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Rocco Cotroneo per il “Corriere della Sera”
Se ha alzato un altro bicchiere di birra alla sentenza favorevole - ed è probabile - stavolta Cesare Battisti l' ha fatto nel cuore della notte e dietro il cancello di casa, senza fotografi, protetto dalla coppia che lo accudisce da dieci giorni come un bambino influenzato. Lui è Carlos Lungarzo, un corpulento professore argentino, e i suoi dieci secondi di gloria involontaria li ha vissuti pochi giorni fa.
In canottiera e bermuda, paonazzo, spingeva fuori di casa il giornalista del Tg1 che allungava il microfono a Battisti. La moglie Silvana ancor più furibonda urlava agli invasori.
Mentre il plurilatitante obiettivo dello scoop Rai appariva dietro la scena a dar forza ai suoi angeli custodi, a torso nudo e pancetta regolamentare da birra.
CESARE BATTISTI A RIO DE JANEIRO
Carlos e Silvana, militanti della sinistra brasiliana, il marito per decenni in cattedra all'università di Campinas e impegnato in Amnesty International, lei sociologa, hanno scelto di restare a fianco al loro «Cesar» fino all' ultimo. Se un giorno arriverà mai la Policia Federal dovrà passare sui loro corpi. Lei ha le chiavi di casa, sbarra tutto anche per andare a comprare il pane; lui riceve gli ospiti, parla con gli avvocati, sussurra e controlla se ci sono microspie in giro. Filtra i giornalisti.
I brasiliani sono ben accetti, gli italiani ricevono cancellate in faccia o al massimo un succo d' arancia in cortile, dove fa molto caldo, e una lunga chiacchierata con tutta un' altra verità dal 1978 a ieri.
Si parla a lungo del suo libro sul caso Battisti, testo ufficiale degli innocentisti, oggi di nuovo in prima fila nelle librerie brasiliane, o degli anni ruggenti nei forum no social di Porto Alegre. «Cesare è stanco, devastato, quasi non dorme, gli stiamo dando i sonniferi», dice Silvana. Un po' di rispetto, «non si può più nemmeno uscire a fare un giro». «Troppe interviste!» (quasi tutte per email via Carlos, per la verità).
E sparisce dietro la porta di casa e tre mandate. Cananeia, paesino votato alla pesca e al turismo ecologico a tre ore da San Paolo, in questi giorni è piena di gente per un lungo ponte festivo al suono della «candanga caiçara», le ballate tipiche della regione.
CESARE BATTISTI CHE BRINDA PRIMA DI TORNARE A SAN PAOLO 2
Non è il Brasile dell' immaginario spiaggia-mulatte, ma un tranquillo villaggio umido tropicale, tendente al noioso. Se è per questo, anche Battisti non è qui circondato da intellettuali, ma con la coppia Lungarzo, accasciato in mutande su un divano davanti al ventilatore.
La casa di Cananeia è un prestito dell'amico Magno de Carvalho, un sindacalista di San Paolo vecchio stile, la cui piccola sala è addobbata con un ritratto di Marx, Guernica e la classica foto del Che Guevara.
Legati a Carvalho, un avvocato e un autista militanti nello stesso sindacato sono i due fermati con Battisti alla frontiera con la Bolivia nel misterioso episodio della fuga con i dollari, storia che l' ex terrorista continua a negare.
Fino a venerdì sera, i tre nella casetta di Cananeia sembravano gli ultimi giapponesi nella giungla, pronti ai sacchi di sabbia alla finestra in attesa del giorno finale con l' arrivo dei poliziotti. Poi ieri tutto è cambiato. La sentenza del giudice Luiz Fux che sposta al 24 ottobre la decisione finale dell' Alta corte è qualcosa di più di un semplice rinvio.
CESARE BATTISTI BRINDISI PRIMA DI TORNARE A SAN PAOLO
È il colpo più duro alle richieste dell'Italia da quando la vicenda si è riaperta. Il sì del governo Temer alla consegna dell'ex terrorista, questo ormai certo, è ora appeso al giudizio di cinque membri, un collegio ristretto del Stf (il Supremo tribunale federale). Carlos Lungarzo scorre i nomi e non trattiene il sorriso: «Sono a nostro favore quattro su cinque. Lo dice anche Cesare».
Sarà? Innanzitutto uno dei giudici, Luis Roberto Barroso, non potrà votare perché negli anni scorsi è stato avvocato proprio di Battisti. Il relatore è Marco Aurelio Mello, l' uomo che negli anni scorsi ha guidato tre rifiuti brasiliani su richieste di estradizione legate agli anni di piombo, tra cui quella eclatante di Achille Lollo. È un no certo all' Italia, così come potrebbero inclinare a favore di Battisti anche i giudici Luiz Fux e Rosa Weber, nominati negli anni dei governi di sinistra.
IL MATRIMONIO DI CESARE BATTISTI
L'unico voto quasi certo a favore dell' estradizione è quello del quinto membro, Alexandre de Moraes, appena nominato dal presidente Temer. Con un 3 a 1 Battisti resterebbe in Brasile. Se anni fa la giustizia aveva detto sì alla riconsegna di Battisti e la politica l' ha negata, oggi la situazione si è completamente ribaltata. E il governo è debolissimo, con un presidente pieno di guai giudiziari che ha proprio bisogno della Corte per tirare avanti. L'ennesimo inghippo, l'ennesimo colpo di fortuna per Battisti.
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