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“SEDUTI A PIAZZA DI SPAGNA? SOLO SULLE SCALINATE LATERALI” DA FUKSAS A DANTE FERRETTI: ARCHITETTI E PREMI OSCAR SCENDONO IN CAMPO PER EVITARE IL RITORNO DEI BIVACCHI SULLA SCALINATA DI TRINITÀ DEI MONTI: “NON DEVE ESSERE UTILIZZATA COME UNO PSEUDO PUB IRLANDESE ALL’ITALIANA”

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Alessandra Paolini per “la Repubblica - Roma”

 

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PIÙ che una lettera, una supplica. Circostanziata e motivata. A difesa di quel capolavoro della Scalinata di Trinità dei Monti che «non deve essere utilizzata come uno pseudo pub irlandese all’italiana». E così architetti, premi Oscar, imprenditori, musicisti e pittori, scendono in campo. La mission? Evitare il ritorno dei bivacchi, proibendo a chiunque di sedersi nella parte centrale del monumento. La levata di scudi a colpi di firme avviene il giorno prima del concerto di Antonio Pappano, in piazza di Spagna, organizzato per festeggiare la fine del restauro dei meravigliosi, bianchi 135 gradini.

 

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A metterci la faccia e il nome c’è lo storico dell’arte Claudio Strinati, lo psicanalista Umberto Galimberti, l’architetto Massimiliano Fuksas, il critico teatrale Masolino D’amico. E ancora, lo scenografo Dante Ferretti, il pittore Paolo Giorgi, il giornalista Jas Gawronski, Bedy Moratti, della dinastia di petrolieri, l’editorialista Vittorio Emiliani, il presidente dell’accademia di Santa Cecilia, Michele Dall’Ongaro, il violinista Salvatore Accardo. E, con loro, Gianni Battistoni, dell’omonima boutique di via Condotti e Roberto Wirth, proprietario dell’Hotel Hassler. Ultimi nell’elenco, ma tra i primi ad accendere i riflettori sulla polemica innescata qualche giorno fa da Paolo Bulgari. Il Mecenate.

 

Ovvero, il patron della maison di gioielli che tirando fuori 1,5 milioni ha finanziato il restyling, andato avanti quasi un anno. Felice di averlo fatto, ma preoccupato di vedere il monumento tornare a breve «una latrina a cielo aperto ». Per questo, Bulgari aveva proposto una cancellata da chiudere durante la notte così da evitare lo stazionamento di ubriaconi e sbandati. Idea subito bocciata da chi pensa che «la cultura non debba essere ingabbiata ». E cassata anche da Claudio Parisi Presicce, il sovrintendente ai Beni culturali di Roma: «La Scalinata è nata per camminare, non si può stravolgere la sua funzione».

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Archiviata la cancellata, intorno alla scalinata si è aperto però un gran dibattito. Da qui l’idea della lettera, che nei giorni futuri, c’è da scommettere, si riempirà di altre adesioni. “La sosta deve essere consentita ma regolamentata — scrivono i firmatari — Deve garantire una vita sociale ordinata, educata e priva di pericoli». Si ricorda, nella lettera, che “la stessa simbologia del numero dei gradini richiama a i pii pellegrini il mistero della Trinità celebrato nella sovrastante chiesa”.

 

La scalinata è un “bene culturale della nazione”. Per questo, si legge, “deve essere escluso a priori l’utilizzo della parte centrale. Può e deve essere invece consentito nelle parti laterali e nelle due piazze lungo la salita ma senza riempire integralmente i gradini, impedendo a chi cammina di passare”. Nell’attesa di sapere come andrà finire, appuntamento domani sera con Pappano e l’orchestra di Santa Cecilia.

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