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LA STRATEGIA DEL MINCIONE - SI ALLARGA L'INCHIESTA VATICANA SUGLI INVESTIMENTI IN TERRA INGLESE DOPO IL CASO DELL'IMMOBILE DA 40 MILIONI DI EURO A SLOANE AVENUE A LONDRA - SBUCA FUORI UN INVESTIMENTO DEL 2014 CHE SI RIFERISCE A QUATTRO IMMOBILI LONDINESI CON COMMISSIONI ALTISSIME…

Claudio Antonelli per "La Verità"

 

RAFFAELE MINCIONE

Segreteria di Stato, Fabrizio Tirabassi, responsabile dell'ufficio amministrativo della Segreteria e altre figure laterali. In quell'occasione gli inquirenti vaticani accusano il broker addirittura di estorsione, per via del tentativo di costruire una cresta da 15 milioni.

 

In estrema sintesi la strategia di uscita dal fondo che faceva capo a Raffaele Mincione in relazione all'immobile di Sloane avenue sarebbe stata imbastita, a quanto avrebbero ricostruito i magistrati vaticani, con un'operazione che prevedeva da un lato che la Segreteria di Stato rilevasse l'immobile di Londra e dall'altro che la stessa Segreteria versasse a Mincione 40 milioni di euro a titolo di conguaglio. Successivamente la Segreteria, rappresentata da Tirabassi e da Enrico Crasso, avrebbe deciso di triangolare l'acquisizione dell'immobile di Londra attraverso la Gutt Sa di Torzi. Dando il via a una serie di altre operazioni che avrebbero poi portato agli arresti del broker e all'acquisizione dei telefoni e iPad di Mincione.

IL PALAZZO DEL VATICANO A SLOAN SQUARE - LONDRA

 

La Verità apprende che almeno due nomi protagonisti del cronache di giugno compaiono in altre operazioni, adesso sotto il faro degli inquirenti.

 

 A febbraio del 2014 Tirabassi e Crasso si scambiano una serie di informazioni in merito a un conferimento di denaro nel fondo immobiliare Sloane & Cadogan investment management. Il funzionario vaticano nel confermare l'adesione monetaria all'operazione specifica che prima di firmare i termini, bisogna accordarsi sulle commissioni. Nel dettaglio Tirabassi suggerisce 2,5% di commissioni di gestione al netto delle tasse e degli altri costi di avvio del veicolo, mentre le fee di performance (cioè la percentuale che il gestore/fondo prende sulla differenza tra il conferimento iniziale e il valore finale) devono essere del 25%. Anche in questo caso, al netto delle tasse.

 

RAFFAELE MINCIONE

L'investimento del 2014 (unitamente ad altri) si riferisce a quattro immobili londinesi e non si può non notare che le commissioni sono altissime. Il celebre D.E shaw è un hedge fund che chiede ai suoi clienti 3% di gestione e 30% sulla performance. Ma ha un track record da eccellenza, e soprattutto non è un fondo immobiliare. I fondi di questo settore viaggiano invece intorno all'1% di gestione e al 10/15 di performance fee. La domanda che le toghe si pongono è: perché? Perché sottoscrivere a tali condizioni? Ma gli interrogativi non finiscono qui.

LA SEGRETERIA DI STATO COMPRA IL PALAZZO DI ATHENA FUND DA MINCIONE

 

Nella comunicazioni tra Crasso e Tirabassi si inserisce anche un altro finanziere all'epoca nel gruppo Credit Suisse, A. N. Il quale avrebbe confermato a Tirabassi le condizioni di avvio. Va notato però che il nome di N. compare anni dopo legato a una società, Five Ruby red limited, ora attenzionata dal Vaticano. La vicenda, infatti, si infittisce circa tre anni dopo i conferimenti in Sloane & Cadogan.

 

RAFFAELE MINCIONE

A dicembre del 2017 Consortia directors ltd, che gestisce questi quattro immobili vaticani a Londra, avrebbe dato disposizione a un'altra società intermediatrice di effettuare un bonifico da 700.000 sterline a Eight lotus petals ltd con sede alle Isole vergini britanniche. Il bonifico è stoppato dall'organismo di antiriciclaggio della banca della società intermediaria. Dello stop viene a conoscenza anche l'Aif, Autorità di informazione finanziaria, che successivamente informa monsignor Angelo Becciu. Secondo i pm d'Oltretevere, a ridosso di Natale sarebbe sta.

 

raffaele mincione

A gennaio del 2018 SC Alpha, società londinese collegata a Sloane & Cadogan investment management, versa a Five Ruby red limited, riconducibile allo stesso N., un importo di 700.000 sterline. La fattura ha come dicitura «servizi relativi al contratto d'investimento». E indica per il pagamento una filiale Barclays in uno dei paradisi del Canale. L'importo è solo una coincidenza? Oppure non lo è? L'ufficio del promotore di Giustizia, a quanto risulta alla Verità, si sta ponendo tali domande, e avrebbe aperto un altro filone d'indagine diverso, e forse nemmeno intersecato con la presunta truffa di Sloane avenue.

 

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Secondo informazioni in possesso della Verità, gli investimenti in Sloane & Cadogan non avrebbero alcun contatto con quelli inerenti l'ormai celebre fondo Athena e la holding di Mincione Wrm. Il dossier è delicatissimo perché - è bene ricordarlo - i fondi su cui stanno indagando i procuratori sono, almeno nel caso di Athena, quelli dell'Obolo di San Pietro e quindi soldi destinati ai poveri. In quanto tali, da gestire con oculatezza e un certo rispetto cristiano.

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