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Silvia Truzzi per il "Fatto quotidiano"
Nomen omen? Non sempre: vedere alla voce Equitalia, che nel nome ha il principio di equità , ed è un titolo qualche volta difficile da onorare. Questa non è una storia di cartelle milionarie o inseguimenti tributari: è una storia piccola, ma molto significativa.
Nel 2003 la casa editrice Garzanti pubblica Operazione Odessa. La fuga dei gerarchi nazisti verso l'Argentina di Peron di Uki Goñi, giornalista e scrittore argentino. Un capitolo del libro parla anche di Erich Priebke, vice comandante della Gestapo romana, scomparso l'11 ottobre scorso ormai centenario. Che il libro di Goñi possa non essere lusinghiero lo si può facilmente immaginare, del resto l'ex Ss è stato condannato per l'eccidio delle Fosse Ardeatine, in cui persero la vita 335 persone, e ha vissuto liberamente per oltre cinquant'anni proprio in Argentina.
Priebke però non ci sta. Quel capitolo non gli va giù, tanto da chiedere il sequestro cautelativo del volume (si potrebbe dedurne che le tentazioni censorie se uno le ha, difficilmente gli passano anche quando vive in un regime democratico). Niente da fare, il giudice respinge (due volte) il ricorso e Operazione Odessa resta nelle librerie.
All'ex nazista rimane la via della causa per diffamazione. Il legale di Priebke cita in giudizio Garzanti e chiede la liquidazione di danni morali e patrimoniali (50 mila euro). Garzanti, con l'avvocato Laura Cavallari, vince in due gradi giudizio e Priebke è condannato anche a pagare le spese legali (30 mila euro). Ma l'ex gerarca risulta nullatenente nonostante viva, agli arresti domiciliari, con una badante e una guardia del corpo. Dunque le spese legali sono a carico dell'editore. Non è finita. Restano le spese di registrazione della sentenza, 176 euro, che ora Equitalia chiede a Garzanti.
Spiega Stefano Mauri, presidente del Gruppo Gems: "Sono io che mi sento diffamato, Garzanti libri è stata ritenuta responsabile in solido con un tipo come Erich Priebke. Lo Stato potrebbe far da sé, recuperando il proprio credito anziché affidarsi alla controparte di chi non paga. Una delle tante vessazioni che dobbiamo subire da una legislazione malfatta.
C'è una relazione anche con la legge sulla diffamazione, in discussione in Parlamento. Molti politici sembrano partire dal presupposto che a querelare siano probi gentiluomini e a diffamare giornalisti delinquenti. Purtroppo spesso è il contrario: a querelare sono degli impostori e a difendersi editori, autori o giornalisti in buona fede, peraltro categoria non particolarmente facoltosa di questi tempi".
Non è la prima volta che qualcuno, citato in giudizio da Priebke, si trova a dover pagare le spese di registrazione della causa. Capitò anche a Walter Vecellio e al presidente della Comunità ebraica romana, Riccardo Pacifici: assolti, sarebbero stati costretti a pagare 300 euro, se un anonimo cittadino non avesse provveduto di tasca sua. Non solo.
Spiega l'avvocato Cavallari: "Ho avuto modo di difendere editori e scrittori contro Erich Priebke che chiedeva di sequestrare ogni pubblicazione che lo definisse criminale, boia o anche solo nazista . Ricordo ad esempio Corrado Stajano e poi, appunto, Uki Goñi. Seppi così che Priebke, lungi dall'avere riflettuto sul male da lui stesso condiviso e praticato, andava scovando, oltre a editori e giornalisti, gli stessi figli e parenti delle vittime da lui condotte alla fucilazione delle Fosse Ardeatine e persino reduci dai lager".
Priebke "ha imposto âper via giudiziale' una sorta di tassa sulla libertà di stampa piuttosto rilevante. Basti pensare che ogni convenuto in giudizio - spesso editori - ci ha rimesso una media di 20 mila euro, per un totale di circa 400 mila euro. Ma non solo. Ha impiegato risorse dello Stato (le nostre) per pagare carabinieri e personale di scorta nei numerosi viaggi da Roma alle diverse sedi di udienza.
Ha potuto contare su notevoli mezzi privati: uno stuolo di avvocati a servizio di un nazista per aggredire in giudizio editori, studiosi o semplici cittadini. I legali hanno profuso moltissimo impegno in suo favore: viene da domandarsi perché un criminale nazista abbia potuto contare su un così ampio sostegno. Un volontariato nascosto per ragioni di affinità elettive?".
"Il sistema a mio parere è iniquo e addirittura illogico", conclude Gherardo Colombo, ex magistrato e oggi presidente di Garzanti libri, commentando l'obbligo di provvedere alla tassa di registro. "Essere nelle condizioni di pagare per una causa intentata tra l'altro da uno dei responsabili dell'eccidio delle Fosse Ardeatine mi sembra addirittura paradossale".
tomba priebke repubblicaGIACHINI PRIEBKE priebke fosse ardeatineLA DOPPIA STRETTA DI MANO TRA GHERARDO COLOMBO E LUISA TODINI BENEDETTA TOBAGI E ANTONIO PILATI NERI MARCORE CON GHERARDO COLOMBO
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