DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
L’aumento non sembra poi così notevole. Per imbarcare il primo bagaglio sui voli Delta Air Lines, United Airlines e JetBlue bisognerà pagare 30 dollari (25,5 euro). «Soli» cinque dollari in più rispetto a poche settimane fa. Che però applicati ai 375 milioni di passeggeri che trasportano assieme le tre aziende potrebbero portare sui loro bilanci un paio di miliardi di dollari aggiuntivi (scenario ottimale). È la nuova fase nei ricavi ancillari, quegli introiti derivanti dalla vendita di servizi al di fuori del semplice biglietto (che a malapena copre le spese di trasporto). Come la scelta del posto. L’imbarco prioritario. Il trasporto in stiva della valigia. L’acquisto del cibo. O della connessione internet.
Il «tesoretto»
Un «tesoretto» che quest’anno ammonterà a 100 miliardi di dollari (85 miliardi di euro), il 12% dei ricavi complessivi, stando all’analisi del Corriere sulle stime finanziarie della Iata, l’associazione internazionale che riunisce oltre l’80% dei vettori. Un esborso aggiuntivo medio, per passeggero, di 23 dollari (circa 20 euro). «Stiamo parlando di una cifra notevole per il settore», sostiene Brian Pearce, capo economista della Iata. «Da un lato vediamo la tariffa media scendere, dall’altro assistiamo al rimbalzo degli extra. Ci aspettiamo che nei prossimi anni il peso sui ricavi complessivi aumenti».
L’evoluzione
I ricavi ancillari toccavano quota zero nel Duemila per poi decollare nel 2007-2008. Il periodo in cui negli Usa le compagnie hanno iniziato a far pagare per il bagaglio imbarcato. Poi ci hanno preso gusto un po’ tutti i vettori. Hanno iniziato a «spacchettare» il biglietto: quello che prima era compreso nel prezzo non lo è stato più. Quindi hanno aggiunto altre novità a pagamento. I gratta e vinci, l’hotel, il noleggio dell’auto, l’assicurazione di viaggio, le barrette di cioccolata, la possibilità di passare più velocemente in dogana, di prenotare i due-tre sedili di fianco (così da farne un letto), l’accesso alla lounge, l’imbarco prioritario, la scelta del sedile. Il record dei profitti extra va a United Airlines: 4,88 miliardi di euro, nel 2017, secondo l’analisi della società specializzata IdeaWorks curata da Jay Sorensen ed Eric Lucas. Ma se si va a vedere il pro capite, vince la low cost statunitense Spirit Airlines: l’anno passato ciascun viaggiatore ha sborsato in media 43,25 euro di extra.
Le prossime novità
Ora, però, le idee innovative sono finite. E le compagnie stanno cercando di capire come generare più ricavi dagli extra che esistono già, stando alle opinioni che il Corriere ha raccolto sentendo una dozzina di aviolinee. Alcuni esempi? Le cappelliere saranno sempre più a disposizione soltanto di chi paga un extra (Ryanair ha già aperto la strada). Ciascun sedile avrà un costo aggiuntivo diverso: dispendiosi quelli davanti (perché si sbarca prima), nel lato finestrino e in corridoio (perché più comodi), meno cari quelli centrali o nei pressi dei bagni. La coperta e il cuscino diventeranno a pagamento in Economy. I bagagli in stiva, poi, avranno prezzo variabile: si pagherà di più durante i picchi di stagione, si sborserà di meno lontani dalle feste. E nei voli intercontinentali l’intrattenimento di bordo fornirà gratis i film vecchi, a pagamento quelli nuovi. Insomma, per chi vola le cose non miglioreranno. «I ricavi ancillari sono una protezione contro l’imprevedibilità della tariffa base — dicono Sorensen e Lucas —: più i ricavi ancillari sono elevati nei bilanci, più si è protetti dalla volatilità del settore».
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