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Fulvio Bufi per il Corriere della Sera
C' è il medico che in orario di lavoro va a giocare a tennis e quello che deve occuparsi del suo centro privato. C' è l' addetto al controllo di presenze e assenze che non solo non controlla ma dà una mano a imbrogliare e il suo collega che cucina talmente bene da aver fatto del proprio hobby una seconda professione, che svolge in contemporanea con la prima, dove risulta in servizio ma in realtà non c' è.
Il Loreto Mare è uno dei più grandi ospedali di Napoli, copre la zona est della città e anche i primi paesi vesuviani. Tra il novembre del 2014 e il febbraio del 2015 è stato monitorato dai carabinieri del Nas, dopo un esposto in cui si segnalava che tre dirigenti medici svolgevano attività privata senza rispettare le regole dell' intramoenia. In realtà quello che è venuto fuori dalle indagini è molto di più. Non solo quanto denunciava l' esposto, ma un giro di assenteismo, organizzato con l' abituale metodo dei badge strisciati per conto terzi, di dimensioni enormi.
Ieri mattina sono stati arrestati 55 dipendenti dell' ospedale, in esecuzione di un' ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Pietro Carola su richiesta del pm Ida Frongillo e del procuratore aggiunto Alfonso D' Avino. Nell' elenco due medici, e poi infermieri, tecnici radiologi, operatori socio sanitari, addetti alla manutenzione. Ma i numeri dell' inchiesta sono ancora più alti, perché per le stesse vicende ci sono altri 34 indagati, tra i quali ancora quattro medici.
Il dottor Tommaso Riccozzi (indagato ma non arrestato) è stato fino alla fine di marzo 2015 dirigente medico presso il reparto di Radiologia del Loreto Mare. E fino a quella data, quando poi si è dimesso, i carabinieri hanno accertato che in numerose occasioni anziché andare al lavoro, si dedicava ad altro. In un caso gli investigatori lo individuano su un campo da tennis, in un altro a casa dell' anziana madre. La maggior parte del tempo sottratto all' ospedale, però, lo dedicava al centro medico intestato alla moglie (da cui è separato) . Centro dove non solo svolgeva la sua attività professionale, ma che andava anche a pubblicizzare personalmente durante una trasmissione sportiva del lunedì sera su una emittente locale.
Il medico corre alla Asl ma per il suo centro C' è un centro medico privato a Napoli che si chiama Centro Trivellini, e un medico alla Radiologia del Loreto Mare che si chiama Vittorio Trivellini (indagato). Il centro è suo, e in più occasioni, mentre risulta presente al lavoro, gli investigatori lo individuano lì. Ma capita anche di trovarlo al mattino presto negli uffici della Asl. Non per questioni legate all' ospedale, però. Ma per rinnovare la convenzione per il suo centro.
Controlla le presenze e sta in ristorante Impiegato all' ufficio Prass (presenze-assenze) Luigi Porciello per 63 volte si è fatto strisciare il badge dai colleghi. Lui non poteva perché aveva altro di cui occuparsi: fa lo chef in un ristorante di Nola specializzato in ricevimenti e servizio catering. Per ricambiare i favori, Porciello ogni tanto si inseriva nel sistema informatico dell' amministrazione e segnava qualche ora di straordinario agli amici. È tra gli arrestati.
Nei confronti dei medici che avrebbero svolto attività privata durante le ore in cui risultavano in servizio in ospedale il giudice ha disposto un sequestro preventivo per circa 300.000 euro. Ma c' è un altro provvedimento adottato dal gip che è ancora più eclatante.
Cinquanta dei 55 arrestati sono stati autorizzati a lasciare ogni giorno gli arresti domiciliari per recarsi al lavoro. Si legge nell' ordinanza: «L' esecuzione della presente misura porrebbe la struttura (il Loreto Mare, ndr ) in uno stato di gravissima difficoltà, o addirittura di paralisi» che «rischierebbe di compromettere seriamente la salute dei cittadini». Quindi da oggi gli arrestati andranno in ospedale. Forse per la prima volta, almeno tutti insieme.
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