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Rinaldo Frignani per il “Corriere della Sera”
A marzo era stato scarcerato per aver picchiato e rapinato un cliente nel parco della Pineta Sacchetti. Un’aggressione commessa nel 2014, come tante altre riferite – e non denunciate alle pubbliche autorità – dai frequentatori notturni di quella boscaglia abbandonata. Ieri mattina Liviu Florin Vlad Axente, romeno di 21 anni, è tornato di nuovo in cella, accusato questa volta di un reato ben più grave: l’omicidio del truccatore di set (e attore) Mario Pegoretti, massacrato a colpi di pietra nello stesso posto, la notte del 25 aprile scorso.
I carabinieri si sono ricordati di lui e delle sue bravate — forse anche di quelle nel parcheggio del supermercato di fronte al parco, teatro di frequenti rapine - e sono andati a cercarlo in un appartamento di Montespaccato.
«Io non c’entro, ma vi porto da chi l’ha ammazzato», ha detto alla fine il ventenne, reo confesso con il complice Eduard Theodor Brehuescu, 18 anni compiuti la sera precedente il delitto. I due romeni sono in attesa della convalida del fermo ma, per la procura e gli investigatori dell’Arma, margini di dubbi non ne esistono: sono loro gli assassini di Pegoretti, trovato morto da un podista la mattina di domenica scorsa in una zona isolata dello stesso parco.
Il truccatore — molto noto negli ambienti cinematografici romani — è stato ucciso per rapina durante un rapporto sessuale con la coppia di giovani. Lo scenario e le modalità d’azione sono quelle purtroppo ricorrenti nella Roma periferica dei «ragazzi di vita» venuti dall’Est Europa: in questo caso i due hanno agito con ferocia e, secondo i carabinieri del Reparto operativo e del Nucleo investigativo, in base a un piano premeditato.
Poco importa che il bottino fosse esiguo. Axente e Brehuescu sono fuggiti con l’orologio che Pegoretti aveva al polso, un modello di Emporio Armani da 150 euro — Brehuescu l’ha subito regalato alla fidanzata, abitante al Tiburtino — e meno di 50 euro in contanti: il resto del conto della cena che il truccatore aveva consumato da solo, poche ore prima, in un locale vicino casa.
Dopo la separazione della moglie, Pegoretti viveva con due amici in un appartamento a Casalotti, a pochi chilometri dalla pineta. La sera del 25 aveva detto ai coinquilini che sarebbe uscito per andare al cinema. Al mattino successivo, preoccupati perché l’amico non era rincasato, la coppia aveva presentato denuncia e la sua Smart era stata trovata poco dopo davanti al parco.
«Era una persona gentile, sensibile, divertente. Ma non sapevamo che fosse così sola», aveva raccontato Monica Guerritore, che lo aveva conosciuto. E da solo Pegoretti è arrivato in macchina alla pineta. Lì avrebbe incontrato i romeni, contrattando con loro il prezzo della prestazione sessuale. Nell’interrogatorio i ragazzi avrebbero confermato che già altre volte, «in circostanze favorevoli», avevano approfittato della situazione per rapinare il partner. E così avrebbero fatto anche con il truccatore che, robusto, alto più di un metro e 90, avrebbe reagito.
E a quel punto è scattato il pestaggio: il truccatore ha dapprima subìto un tentativo di strangolamento, poi è stato colpito più volte con una pietra sul volto e sulla testa. Infine è stato preso a calci sul torace quando era già a terra. Un altro frequentatore del parco ha raccontato di aver visto gli aggressori lavarsi le mani. Ieri i carabinieri hanno trovato gli abiti insanguinati del killer diciottenne buttati in un cespuglio.
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