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KITSCH BUSSA ALLA NOSTRA PORTA? – LA MOTOSEGA DI MUSK, I SALUTI ROMANI DI BANNON, IL BALLO DI TRUMP…
E MO' CHI LO SENTE ELON MUSK? - UN TEAM DI RICERCATORI HA SCOPERTO CHE MARTE DEVE IL SUO CARATTERISTICO COLORE ROSSASTRO A UN MINERALE RICCO DI ACQUA, LA FERRIDRITE, E NON ALL'EMATITE CHE SI SAREBBE FORMATA SUCCESSIVAMENTE IN CONDIZIONI ASCIUTTE - I RISULTATI RUGGERISCONO CHE IN PASSATO, IL PIANETA ROSSO FOSSE PIÙ UMIDO E QUINDI POTENZIALMENTE ABITABILE…
(ANSA) - Marte deve il suo caratteristico colore rossastro a un minerale ricco di acqua, la ferridrite, e non all'ematite che si sarebbe formata successivamente in condizioni asciutte: lo indicano nuove simulazioni di laboratorio incrociate con i dati raccolti dai rover e dagli orbiter con cui Nasa e Agenzia spaziale europea stanno esplorando il Pianeta Rosso. Lo studio, che suggerisce un passato più umido e potenzialmente abitabile, è pubblicato su Nature Communications da un team internazionale guidato dalla Brown University negli Stati Uniti e dall'Università di Berna in Svizzera.
La ferridrite è un minerale a base di ossido di ferro che si forma in ambienti ricchi di acqua. Sulla Terra è comunemente associato a processi come l'erosione delle rocce vulcaniche e della cenere. Finora il suo ruolo nella composizione della superficie di Marte non era ben compreso, ma questa nuova ricerca suggerisce che potrebbe costituire una parte importante della polvere che ricopre la superficie del pianeta.
I ricercatori sono giunti a questa conclusione analizzando i dati raccolti dall'orbita marziana con le missioni Mars Reconnaissance Orbiter della Nasa, Mars Express e Trace Gas Orbiter dell'Agenzia spaziale europea: li hanno poi combinati con misurazioni complementari raccolte a livello del suolo da rover come Curiosity, Pathfinder e Opportunity. Gli strumenti a bordo degli orbiter e dei rover hanno fornito dati dettagliati della superficie polverosa del pianeta.
Questi risultati sono stati quindi confrontati con esperimenti di laboratorio nei quali è stato testato il modo in cui la luce interagisce con particelle di ferridrite e altri minerali in condizioni simili a quelle presenti su Marte. Per rendere la simulazione più realistica, i ricercatori hanno ricreato la polvere marziana utilizzando una macchina che ha permesso di ottenere granelli grandi appena un centesimo di un capello umano.
I campioni di polvere sono stati analizzati usando le stesse tecniche delle sonde e dei rover in modo da effettuare un confronto diretto, e i risultati hanno dimostrato che la ferridrite mescolata al basalto genera lo spettro più simile a quelli osservati dalle missioni spaziali. La conferma definitiva potrà arrivare solo quando saranno riportati sulla Terra i campioni di suolo marziano che sta raccogliendo il rover Perseverance.
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