DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA…
Estratto dell'articolo di Gianluca Rotondi per il “Corriere della Sera”
[…] Andrea Rossi, ex commercialista sepolto in carcere da 17 anni per l’omicidio di Vitalina Balani, una sua anziana cliente, si è rigirato tra le mani la perizia che potrebbe restituirgli la libertà: «Ci ho sempre creduto», ha detto commosso l’ormai 61enne, rampollo di una facoltosa famiglia bolognese condannato all’ergastolo nel 2010 oltre ogni ragionevole dubbio.
Fino a ieri, quando il perito nominato dalla Corte di Appello di Perugia nel processo di revisione, l’anatomopatologo Mauro Bacci, ne ha sollevato uno decisivo: ha spostato in avanti di otto ore l’orario della morte della vittima, trovata senza vita nella sua casa di Bologna il 15 luglio del 2006. Strangolata sì, ma non più tra le 13.30 e le 14 del giorno precedente, come stabilito nei processi, ma tra le 22 e le 5 del mattino quando secondo la difesa Rossi aveva un alibi.
Un colpo di scena clamoroso che potrebbe riscrivere una storia nera che si credeva chiusa. […] La perizia, la prima super partes, è stata ottenuta dall’avvocato Gabriele Bordoni, legale di Rossi, in base a conclusioni analoghe dei propri consulenti.
La signora Balani, 70 anni, sposata con un anziano costruttore, era cliente di Rossi. Gli aveva dato da investire due milioni di euro, che però rivoleva indietro. Denaro che lui aveva dilapidato. Quel giorno avrebbero dovuto incontrarsi. Rossi aveva dunque un movente robusto. Nei processi furono altri gli indizi a carico. L’iniziale silenzio sui rapporti economici con la vittima, la cancellazione dal suo computer dei file che permettevano di ricostruirli.
Le pagine dell’agenda della donna che davano conto degli investimenti furono strappate e trovate in casa dell’uomo, dentro un dizionario alla voce delitto. E infine l’alibi considerato falso, fondato su uno scontrino di un bar che segnava le 13.30, presunta ora del delitto, ma solo perché l’orologio del registratore era indietro di circa 50 minuti.
Le indagini partirono in salita, il primo medico-legale concluse per la morte naturale e la scena del delitto fu compromessa. Perfino da Rossi che dopo il decesso si fece dare la borsa della vittima dall’anziano marito. Solo più tardi l’autopsia stabilì l’omicidio. […]Rossi era in ufficio con dei clienti e fino a mezzanotte era al suo pc, a cancellare quei file. La perizia verrà discussa il 24 settembre in aula. Poi, forse, una nuova sentenza.
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