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Cinzia Meoni per “il Giornale”
Tilray sarà il primo produttore di marijuana a quotarsi in via esclusiva e diretta sul Nasdaq. Il debutto è atteso domani e, almeno sulla carta, è dirompente. A cinquant' anni dagli hippy e, nonostante gli assodati usi medicali che hanno portato alla legalizzazione almeno parziale della cannabis in mezzo mondo, il settore è ancora considerato quasi semi clandestino dalla blasonata Wall Street.
Infatti, finora la Borsa americana ha sempre storto il naso di fronte ai coltivatori «puri» da non confondere quindi con chi propone anche il business dei terreni immobiliari coltivati, con innovative start up anche commerciali o società para medicali. E Tilray, di mestiere, coltiva e vende legalmente marijuana con obiettivi terapeutici. Nel solo primo trimestre ha venduto quasi 1.300 kg di marijuana (come prodotto finito in estratti o fiori essiccati) su una produzione di quasi 1700 kg.
pupo iena in california alle prese con la marijuana legale
Fra l' altro, la quotazione a Wall Street riguarda una società canadese che ha annunciato lo sbarco sul listino poche ore dopo il via libera ufficiale di Ottawa agli spinelli «a scopo di ricreativo» a partire da ottobre. Come avvenuto dal primo gennaio in California e in altri stati Usa (ma a livello federale vige il divieto).
Tilray è controllata da Privateer Holdings Inc, un venture capital specializzato nel settore, e punta a raccogliere sul mercato fino a 144 milioni di dollari vendendo 9 milioni di azioni a 14- 16 dollari l' una. La società conta su un giro d'affari di 20 milioni di dollari (+62%) e un margine lordo di 11 milioni (+326%).
Non mancano le speranze di crescita posto che il business mondiale, stando alle stime citate nel prospetto, vale fin d' ora 150 miliardi di dollari. E con la progressiva legalizzazione il mercato è destinato a diventare sempre più ampio: secondo Matt Karnes, della società di ricerca GreenWaves Advisors, salirà a ritmo del 35% all' anno. La sola apertura agli spinelli legali in Canada potrebbe valere 4,3 miliardi di dollari già dal primo anno. Non solo.
Non è un caso che siano sempre più numerosi i titoli «stupefacenti»: azioni quotate di singole società del settore o finanziarie legate agli investimenti nel comparto (come Cannaroyalty), fondi specializzati o Etf (come l' Etfmg Alternative Harvest EtF, l'Horizons Marijuana Life Sciences Index Etf, ed Evolve Marijuana Etf) e indici, proprio come il North America Marijuana Index che, in dodici mesi, ha raddoppiato la propria valutazione seppure lontano dai massimi.
Persino un colosso degli alcolici come Constellation Brand, (fra i sui marchi c' è anche la birra Corona) ha puntato una fiche su Canopy Growth, titolo che in un anno è passato da 8 a 35 dollari.
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