RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Irene Famà e Massimiliano Peggio per “La Stampa”
«Il Covid? Non esiste». Parlano di libertà e di alzare la testa: «Finalmente qualcuno si ribella». Mettono in discussione tutte le notizie sull'epidemia: «Non ci fidiamo dei giornali». Scendono in piazza senza mascherine e sfidano la polizia: «Tanto le multe non le paghiamo». E il contagio, non lo temete? «La mascherina non serve. Nessuno di noi, in famiglia, è stato male. Quindi abbiamo ragione». Voci di dissenso condite col negazionismo. Ieri, in piazza Castello, nel centro di Torino, più o meno trecento manifestanti «no mask» e «no vax» hanno dato vita a una protesta non autorizzata con lo slogan «Giustizia libertà respirare verità». In 48 sono stati multati, alcuni per il mancato uso dei «dispositivi di protezione», altri per «mobilità ingiustificata».
Un uomo è stato fermato dalla polizia e denunciato per resistenza: durante un controllo si è rifiutato di mostrare i documenti d'identità. Quella di Torino non è stata l'unica contestazione. A Venezia una trentina di persone senza mascherine, in fila indiana, ha organizzato una passeggiata «no mask» nei paraggi della stazione ferroviaria contro restrizioni e divieti anticontagio. I partecipanti sono stati fermati dalle forze dell'ordine. Ci sono stati momenti di tensione quando i poliziotti hanno cercato di identificare i manifestanti. «È un sopruso», hanno detto alcuni rifiutandosi di esibire i documenti. Il gruppo ha poi tentato di forzare il blocco, ma un cordone di polizia e carabinieri ha sbarrato loro la strada. Il corteo «no mask» dopo un'ora di trattative si è sciolto.
Nei giorni scorsi erano state organizzate proteste simili in altre città: a Mantova e a Bologna. Niente di paragonabile a quanto successo a Kassel, in Germania: 20 mila manifestanti «no mask» scesi in strada. Corteo sfociato in scontri con la polizia. Gli slogan A parte qualche insulto e un graffio alla mano di un poliziotto, la manifestazione di Torino, chiamata World Wild Demo Torino 2021, si è svolta senza disordini. Colpiscono però i commenti dei partecipanti contro «l'omologazione delle informazioni», sulle «fake news dei contagi» e l'irritazione verso le forze dell'ordine: «Non ci potete controllare, siamo liberi».
Al presidio, indetto accanto a Palazzo Madama, è stato invitato anche Ugo Mattei, giurista, docente di Diritto privato all'università di Torino e candidato sindaco con la lista civica Futura-Per i beni comuni alla prossime elezioni comunali. «Mi hanno invitato a parlare di costituzione» dice, per nulla sorpreso dalle persone senza mascherina.
«Io la metto se mi trovo al chiuso. Fuori no, a meno che il mio interlocutore non si preoccupi - prosegue -. Certo, la mascherina è molto importante in determinate condizioni. Ma le persone manifestavano un disagio rispetto a quello che essa simboleggia. Crea divisioni». Il professore aspirante sindaco, prendendo la parola, accetta il confronto e analizza l'emergenza. «Credo che la situazione sia grave sia dal punto di vista epidemiologico che sociale. Sono indignato per come è stata gestita. Bisognava investire nel trasporto pubblico e raddoppiare le terapie intensive. I lockdown hanno prodotto conseguenze terribili».
Va bene il dissenso, ma le sciocchezze che vengono urlate in piazza? Ad esempio paragonare il Covid a un raffreddore? O negare i morti di Bergamo? Ignorare il conteggio quotidiano di vittime? «La libertà di opinione è sacrosanta - dice Mattei -. È un diritto anche credere alle stupidaggini. Anche coloro che pensano stupidaggini vanno protetti giuridicamente». E aggiunge: «Come giurista, la mia vera preoccupazione è che si possano sospendere i diritti fondamentali della persona utilizzando come spiegazione l'emergenza sanitaria».
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