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QUELL'INSOLITO TRANS TRANS - TRE TRANSESSUALI, ACCUSATE DI RAPINA ED ESTORSIONE DOPO UNA NOTTE A BASE DI SESSO E COCAINA IN PROVINCIA DI PESCARA, SONO STATE ASSOLTE E ORA LO STATO DOVRÀ RISARCIRLE CON OLTRE 122 MILA EURO PER INGIUSTA DETENZIONE - LA VICENDA RISALE AL 2019: SEI ANNI DOPO È STATO RICONOSCIUTO L'ERRORE GIUDIZIARIO E L'INDENNIZZO PER I GIORNI PASSATI INGIUSTAMENTE AI DOMICILIARI E IN CARCERE - COSA SUCCESSE: IL CLIENTE CHE DENUNCIÒ LE TRANS ACCUSANDOLE DI AVERGLI RUBATO IL CELLULARE E 450 EURO DOPO AVER FATTO SESSO. MA E' SPUNTATO FUORI UN VIDEO CHE LO SMENTISCE E...
(ANSA) - PESCARA, 13 OTT - Tre transessuali, accusate di rapina e tentata estorsione dopo una notte di sesso a pagamento e cocaina in un appartamento di Montesilvano (Pescara), sono state assolte e ora lo Stato dovrà risarcirle con oltre 122mila euro per ingiusta detenzione.
La vicenda, risalente all'aprile 2019, si è conclusa con il riconoscimento dell'errore giudiziario e con un indennizzo per i giorni trascorsi ai domiciliari o in carcere. A riportare la notizia è il quotidiano 'il Centro' nell'edizione odierna. Secondo la denuncia presentata all'epoca da un uomo, la notte in questione si sarebbe trasformata in un'aggressione: circondato da quattro persone, sarebbe stato picchiato e derubato di 450 euro e di uno smartphone, con successiva richiesta di cento euro per riavere il telefono.
Sulla base degli elementi raccolti, il pm chiese e ottenne una misura cautelare: tre delle ragazze finirono ai domiciliari, una quarta fu indagata a piede libero. Per le tre, la misura successivamente fu aggravata e trasformata in custodia in carcere. Nel corso del processo, celebrato con rito abbreviato davanti al gup di Pescara Elio Bongrazio, la svolta: la difesa ha prodotto un video registrato durante la serata che mostrava un rapporto sessuale di gruppo consensuale, l'uso di cocaina e il momento in cui l'uomo pagava la prestazione, lasciando volontariamente il cellulare come garanzia.
Le immagini, chiarissime, hanno smentito la prima ricostruzione e anche l'accusatore, convocato dagli inquirenti, era stato costretto ad una parziale marcia indietro. L'esito è quindi un'assoluzione per tutti e quattro gli imputati per insufficienza di prove. Nella sentenza, il giudice ha definito la denuncia dell'uomo affetta da "plurime e rilevanti contraddizioni" e la sua testimonianza "scarsamente attendibile". La Corte d'Appello ha ora riconosciuto il diritto al risarcimento: lo Stato verserà complessivamente 122mila euro.
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