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Andrea Marinelli e Guido Olimpio per il “Corriere della Sera”
Il conflitto ha dinamiche diverse, con l'Ucraina che risponde alla potenza del nemico con mosse più agili. Lo racconta un episodio svelato dalle fonti ufficiali. Un nucleo delle forze speciali è riuscito a liberare cinque prigionieri detenuti in un luogo segreto nella regione di Kherson. Alcuni soldati e un dirigente della polizia erano stati catturati dagli invasori, quindi trasferiti in un edificio ben protetto da mine, reticolati e sentinelle.
Ma queste contromisure - se la versione arrivata da Kiev è veritiera - non sono bastate: un team si è infiltrato oltre le linee, ha raggiunto il target ed ha «liquidato» le guardie. All'interno della prigione è stata poi scoperta una camera di tortura. Le unità scelte, addestrate dagli occidentali fin dal 2015, hanno migliorato tattiche, equipaggiamenti, capacità operative.
Dispongono di apparati radio criptati, usano fucili d'assalto di produzione locale Malyuk e i Fort per i cecchini, hanno visori notturni, si muovono su piccoli veicoli - dai pick up ai quad - e anche su elicotteri. Riservano grande attenzione alle armi silenziate, in quanto diminuiscono rischi localizzazione e non interferiscono - con il rumore dei colpi esplosi - con le comunicazioni. I requisiti per un successo sono l'intelligence in grado di dare indicazioni precise, l'effetto sorpresa, l'esecuzione dell'assalto.
Tuttavia non è detto che basti. La coda del Diavolo è sempre in agguato. La storia dei prigionieri - pur enfatizzata dalla propaganda - rientra nella strategia adottata dall'esercito di Zelensky: usare le risorse belliche, spesso non ampie, per azioni mirate. In mare con pochi missili ben tirati e la sponda della ricognizione Nato, la resistenza ha cacciato gli invasori dall'Isola dei Serpenti e allontanato la formazione da sbarco da Odessa.
Sul fronte terrestre sta usando con perizia la «pattuglia» di lanciarazzi a lungo raggio Himars e M270 (più le munizioni di precisione) per centrare bersagli nelle retrovie. Guerra convenzionale, ma che diventa - secondo alcuni esperti - di tipo asimmetrico in quanto condotta con mezzi ridotti, con grande mobilità e designazione di target specifici. Una scelta imposta da circostanze, disponibilità e necessità.
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