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IL CONTRABBANDO NON PASSA MAI DI MODA - A TORINO, LE FORZE DELL'ORDINE HANNO SEQUESTRATO 250 TONNELLATE DI SIGARETTE: ERANO NASCOSTE IN SETTE SITI DI PRODUZIONE E STOCCAGGIO CLANDESTINI - DURANTE L'ATTIVITA', SONO STATI PRODOTTI ALMENO 35 MILIONI DI PACCHETTI DI "BIONDE", PER UN GUADAGNO DI 175 MILIONI DI EURO - OTTO LE PERSONE FINITE IN MANETTE (UCRAINI, ROMENI E MOLDAVI), ACCUSATE ANCHE DI TRATTA DI PERSONE E DI AVER RIDOTTO IN SCHIAVITU' I LORO "DIPENDENTI", COSTRETTI A TURNI MASSACRANTI...
(ANSA) - TORINO, 22 OTT - La Guarda di finanza e i Carabinieri dei comandi provinciali di Torino, coordinati dalla Procura, hanno scoperto e sequestrato cinque siti di produzione e due di stoccaggio di sigarette di contrabbando.
All'interno c'erano oltre 230 tonnellate di tabacco lavorato extra Ue, più circa 22 tonnellate di sigarette, in gran parte già in pacchetti con noti marchi, contraffatti, di cui sono stati trovati 538 milioni di componenti tra filtri e cartoncini. La stima è che siano stati prodotti almeno 35 milioni di pacchetti per un guadagno di 175 milioni di euro, con evasioni di accise per 112 milioni e di Iva per 28 milioni.
Otto gli arresti L'operazione, denominata Chain Smoking, è stata effettuata non solo contro il contrabbando di tabacchi lavorati, ma anche per contrastare reati quali riduzione in schiavitù, tratta di persone, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.
A scoprire i siti di produzione e i depositi sono stati il nucleo di polizia economico-finanziaria Torino delle Fiamme gialle e la compagnia dei carabinieri di Venaria Reale. Gli stabilimenti erano mimetizzati in aree industriali, forniti di linee produttive con costosi macchinari, apparati e strumenti tecnologici.
I depositi si trovavano nell'area settentrionale del capoluogo piemontese, nei quartieri di Madonna di Campagna, Barca e Rebaudengo e nei comuni di Caselle Torinese e Venaria Reale. Gli impianti erano alimentati con gruppi elettrogeni per non rendere rilevabile, dai picchi di consumo dell'energia elettrica, la presenza di macchinari funzionanti a pieno ritmo.
Oscurate le finestre verso l'esterno, negli ambienti più interni, illuminati solo artificialmente, c'erano alloggiamenti per il personale, proveniente da Paesi dell'Est europeo, in condizioni di sfruttamento e in spregio alle norme di sicurezza. I lavoratori venivano di fatto rinchiusi nelle fabbriche, costretti a turni massacranti, senza riposo e privati di ogni forma di tutela.
Le perizie su alcune linee di assemblaggio hanno stimato che ciascuna potesse produrre 48mila pacchetti di sigarette al giorno, da cui un volume immesso sul mercato illegale valutabile in almeno 35 milioni di pacchetti, ovvero 700 tonnellate di prodotto. In tale contesto sono stati effettuati in flagranza gli otto arresti: sono persone ucraine, rumene e moldave.
Dopo i sequestri sono stati coinvolti l'ufficio di Torino dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli e il comando provinciale dei vigili del fuoco per la gestione dell'ingente materiale. Anche con la collaborazione della Città metropolitana di Torino, è stato distrutto. La Procura sta inoltre valutando i profili di competenza della Procura europea.
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