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UN ITALIANO IN OSTAGGIO NEGLI EMIRATI – IL TRADER MILANESE ANDREA COSTANTINO, ARRESTATO NEL MARZO 2021 AD ABU DHABI, È STATO SCARCERATO. MA PER TORNARE A CASA DEVE PAGARE 500 MILA EURO COME PENA PECUNIARIA – “SONO FUORI DELLA CAPACITÀ FINANZIARIA DI ANDREA E CIÒ LO OBBLIGA AL SOGGIORNO FORZATO”, SPIEGA LA COMPAGNA – ERA STATO ACCUSATO DI AVER COLLABORATO CON UN'ORGANIZZAZIONE TERRORISTICA PER VIA DI ALCUNE FORNITURE ALLO YEMEN – IN QUESTI 16 MESI HA PERSO L'AZIENDA, IL LAVORO E I RISPARMI 

Andrea Pasqualetto per il “Corriere della Sera”

 

andrea giuseppe costantino e la compagna

È stato scarcerato Andrea Costantino, il trader milanese del petrolio arrestato il 21 marzo del 2021 negli Emirati Arabi. La notizia trapela solo ora ma Costantino è uscito dal penitenziario di Al Wathba lo scorso 30 maggio, su disposizione del procuratore generale di Abu Dhabi che avrebbe ricollegato la scelta a «superiori interessi di Stato e della Nazione».

 

Dopo la scarcerazione, la Corte di Abu Dhabi dove era in corso il processo, ha condannato Costantino a una pena pecuniaria di 500 mila euro, il cui pagamento è condizione minima e indispensabile per lasciare gli Emirati. Ragione per cui il trader è ancora costretto ad Abu Dhabi, dove è ospite dell'ambasciata italiana.

 

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«Cinquecento mila euro sono fuori della capacità finanziaria di Andrea e ciò lo obbliga al soggiorno forzato», ha spiegato la compagna e madre di sua figlia, Stefania Giudice. Stefania lo vide per l'ultima volta il 21 marzo del 2021, quando una decina di uomini lo fermarono nell'albergo di Dubai dove si trovavano per qualche giorno di relax. «Mi portano ad Abu Dhabi, ti giuro che non so perché», le disse.

 

Da allora è passato oltre un anno, che Costantino ha trascorso fino a giugno in una cella di Al Wathba, mentre Stefania ha seguito da Milano gli sviluppi dell'indagine e del processo, nel quale era accusato di aver collaborato con un'organizzazione terroristica per via di un paio di forniture allo Yemen.

 

«Ma dalla sentenza si è capito che alla base dell'intera vicenda c'è la politica, tant' è che è stato rimesso a piede libero in base all'articolo 228 del codice penale emiratino che ricollega il procedimento a superiori interessi dello Stato e della nazione. Però Andrea non è ancora un uomo libero», ha sottolineato la compagna ricordando la necessità del pagamento per poter lasciare il Paese.

 

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«In questi sedici mesi di vita sospesa Andrea ha perso tutto, risparmi, azienda lavoro». L'ambasciatore italiano ad Abu Dhabi, Nicola Lener, era andato a trovarlo nel mese di maggio: «Ho incontrato Andrea... è provato dalla situazione detentiva degli ultimi giorni... - aveva riferito - è stato infatti trasferito in un seminterrato caratterizzato da pessime condizioni igieniche, dove mi ha detto di essere stato persino morso da un topo. Gli è stato somministrato il siero antitetanico ed è sotto antibiotici... è preoccupato perché non sta recuperando peso...».

 

Ora Costantino si è ripreso, assicura Stefania: «È felice per la scarcerazione, ma preoccupato per il fatto di non poter rientrare in Italia». E si appella alla politica: «È necessario, ora più di prima, che le più alte cariche dello Stato si interessino e intervengano per consentire di percorrere l'ultimo miglio necessario al ritorno a casa di Andrea».

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