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TERRORISTI A CASA NOSTRA - ARRESTATO A FERRARA IL FRATELLO DEL KILLER DI MARSIGLIA: ANIS HANNACHI AVEVA COMBATTUTO TRA I FOREING FIGHTER IN SIRIA ED È STATO LUI A RADICALIZZARE IL FRATELLO AHMED, CHE IN UNA STAZIONE DI MARSIGLIA HA UCCISO A COLTELLATE DUE RAGAZZE - RESPINTO DALL’ITALIA NEL 2014, SI MUOVEVA DA TEMPO NEL NOSTRO PAESE. ORA SARÀ ESTRADATO IN FRANCIA
(ANSA) - Anis Hannachi, il fratello del killer di Marsiglia aveva combattuto tra i foreign fighters arrivati da tutto il mondo in Siria per partecipare alla jihad. E' quanto hanno comunicato le autorità francesi a quelle italiane, che sabato sera hanno arrestato il tunisino a Ferrara. L'ipotesi delle autorità transalpine è che sia stato proprio Anis Hannachi a indottrinare e a provocare la radicalizzazione del fratello Ahemd.
Alle autorità italiane Anis non era noto come soggetto radicalizzato: nelle banche dati delle forze di polizia risultava solo il fotosegnalemento del 2014, quando poi fu respinto e rimandato in Tunisia. "Sono stati i colleghi francesi - ha spiegato Lamberto Giannini, il direttore dell'Antiterrorismo della Polizia - ha segnalarcelo come combattente del jihad nel contesto siro-iracheno". Nelle file dei jihadisti, assieme ad altre migliaia di foreign fighters, Anis avrebbe militato per almeno due anni, dal 2014 al 2016.
(ANSA) - Anis Hannachi, il fratello del killer che alla stazione di Saint-Charles di Marsiglia ha ucciso a coltellate le cugine Laure e Marianne, era stato respinto dall'Italia nel 2014 quando arrivò a Favignana con altri tunisini su un barcone. E' quanto emerso dalle indagini dopo l'arresto di Hannachi. La probabile presenza dell'uomo in Italia è stata segnalata dalle autorità francesi la sera del 3 ottobre e il 4 si è avuta la certezza che fosse nel nostro Paese, in Liguria. Hannachi è poi stato arrestato il 7 ottobre a Ferrara.
Ahmed Hanachi e vittime attentato marsiglia
(ANSA) - Al momento "non ci sono evidenze" che Anis Hannachi volesse compiere azioni in Italia o stesse pianificando attacchi nel nostro paese. Lo hanno sottolineato investigatori ed inquirenti nel corso della conferenza stampa in cui sono stati resi noti i dettagli dell'arresto del fratello del killer di Marsiglia. Al momento, inoltre, non sono emersi elementi che possano far ritenere che il 25enne tunisino avesse "solidi appoggi" logistici a Ferrara, dove è stato rintracciato e fermato.
(ANSA) - Anis Hannachi verrà estradato in Francia entro pochi giorni. Lo ha detto il procuratore antimafia e antiterrorismo Franco Roberti nel corso di una conferenza stampa sulle indagini che hanno portato all'arresto del fratello del killer di Marsiglia. "I tempi dell'estradizione - ha sottolineato Roberti - saranno molto ristretti, qualche giorno, non di più. La procedura con la Francia è già stata attivata".
Il procuratore ha poi affermato che, al momento, Anis Hannachi non sta collaborando con gli investigatori e gli inquirenti. Quando è stato fermato, il tunisino non aveva con se documenti e agli uomini della Digos di Bologna e Ferrara ha dato un nome di fantasia e detto di essere algerino.
Sara Menafra per il Messaggero
Vive da tempo in Italia, spostandosi di città in città e passando anche per il Lazio. Quando il fratello è tornato a Aprilia il 16 marzo scorso per il rinnovo del permesso di soggiorno, l'avrebbe incontrato e forse accompagnato. Ma, soprattutto, dicono ora i francesi che chiesto l'aiuto della polizia italiana per rintracciarlo e arrestarlo attraverso un mandato di cattura europeo, sarebbe lui, ad aver istruito Ahmed Hannachi prima che l'1 ottobre entrasse in azione a Marsiglia con un attentato al coltello sulla cui matrice - si è oscillato a lungo tra l'azione jihadista e il gesto passionale - ci sono stati a lungo dubbi: Anis Hannachi è stato arrestato sabato sera a Ferrara dalla Digos locale in collaborazione con quella di Bologna.
LE ACCUSE
Secondo la polizia francese, è il venticinquenne Anis la chiave per capire i mesi che hanno portato il tranquillo Ahmed, un trentenne a lungo sposato con un'italiana e con trascorsi di consumo di alcol e stupefacenti, a trasformarsi in un lupo solitario pronto a colpire due donne giovani e carine alla stazione di Marsiglia. Dopo il trasferimento di Ahmed in Francia, l'avrebbe spinto in un percorso di radicalizzazione rapido ma senza scampo.
Il mandato di cattura internazionale emesso dai francesi lo vede accusato di terrorismo internazionale e cooperazione nell'attentato di inizio mese. Nelle prossime ore sarà interrogato alla presenza di delegati della procura di Roma, che ha aperto un fascicolo per terrorismo internazionale e ha già avviato alcuni accertamenti sul passaggio di Ahmed Hannachi in Italia. La pm Tiziana Cugini ha chiesto alla ex moglie, Ramona Cargnelutti, di far ritorno in Italia per dire tutto quello che sa sull'ex marito.
Alcuni giorni fa erano state le autorità tunisine a spiegare per prime che Ahmed non aveva agito da solo e che al suo fianco doveva esserci stato uno dei suoi fratelli residenti in Europa. Secondo Tunisi, il più pericoloso dei cinque Hannachi, sarebbe Anouar, residente in Francia ma passato anche attraverso il nostro paese. Anouar sarebbe ricercato per terrorismo anche nel suo paese e proprio per questo motivo si sarebbe rifugiato in Europa.
Non tutti i tasselli sono però andati al loro posto. Tre giorni fa, sempre da Tunisi, è arrivata la notizia che due dei fratelli di Ahmed Hannachi erano stati arrestati a Bizerte per i loro rapporti con l'attentatore di Marsiglia: Emna, una giovane integralista che sarebbe stata a conoscenza dei piani dei fratelli presenti in Europa e da tempo veste il niqab (il velo nero che lascia scoperti solo gli occhi); e un fratello «minore», del quale non è stato diffuso il nome. Sull'identità e il ruolo di questo fratello ci sono notizie contrastanti: dalla Francia, qualcuno accredita la tesi che la famiglia sia composta da quattro e non da cinque elementi e che sia Anis, il giovane fermato a Ferrara, ad avere un pedigree da terrorista anche nel paese di provenienza.
L'ANTITERRORISMO
In ogni caso, dalle parti dell'Antiterrorismo italiano il ruolo dei fratelli Hannachi è scandagliato con cura. Dopo la segnalazione arrivata dalla Francia al Servizio centrale per il contrasto al terrorismo esterno, la Dcpp Ucigos si è mossa con estrema attenzione per fermare Anis ed evitare che fuggisse ancora. L'operazione è stata gestita su più livelli, con la cooperazione anche della procura nazionale antimafia e antiterorrismo.
E ogni passaggio fatto in Italia da questo giovane tunisino è ora analizzato al microscopio per capire se nel nostro paese esista una rete di fiancheggiatori con cui condivide un progetto eversivo e dunqeu pronta ad entrare in azione. A decidere quando e se rimpatriarlo dovrà essere, ora, la corte di appello di Bologna.
Sara Menafra
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