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Sara Gandolfi per il Corriere della Sera
A seno nudo per protestare contro la «mercificazione del corpo femminile» e contro la polizia che caccia dalle spiagge le bagnanti in topless. Un migliaio di donne si sono radunate martedì sotto l' Obelisco di Buenos Aires, monumento simbolo della capitale argentina, per la manifestazione ribattezzata, senza troppo giri di parole, il «tetazo».
«Non siamo qui per mostrare le tette, ma per dimostrare che siamo libere», si leggeva sui cartelli. E ancora: «Sovranità sul nostro corpo». Tra la folla molte giovani, di cui un centinaio senza maglietta, e pure tanti uomini, chissà se davvero solidali o solo curiosi dello spettacolo di quei seni nudi, dipinti, colorati, alcuni con la scritta, provocatoria, «censurami, adesso».
Le attiviste promettono che la protesta continuerà. Di certo, i poliziotti della spiaggia di Necochea, a est di Buenos Aires, non si aspettavano di sollevare un simile vespaio: due settimane fa, su richiesta di alcuni bagnanti, avevano avvicinato tre donne in topless ordinando loro di coprirsi il seno.
Le giovani avevano preferito lasciare la spiaggia, ma i video della loro «espulsione» sono subito diventati virali sui social media, aprendo un dibattito nazionale sulla legge che vieta il seno nudo in pubblico e i limiti del pudore. Nel mirino, però, sono finiti anche gli agenti: perché si sono mobilitati addirittura in venti per quell'«operazione» balneare?
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