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TIK TOK… TAC - LA CAMERA USA STA METTENDO A PUNTO UNA LEGGE PER IMPORRE A BYTEDANCE, LA CONTROLLANTE DI TIKTOK, DI VENDERE LA APP A CAPITALI OCCIDENTALI - WASHINGTON CONSIDERA IL SOCIAL MEDIA UNA MINACCIA ALLA SICUREZZA, CAPACE DI INFLUENZARE POLITICAMENTE I SUOI UTENTI, SOPRATTUTTO I GIOVANI, IN TEMPI DI ELEZIONI - L'AZIENDA CINESE NON MOLLA E CHIEDE AI SUOI UTENTI DI UTENTI DI INONDARE DI MESSAGGI I LORO RAPPRESENTANTI IN PARLAMENTO, MA PER MOLTI, QUESTO APPELLO SAREBBE UN ESEMPIO LAMPANTE DELLA PERICOLOSITÀ DELLA PIATTAFORMA…
Estratto dell'articolo di Massimo Gaggi Per il "Corriere Della Sera"
Proprio quando pensava di essere uscita dal mirino dei politici di Washington, visto che Joe Biden la sta usando per la sua campagna elettorale e che adesso Donald Trump ce l’ha più con Facebook che col suo concorrente asiatico, TikTok si ritrova con le spalle al muro.
[…] Oggi, o comunque entro la settimana, la Camera dei Rappresentanti dovrebbe votare una legge che impone a ByteDance, la holding cinese che la controlla, di vendere a capitali occidentali la sua rete sociale popolarissima in tutto il mondo (ma non attiva in Cina). Se non verrà ceduta nei sei messi successivi all’entrata in vigore della legge, TikTok verrà messa al bando negli Stati Uniti.
[…]TikTok è da tempo considerata una minaccia alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti, visto che in Cina tutte le imprese sono tenute a offrire al governo ogni informazione e ogni collaborazione che venga richiesta. E TikTok, coi suoi 170 milioni di utenti americani, la metà della popolazione, potrebbe essere usata dal regime di Pechino tanto per carpire dati sui cittadini Usa, quanto per influenzare politicamente i suoi utenti, soprattutto i giovani, in tempi di elezioni.
La durissima reazione dell’azienda cinese che ha definito tecnicamente impossibile una vendita, ha accusato Congresso e governo di violare la Costituzione che garantisce a tutti diritto d’espressione e ha chiesto ai suoi utenti di inondare di proteste telefoniche i loro rappresentanti in Parlamento, per ora ha avuto l’effetto opposto di quello sperato: per molti parlamentari questa contestazione sfrontata è la prova più lampante della pericolosità di questa rete sociale.
[…] TikTok ha già spostato al Senato la sua azione lobbistica (condotta, tra gli altri, da Kellyanne Conway, che fu una stretta collaboratrice di Trump alla Casa Bianca). Qui ha qualche carta da giocare. Il testo della Camera ha vari punti deboli (prende di mira un’azienda specifica, cosa che rischia di essere incostituzionale, e definisce in modo vago sia i «Paesi avversari» le cui app possono essere bloccate, sia i requisiti dei nuovi proprietari di TikTok, lasciando al presidente la decisione su questi punti delicatissimi.
Al Senato democratici e repubblicani stanno lavorando da tempo a qualcosa di più equilibrato: potrebbero rimandare indietro alla Camera un testo parzialmente o, forse, profondamente diverso.
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