DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Simona Bertuzzi per Libero Quotidiano
Lontani i tempi in cui erano solo le galline dell' aia che razzolavano tra i panni stesi e i passi ruvidi di contadini accigliati piegati in due dalla fatica. Allora le giornate erano uova calde e placide covate, e le notti sonni freddi e puzzolenti incastrati in allevamenti stretti sognando un' alba migliore.
Oggi le galline hanno l' incedere altezzoso e la chioma impomatata delle Moroseta Padovane dal gran ciuffo e l' esibizionismo scoperto ed eccentrico delle Showgirl dal collo nudo e delle Silkie americane, galline anche loro ma col vezzo di andare a passeggio con padroni modaioli che le mettono sottobraccio e le portano nei locali.
Ed è talmente smaccato il rinascimento delle galline che in quel di Trento, tra scorci di sole e montagne dipinte d' autunno, si sono inventati il concorso di bellezza del pollaio. Una tre giorni di sfilate dei più belli esemplari di razze ciuffate.
Saranno in trecento, dicono, bellissime e pronte a sfidarsi all' ultima piuma per il podio. E pare di vederla la Moroseta accigliata che si fa largo tra i galli del pollaio e si accoccola sulla cesta di paglia attendendo i riflettori e il verdetto dei giudici.
O la Polverara bizzosa che insegue un' Olandesina titubante e le ruba la scena. «Sono animali docili e intelligenti», dicono gli organizzatori. «Che chiedono solo di rallegrare i giardini e dare uova fresche ai padroni».
In realtà il passaggio, dal pollaio al podio e dal podio alla notorietà, è un po' più complesso. Perché qui non si tratta solo di restituire la libertà a questi simpatici e semplici animali che pare siano diventati gli amici da salotto preferiti da vip e famigliole metropolitane (raccontano che la modella Gisele Bundchen sia sul punto di sfilare in passerella con una mitica piumata dell' aia e che c' è una gallina di nome Nina che si è fatta la pagina Facebook e vanta 74mila fan).
Ma di dar loro il ruolo da protagoniste. Di più, di dar loro quello che non hanno avuto mai: il patentino di belle, leggiadre e leggere.
Un tantino eccentriche nei loro look cotonati, qualcuna forse con tagli improbabili e sgraziati (ché poi la moda è una declinazione del gusto), ma libere, altezzose e fiere di guardare loro, finalmente, dall' alto al basso, noi povere donne.
E non è una rivoluzione da poco conto o da ridurre a scelta anomala di qualche allevatore perché nobilitare le gallinelle a "reginette di bellezza" significa togliere a noi femmine una serie di accostamenti, scappatoie, appellativi e patentini che hanno reso i nostri difetti un po' più accettabili o risibili.
Insomma dire a una donna over 40 che «gallina vecchia fa buon brodo» suonerà d' ora in poi un po' inelegante. E per definire le rughe che ci martellano la fronte dovremo trovare qualche raffronto migliore delle mitologiche «zampe di gallina» che ci hanno ossessionato nei millenni.
Per non dire della «gallina dalle uova d' oro», ingiustamente anche se democraticamente accostata a qualsiasi essere vivo o morto produca ricchezza. O della «gallina nera che fa l' uovo a tarda sera», perfetto per le lentone che non arrivano mai alla quadra.
Insomma la rivoluzione delle galline potrebbe ridimensionare noi donne e al tempo stesso rivoluzionare il pensiero. «Sei brutta come una gallina» non ve lo diranno mai più, state tranquille, perché loro, le galline, sono diventate belle e altezzose, a tratti capricciose e inquiete come e più delle donne. Persino capaci di pigolare - racconta la padrona della mitica Nina - finché non vedono la luce spenta sul comodino.
Oddio qualche dubbio ci viene. Saranno contente le galline di non fare più le galline? Di accostarsi ai cani e talvolta ai gatti nei giardini di città? O di sfilare in passerella e poi di infilarsi in borsetta all' ora della cena?
E un po' di nostalgia viene per quei tempi non troppo lontani in cui le pensavamo a covare piani di fuga ardimentosi nei film di Walt Disney o a inseguire caparbie la leggiadra Cenerentola cercando il suo canto e il suo generoso mucchietto di grano. Rammentate?
I racconti di paese le vedevano in branco e ruspanti a trarre dalle acque il ritratto delle Vergine e a costruire la leggenda della Madonna delle galline... Altri tempi. Lontani e sobri. Di galline ruspanti e laboriose.
Una vita semplice, meno del podio e dei concorsi di bellezza, molto più degli allevamenti intensivi e orrendi di oggi. Che poi il giusto è sempre a metà.
In quell' aia senza eccessi e senza iperboli dove le pollastre fanno compagnia agli uomini ma a modo loro, e passeggiano tranquille e pigre sognando placide covate.
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