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TRATTATI COME (BAL)CANI - L’EUROPA SI DISINTEGRA SULLA CRISI-MIGRANTI. “TAPPATE” LE ROTTE DEI BALCANI, I PROFUGHI RESTANO IN GRECIA: IL TIMORE E’ CHE SI RIVERSINO IN ALBANIA E MONTENEGRO E RICOMINCI IL FLUSSO DI GOMMONI PIENI DI DISPERATI VERSO LA PUGLIA. ALTA TENSIONE ATENE-VIENNA

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1.MIGRANTI, È CRISI DIPLOMATICA IN EUROPA

Ivo Caizzi per il “Corriere della Sera

 

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I maxiarrivi di migranti extracomunitari, che hanno forte impatto sugli elettori in molti Paesi membri, stanno incrinando lo spirito comunitario dell' Unione Europea. Il Consiglio dei 28 ministri degli Interni a Bruxelles è stato caratterizzato da contrasti individuali e tra gruppi. Alla fine è stato rinviato quasi tutto al summit straordinario dei capi di Stato e di governo del 7 marzo prossimo sull' emergenza rifugiati.

 

Il commissario Ue per l' Immigrazione, il greco Dimitris Avramopoulos, ha ammonito che, se entro questi «dieci giorni» non si riesce ad «andare avanti insieme in modo coordinato» e a eliminare le misure «unilaterali, bilaterali o trilaterali», si rischia il «collasso completo» del sistema di libera circolazione tra i Paesi europei aderenti al Trattato di Schengen.

l'incontro tra tsipras, merkel, hollande e tusk a bruxelles tratto dal profilo twitter di preben aamann 0l'incontro tra tsipras, merkel, hollande e tusk a bruxelles tratto dal profilo twitter di preben aamann 0

 

La clamorosa decisione del governo greco di richiamare ad Atene l' ambasciatore a Vienna per consultazioni, dopo che l' Austria aveva escluso la Grecia da una riunione sull' emergenza rifugiati con altri Paesi balcanici, ha anticipato le tensioni della riunione dei ministri.

 

«Non accetteremo mai che la Grecia diventi un magazzino di anime, il Libano dell' Europa», ha dichiarato il ministro degli Interni greco Ioannis Mouzalas, minacciando «azioni unilaterali» se i blocchi nei Balcani lasceranno i profughi nel suo Paese. Avramopoulos ha contestato all' Austria di aver introdotto un limite agli ingressi dei rifugiati in contrasto con «le norme internazionali».

 

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Il ministro degli Interni francese Bernard Cazeneuve ha contestato al collega belga Jan Jambon il rafforzamento dei controlli alla frontiera comune temendo arrivi di migranti dopo l' annunciato sgombero della baraccopoli di Calais. L' Ungheria ha indetto un referendum per revocare l' impegno, concordato a livello Ue, di accettare quote di rifugiati da Grecia e Italia. Il ministro degli Interni Angelino Alfano ha criticato Budapest sottolineando che stare nell' Ue prevede «diritti e doveri».

 

rissa tra migranti e polizia al centro profughi di suhl in germaniarissa tra migranti e polizia al centro profughi di suhl in germania

Roma, come la Germania e la Commissione europea, chiede di «applicare le misure decise» e di procedere «insieme». Il responsabile delle Nazioni Unite per i rifugiati Filippo Grandi ha segnalato che i blocchi delle frontiere nei Balcani possono rilanciare la via mediterranea tra il Nord Africa e l' Italia.

 

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L' Ungheria e altri Stati dell' Est hanno criticato Berlino per aver puntato sulla Turchia per frenare i migranti siriani e iracheni, che invece continuano a sbarcare nelle isole greche. Il Consiglio dei ministri ha accelerato il rafforzamento delle frontiere esterne dell' Ue con estensione dei controlli ai cittadini comunitari e sviluppo dell' apposita agenzia comunitaria.

 

Il ministro degli Interni tedesco Thomas de Maizière, sostenitore dell' estensione fino a due anni dei controlli alle frontiere nazionali con sospensione di Schengen, ha detto che, se entro il 7 marzo non emergeranno miglioramenti tra la Turchia e la Grecia, dovranno essere decise nuove «misure europee coordinate».

 

2.I TIMORI DEL VIMINALE

Alessandra Coppola per il “Corriere della Sera

petra laszlo calcia bambina migrantepetra laszlo calcia bambina migrante

 

Uomini adulti in lacrime, bambini che affannano per l' asma, donne in stato così avanzato di gravidanza che hanno già rischiato di partorire in viaggio. Due, tremila profughi in arrivo ogni giorno, e un varco che progressivamente si sta chiudendo, lasciando migliaia di persone bloccate in attesa.

 

L' infermiera Daniela assiste da mesi a uno snodo fondamentale sulla rotta dei migranti e lo racconta sul blog di Medici senza frontiere: «I rifugiati, una volta raggiunte le coste greche dalla Turchia, arrivano ad Atene in traghetto e poi, come un imbuto rovesciato, a Idomeni (al confine con la Macedonia), un passaggio obbligato verso i Balcani e il Nord Europa».

 

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Ora, questo passaggio si sta restringendo, minaccia di ostruirsi, ed esiste la possibilità concreta che la rotta di sposti più a ovest, al confine con l' Albania. Una volta varcata questa frontiera di montagne, il cammino è scontato: su strada verso la costa, la contrattazione con gli scafisti, lo sbarco in Puglia.

 

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Non è un' ipotesi fantasiosa. Se ne parla da tempo nei summit europei. In un vertice ristretto a ottobre tra Germania, Austria e vicini balcanici si era già ragionato di aumentare i controlli al valico greco-albanese. Non ci sono ancora segnali che questo versante si stia aprendo, ma pure fonti del Viminale confermano che «la preoccupazione c' è».

 

La prima misura per Roma è il rafforzamento del contrasto in mare, a largo delle coste pugliesi. A indicare che la questione è presa molto sul serio ci sono gli incontri avviati tra le autorità italiane e quelle di Albania e Montenegro. Il senso è che si sta già lavorando a costruire contatti, nel timore che questo scenario diventi concreto.

 

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Sulla stessa porzione di mappa si sta concentrando l' Unhcr, l' Alto commissariato Onu per i rifugiati, che considera due prospettive. La prima: le barriere lungo la rotta balcanica continueranno ad aprirsi e chiudersi, ma non tutte assieme. L' effetto sarà di un rallentamento del flusso, che però continuerebbe a scorrere sulla linea attuale.

 

La seconda ipotesi è di muri simultanei e impermeabili, con un effetto devastante sulla Grecia. E con l' inevitabile ricerca di nuovi sbocchi: Bulgaria, Albania, Montenegro. Italia. «La chiusura delle frontiere porterà solo ad aumentare enormemente il caos - avverte Carlotta Sami, portavoce dell' Unhcr per il Sud Europa - e potrebbe condurre a una gravissima crisi umanitaria».

MIGRANTI A CALAISMIGRANTI A CALAIS

 

Quel che sta succedendo in questi giorni a Idomeni, allora, riguarda molto da vicino anche l' Italia. Prima sono stati bloccati tutti i migranti che non fossero richiedenti asilo siriani, iracheni o afghani. Poi sono stati fermati anche gli afghani. Adesso dalla frontiera raccontano che siriani e iracheni che non hanno documenti in regola, in particolare la registrazione negli hotspot, devono tornare ad Atene.

 

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Proteste, scontri, binari occupati e interventi della polizia. E ancora campi improvvisati e stracolmi. Una situazione già molto prossima alla crisi umanitaria. Il punto è che è impossibile pensare di arrestare questo scorrere continuo e intenso alzando una diga. Immaginate un fiume di esseri umani che cerca un percorso per defluire. Bloccate le frontiere terrestri della Turchia, nell' estate dell' anno scorso si è riversato in mare, verso l' Egeo.

 

MIGRANTI VENTIMIGLIA   MIGRANTI VENTIMIGLIA

Quindi il «fiume» si è ricomposto sulla terra ferma, al porto del Pireo, e a bordo di autobus di linea è confluito alla frontiera con la Macedonia. È cronaca di questi giorni.

La portavoce di Save the Children, Giovanna Di Benedetto, in missione tra Lesbo e Idomeni, conferma che sulle isole gli sbarchi continuano a ritmo sostenuto, la settimana scorsa sono approdate 22.200 persone, e da Atene ieri sono partiti verso la Macedonia 65 pullman: «Dividere rifugiati e migranti sulla base della nazionalità viola il diritto internazionale». E non ferma il fiume.