DAGOREPORT - CHI L’HA VISTO? ERA DIVENTATO IL NOSTRO ANGOLO DEL BUONUMORE, NE SPARAVA UNA AL…
Estratto dell'articolo di Elena Ceravolo per “il Messaggero”
«Lo colpiva come se tirasse calci ad un pallone quando era a terra, già privo di sensi per un pugno che un altro gli aveva scagliato sul viso con tutta la forza». È uno dei racconti chiave, […]che ieri hanno portato in carcere i due presunti assassini di Alessandro Castellaccio, l'operatore sanitario di quarant'anni morto per il brutale pestaggio avvenuto il 18 giugno davanti ad un bar del centro storico di Tivoli.
L'ordinanza di custodia cautelare è scattata per due operai romeni che subito dopo si erano allontanati: Ion V., che ieri ha compiuto 35 anni, e Mircea N., 51, indicato come colui che ha sferrato la terribile raffica di calci: a casa sua i carabinieri hanno sequestrato le scarpe ancora sporche di sangue. Dovranno rispondere di omicidio volontario in concorso.
BAR DOVE E STATO MASSACRATO Alessandro Castellaccio
[…] la vittima, mentre rientrava a casa, aveva ripreso il gruppo che stava bevendo birra in piazzetta per il volume alto della musica. Ne era nato uno scontro con un altro della comitiva, che sembrava finito lì. E invece i due, vedendo l'amico ferito al volto, sarebbero arrivati come furie su Alessandro in assetto vendicativo. Inutile il tentativo della compagna, arrivata subito, di proteggerlo: dopo il pugno sono arrivati i calci.
Niente hanno potuto nemmeno i connazionali romeni: alcuni hanno bloccato il trentacinquenne che aveva assestato il primo colpo micidiale, mentre un altro si è istintivamente steso su Alessandro per cercare di parare l'esplosione di violenza successiva: «Non si fermava la drammatica ricostruzione - Provavo a coprirlo ma mi arrivavano calci sul dorso e al fianco».
[…]«La misura cautelare ha sottolineato il procuratore Francesco Menditto - è l'esito dell'immediata ed efficace indagine». Oggi sarà conferito l'incarico per l'autopsia e dopo potranno essere celebrati i funerali di Alessandro Castellaccio. La città si è stretta intorno alla mamma, Daniela Cola, e alla sorella Adele, piegate dal dolore: «Ringraziamo i carabinieri e l'autorità giudiziaria per l'impegno e la celerità è il loro messaggio -. Rinnoviamo l'invito a quanti hanno visto di portare le loro testimonianze se ancora non l'hanno fatto perché ogni dettaglio è importante per fare giustizia». Si può anche contattare il legale di famiglia (0774 318460/2 o per email avvfabiofrattini@gmail.com). […]
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