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TARANTO NEL CAOS – A MENO DI DUE MESI DALL’ELEZIONE, SI È DIMESSO IL SINDACO DELLA CITTÀ PUGLIESE, PIERO BITETTI, DEL CENTROSINISTRA – IL PASSO INDIETRO È MOTIVATO DALL’“INAGIBILITÀ POLITICA” E ARRIVA IN SEGUITO ALLE TENSIONI ESPLOSE SULLA VICENDA DELL’EX ILVA – IERI, NEL CORSO DELL'ASSEMBLEA PER DISCUTERE DEL FUTURO DELL’ACCIAIERIA, LE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE HANNO OCCUPATO IL PALAZZO DEL COMUNE. BITETTI DENUNCIA “MINACCE DAGLI ATTIVISTI” – NEL MIRINO DEI CONTESTATORI ANCHE IL GOVERNATORE DELLA PUGLIA, MICHELE EMILIANO…

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Estratto dell’articolo di Domenico Palmiotti per “Il Sole 24 Ore”

 

Piero Bitetti

A meno di due mesi dall’elezione, il sindaco di Taranto, Piero Bitetti, del centrosinistra, si è dimesso ieri sera. Le dimissioni hanno «effetto immediato» e sono motivate dalla «inagibilità politica». A farlo dimettere, le tensioni esplose sulla vicenda ex Ilva.

 

L’incontro che ieri pomeriggio il sindaco ha convocato con gli ambientalisti per discutere dell’accordo istituzionale di programma sull’ex Ilva, in vista del Consiglio comunale del 30 e del successivo vertice al Mimit del 31, è infatti ben presto salito di tono accendendo il clima.

 

CONTESTAZIONE DEGLI AMBIENTALISTI AL SINDACO DI TARANTO PIERO BITETTI

Gli attivisti delle associazioni hanno invaso e occupato Palazzo di Città. Inoltre, non è stato ascoltato l’invito del sindaco a contingentare i tempi degli interventi per dar modo a tutti di intervenire. Quando poi il sindaco, per altri impegni, ha cercato di assentarsi dalla riunione ed uscire dal Municipio, gli è stato impedito e sono partite forti contestazioni al suo indirizzo.

 

Le dimissioni del sindaco dovrebbero far saltare gli incontri previsti per il 30 e il 31, segnando uno stop a tutto l’iter dell’accordo di programma. Bitetti ha ora 20 giorni per ritirare le dimissioni.

 

stabilimenti ex ilva a taranto

Prima dell’assemblea con gli ambientalisti, il Comune aveva messo sul tavolo una sua proposta in alternativa ai due scenari analizzati dal comitato tecnico insediato al Mimit per esaminare il tema dell’approvvigionamento del gas necessario a decarbonizzare l’ex Ilva. [...]

 

La proposta del Comune, aveva spiegato il sindaco prima delle dimissioni, «è sostanzialmente un’ipotesi C sulla scorta di quanto l’ex Ilva utilizza oggi come gas e del fabbisogno dichiarato per 3 forni elettrici, un impianto di Dri e un impianto per la cattura e lo stoccaggio della CO2.

 

CONTESTAZIONE DEGLI AMBIENTALISTI AL SINDACO DI TARANTO PIERO BITETTI

Quest’ultimo è l’assetto che indichiamo come primo passo in attesa che ci siano nuovi sviluppi, dall’idrogeno alla possibilità di usare il biometano o, ancora, altre fonti energetiche, anche rinnovabili. In sostanza, noi diciamo: concentriamoci su un primo step, poi man mano che lo scenario evolverà anche per quanto riguarda il gasdotto Tap, andremo avanti e magari potremo anche installare altri impianti di Dri».

 

[...]

 

Secondo il Comune, i circa 2 miliardi di metri cubi di gas che oggi, su base annua, arrivano all’ex Ilva via terra dall’attuale rete sarebbero sufficienti per «iniziare un processo di decarbonizzazione dell’acciaieria». Nella sua proposta, il Comune fa riferimento a quanto è scritto nella relazione del comitato tecnico.

 

«Attualmente - si legge - il sito produttivo di Acciaierie d’Italia a Taranto è allacciato alla rete nazionale del gas con una capacità complessiva di circa 2 miliardi di standard metri cubi all’anno, sufficienti a coprire la domanda del ciclo produttivo esistente e parte della fase 1 di entrambe le opzioni».

 

michele emiliano

La fase 1 di entrambe le opzioni è collocata nel 2029 e prevede per lo scenario A, 2 altiforni, un forno elettrico e 2 impianti tra Dri e cattura-stoccaggio della CO2, mentre per lo scenario B, 2 altiforni, un forno elettrico e null’altro. Adesso, però, con le dimissioni tutto è fortemente in bilico.

ex ilva di taranto - acciaierie d italia

PIERO BITETTIPiero Bitetti