 anni riuscì a migliorare gli antesignani Giandujot e Supercrema, creati da suo padre Pietro e dallo zio Giovanni nel primo dopoguerra, quando in Italia il cacao era difficilissimo da reperire. Un problema che i Ferrero, da una piccola città della provincia piemontese, riuscirono a trasformare in una grande opportunità, creando una pasta dolce con nocciole, zucchero e il poco cacao disponibile a quel tempo.

 

giorgio chiavero

La ricetta è segretissima, custodita in cassaforte. «Ma a dire il vero, la conosciamo tutti e in fin dei conti, basta leggerla in etichetta» dice uno che se ne intende come Giorgio Chiavero, che per 18 anni è stato capo produzione delle linee Nutella, dal 1980 al 1998.

«Il vero segreto è quello della tecnica di produzione, della scelta delle materie prime e della loro lavorazione, a partire dalle nocciole e dalla componente liquida». […] «Se le nocciole, dopo essere state tostate, stavano ferme più di un giorno, le rispedivamo indietro – ricorda Chiavero -. Il sabato pulivamo tutto l’impianto e il lunedì si ripartiva sempre con tutti gli ingredienti nuovi. Sono la tecnologia e il metodo di lavoro a fare la differenza».

 

michele ferrero

[…]  Tra tanti ricordi, uno è legato a Michele Ferrero: «Stavamo facendo il turno di notte quando, intorno alle due, lo vedemmo arrivare nel nostro reparto. Passando di fianco al laboratorio, che a quell’ora era deserto, notò le luci accese e chiese chi fosse il responsabile. Si trattava di un giovane che era da poco arrivato dall’Irpinia terremotata e che dormiva all’albergo Leon d’Oro. Lo chiamò in piena notte e lo fece venire a spegnere le luci. Poi, rivolgendosi a noi, disse: “Se facciamo degli sprechi così, non andremo da nessuna parte”».

 

Michele Ferrero con un barattolo di Nutella

 

 

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