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MEZZANOTTE DI FUOCO – LE LACRIME E LA RABBIA DI CR7 DOPO IL ROSSO: QUELLE DUE ORE “A SOFFRIRE COME UN CANE” NELLO SPOGLIATOIO  –"FORZA CRIS", GLI HA DETTO BERNARDESCHI AL TERMINE DELLA GARA- LUI SI E' SCUSATO CON TUTTI I COMPAGNI - IL SOSTEGNO A CALDO DELLA SOCIETÀ, CHE PERÒ ORDINA: “MAI CENNI DI REAZIONE” - VIDEO

Da torino.corriere.it

 

cristiano ronaldo

Mezzanotte di fuoco. Per la precisione: ore 00 e 2 minuti,è l’istante esatto nel quale Cristiano Ronaldo lascia finalmente gli spogliatoi del rovente stadio «Mestalla». Di fuoco sono anche gli occhi di CR7. «Cristiano, Cristiano...», abbozza la «prensa» spagnola. Lui si gira, fulmina tutti con lo sguardo, non dice una parola e va via.

 

Sono passate due ore e mezza dal primo rosso in Champions League dell’uomo che ha vinto cinque volte il Pallone d’oro, dalle sue lacrime in campo, dai fischi dei quasi 50.000 valenciani che si trasformano subito in ironia, in mani che si strofinano gli occhi, nella parodia collettiva del «campione piagnone». È durata un minuto e mezzo l’uscita dal campo del numero 7 e della sua maglia grigio pietra: prima il faccia a faccia con l’arbitro tedesco Felix Brych, poi le lacrime seduto sul prato zuppo del più antico stadio spagnolo.

 

 

Quindi Mandzukic, Chiellini, Bonucci e Bernardeschi che lo aiutano a rialzarsi, l’ex viola che lo accompagna fuori dal campo, la carezza di Marcelino e quella meno plateale del collega Allegri, al quale il campione ripete «non ho fatto nulla». 

 

cristano ronaldo

E poi quel che resta della partita negli spogliatoi, «a soffrire come un cane»confideranno i compagni, perché mica è vero che il passaggio dal rosso del cartellino a quello del rubinetto dell’acqua calda sia sempre così immediato. Finisce «prima sotto la doccia» Cristiano, ma è doccia fredda, è rabbia che non riesce a sbollire, nella notte appiccicosa di Valencia, nella pancia di uno stadio che balla sopra la testa di chi sta già negli spogliatoi, di rumori che sembrano tutti uguali, fino a quel rigore parato da Szczesny, come l’ultimo barrito di questo stadio elefantiaco. 

 

Finisce la partita, non la notte di CR7. Che aspetta i compagni negli spogliatoi, prima quelli della panchina, poi quelli del «10 e lode». Sono i compagni che in inferiorità numerica hanno conquistato la vittoria all’esordio in Champions, in trasferta, contro il Valencia, squadra indicata come l’outsider del girone. 

ronaldo

 

«Forza Cris», dice Federico Bernardeschi appena mette piede negli spogliatoi. Lo consolano tutti e lui si scusa, dettaglio non trascurabile, ma in linea con l’approccio scelto dal campione in questi primi mesi a Torino. A parlare con CR7 vanno anche i dirigenti bianconeri, il presidente Andrea Agnelli, il suo vice Pavel Nedved, l’amministratore delegato Beppe Marotta e il direttore sportivo Fabio Paratici, il manager juventino che meglio conosce il campione. Gli uomini della società. Così fanno sempre Agnelli e i suoi più stretti collaboratori e la «liturgia» si ripete anche questa volta. Smentendo «categoricamente» una visita dei dirigenti della Juventus nello spogliatoio dell’arbitro Brych, subito dopo il fischio finale.

 

È un’indiscrezione riportata ieri dal quotidiano spagnolo «Marca», è quanto denunciavano alcuni dirigenti del Valencia, proprio mentre Nedved, sorridente e giacca in spalla, lasciava lo stadio. Perché non è questa la linea scelta dalla società. Certo, l’arbitro tedesco non piace alla Juve: per come ha diretto la finale di Cardiff, ma soprattutto l’ultima sfida persa in Spagna, contro l’Atletico Madrid. Ma altre sono le sedi scelte per far sentire la propria voce, in particolare con il «designatore europeo» Roberto Rosetti, presidente della commissione arbitri dell’Uefa. 

MEME ESPULSIONE RONALDO

 

E in un’altra sede la dirigenza bianconera parlerà anche con CR7. Sull’espulsione la società sta (senza se e ma) con il giocatore. Ma vuole pure che certi gesti vengano sempre evitati, da chiunque Ronaldo compreso. «Mai un cenno di reazione», sarà il messaggio per tutti. Nella notte calda del «Mestalla», nelle due ore e mezza trascorse prima che il giocatore lasciasse gli spogliatoi, il tempo ci sarebbe stato. Però chi conosce il calcio lo sa: l’allenatore Johan Cruijff non rimproverava mai i suoi giocatori subito dopo la gara. Anzi, neppure metteva piede negli spogliatoi del Barcellona. Ed è anche così che ha vinto la prima Coppa dei Campioni.

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