mascherina milano

TI CONOSCO, MASCHERINA! – DA OGGI ANCHE LA LOMBARDIA TORNA A RESPIRARE ALL’APERTO SENZA LA MASCHERINA: RESTA L’OBBLIGO NEI LUOGHI CHIUSI E DOVE NON È POSSIBILE RISPETTARE IL CANONICO DISTANZIAMENTO DI UN METRO – GALLERA: “È UN PATTO CON I CITTADINI, MA SIAMO PRONTI A INDOSSARLA NUOVAMENTE A SETTEMBRE SE…”

1 - AL CHIUSO O ALL'APERTO, QUANDO È ANCORA OBBLIGATORIO COPRIRE NASO E BOCCA

Cristina Marrone per il “Corriere della Sera”

 

DONNA CON LA MASCHERINA A MILANO

Ci siamo. Da oggi anche in Lombardia, la regione più colpita dall'epidemia di coronavirus non sarà più obbligatorio indossare la mascherina all'aperto, provvedimento in vigore dal mese di aprile. Il virus continua a circolare, ma molto meno di due mesi fa, quindi è stato possibile alleggerire le norme anticontagio.

 

Resta comunque necessario indossare il dispositivo di protezione anche all'aperto se non sarà possibile mantenere il canonico metro di distanza dalle altre persone. La mascherina che copre naso e bocca è utile per frenare le goccioline, veicolo di contagio del coronavirus e, assieme al lavaggio frequente delle mani e al distanziamento sociale è considerata l'arma vincente per evitare il contagio. La mascherina però non va in soffitta, tutt' altro.

turiste con la mascherina a milano

 

Nei luoghi chiusi resta l'obbligo di protezione: è necessario indossarla negli uffici pubblici, sui mezzi di trasporto (aerei e treni compresi) quando si entra in un negozio o al supermercato, nei bar e nei ristoranti quando non si è seduti al tavolo e ci si sposta per entrare o uscire o per andare in bagno.

 

coppia con mascherina in metro a milano

Anche chi va in palestra, dal parrucchiere o in un centro estetico o visita un museo deve indossare la protezione. E in ufficio, se le postazioni di lavoro sono troppo vicine, è bene utilizzare il dispositivo di protezione oltre che garantire un costante ricambio d'aria: i luoghi critici sono gli ambienti chiusi di dimensioni ridotte e con limitata ventilazione.

un uomo con la mascherina in mezzo ai piccioni a milano

 

Gli spazi aperti senza dubbio sono più sicuri perché almeno il contagio per via aerea (quando le goccioline più piccole restano in sospensione in aria per un lungo periodo) è escluso a causa dell'elevata «diluizione» della carica virale: per un soggetto sano è quasi impossibile inalare una sufficiente dose infettante. Se siete all'aperto, e passate accanto a qualcuno, tenete a mente i due principali fattori del contagio, «carica virale» e «tempo».

 

soldati con la mascherina in piazza duomo a milano

Dovreste restare nel flusso d'aria di quella persona per oltre 5 minuti per contagiarvi: all'aperto il vento e gli elementi esterni assicurano la diluizione del virus. La luce solare, il calore e l'umidità concorrono a ridurre la sopravvivenza del virus e minimizzano il rischio di ammalarsi all'aperto. Rischio che può permanere se si viene in contatto con le goccioline più grandi (i droplet con diametro superiore ai 10 micron) emesse con tosse e starnuti, per questo la mascherina è cruciale se le distanze sono ridotte.

un soldato con la mascherina in piazza duomo a milano

 

Uno studio giapponese su 100 casi ha scoperto che le probabilità di contrarre il coronavirus sono quasi 20 volte più alte all'interno che all'esterno, ma come ribadito da molti esperti il «rischio zero» non esiste. Ma all'esterno quando dobbiamo indossare la mascherina? In spiaggia non è necessario ma quando ci si muove per andare al bar o in altri luoghi chiusi bisogna ricordarsi di averla con sé e soprattutto di indossarla. Stesso concetto quando si entra in un rifugio in montagna.

guanti e mascherina 2

 

Sagre e fiere restano vietate perché il rischio di non mantenere le distanze è alto e il numero di contagi non è ancora così basso da fornire una garanzia sufficiente a livello nazionale. Ma se si cammina lungo la strada dello «struscio» di una città marina particolarmente affollata (circostanza che comunque andrebbe evitata), è opportuno indossare la mascherina per proteggere se stessi e gli altri proprio perché viene meno un parametro chiave della prevenzione: il distanziamento sociale.

giulio gallera

 

2 - GALLERA: «LA LOMBARDIA RESPIRA, TOGLIERE LE MASCHERINE È UN PATTO COI CITTADINI»

Alberto Giannoni per “il Giornale”

 

Giulio Gallera, assessore regionale al welfare. La Lombardia respira. Qual è la situazione?

«La situazione è sotto controllo, in netto miglioramento dal punto di vista clinico. Il numero delle persone in terapia intensiva è molto basso, quei pochi sono persone con altre patologie, e col Covid che si riscontra in modo asintomatico. Persone con altri problemi che sono anche positive. Anche gli 8 di oggi si spiegano così: facciamo i tamponi prima del ricovero».

 

Cosa è successo?

guanti e mascherina 1

«Il virus sembra meno aggressivo, il perché lo dirà la scienza. Noi osserviamo è che le persone con problemi respiratori sono pochissime, forse uno solo in settimane. Da settimane non ci sono situazioni gravi, siamo a 27 ricoverati in terapia intensiva. Alla luce di questo e dell'azione che stiamo facendo, riteniamo di allentare leggermente in un patto virtuoso coi cittadini».

attilio fontana e giulio gallera al bar del fico senza mascherina

 

Oggi primo giorno senza mascherine.

«Sì, al di là della capacità di resistere della Lombardia, cosa è emerso? Noi siamo stati tempestivi nel chiedere misure di chiusura, il governo le ha messe in campo, i cittadini sono stati molto rigorosi sia in quei due mesi in casa sia dopo, penso anche alle attività commerciali. Al di là di qualche caso, questa risposta ci ha consentito di essere a un livello migliore di altri Paesi in cui non c'è stato lo stesso rigore. Ecco il patto: se tenere la mascherina all'aperto, distanziati, può essere faticoso, si può allentare un po', pronti a settembre a indossarla se sarà necessaria».

 

GIULIO GALLERA

La «seconda ondata». È possibile? Probabile? O del tutto imprevedibile?

«Si tratta di un virus nuovo e gli scienziati hanno detto tutto e il suo contrario, questo complica le cose. Noi non lo sappiamo, possiamo dire che andando a cercare troviamo persone col virus, numeri non alti, però la stragrande maggioranza non ha sintomi o ne ha pochissimi. Non si può dire che il virus non circoli più. Stiamo lavorando per arginarlo e soffocarlo. Può esserci una recrudescenza ma grazie agli investimenti fatti contiamo di gestirlo in modo più efficace».

 

Attilio Fontana e Giulio Gallera mejo di Bob Behnken e Doug Hurley di Space x by lughino

Sui mesi passati poco a poco la verità viene fuori.

«Il tempo è galantuomo. C'è stata una campagna violenta di diffamazione. Fortunatamente chi lavora su dati oggettivi sta facendo emergere i fatti. Ciò che intristisce è che si sia usata la pandemia come clava per la contrapposizione politica. È stata usata la parola assassini. E qui tutti hanno lavorato per salvare vite. Col tempo però tutto assume una dimensione giusta. Alla fine chi ci ha provato verrà giudicato per l'utilizzo cinico di questa disgrazia. La politica nobile si fa in altro modo».

 

Il momento più brutto?

guanti e mascherina 4

«I momenti tristi sono stati molti, legati alle difficoltà, a volte al senso di impotenza, a tentativi che sembravano insufficienti. Ma andiamo avanti. Abbiamo approntato un sistema per evitare di essere sorpresi e abbiamo avuto 40mila segnalazioni. Andiamo avanti coi test sierologici, abbiamo deliberato assunzioni, avremo 1.100 persone che fanno indagini epidemiologiche. Potenziamo unità territoriali, infermieri di famiglia e assistenza domiciliare. Se poi il virus torna virulento sappiamo dove aprire le terapie intensive».

GIULIO GALLERA ATTILIO FONTANA BY CARLI

 

Le sue motivazioni politiche?

«Per me la politica è servizio. Fare l'assessore alla sanità è questo, dava senso al mio impegno. Essermi trovato in questa situazione è stato molto faticoso, ma ho dato tutto e questa per me è la cosa importante, ha rafforzato questo spirito. Ora voglio continuare col mio impegno anche perché spero che questo venga riconosciuto al di là della strumentalità del momento. Io, Fontana e gli altri abbiamo dato tutto. Ora non possiamo permetterci distrazioni».

Giulio Galleragiulio galleraGalleraFONTANA GALLERA