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Domenico Agasso Jr. per "www.lastampa.it"
Konrad Krajewski e i poveri al mare
In questi giorni di fine estate, su una spiaggia libera del litorale laziale di Passoscuro-Palidoro, si può incontrare un cardinale in costume da bagno, maglietta e occhiali da sole. È Konrad Krajewski, l’elemosiniere di Sua Santità.
Non è in vacanza. Sta portando a una «breve ma rigenerante vacanza» i poveri di Roma. Per conto del Papa, che offre anche la pizza la sera. «Il Santo Padre desidera ridare dignità a queste persone - dice a La Stampa il Porporato - che hanno un bisogno disperato di evadere per qualche ora dalla triste e dura realtà quotidiana, da cui non escono mai. Ecco perché Francesco mi ha chiesto di accompagnarli al mare e in pizzeria».
Così, i clochard della Capitale, diocesi del Pontefice, riescono a godersi una piccola ma preziosa villeggiatura: bagni, tuffi e passeggiate, e poi, la sera, tutti nella pizzeria «Cantinaccia» di Palidoro.
Per andare al mare quasi ogni giorno - tranne i fine settimana perché le coste sono troppo affollate - gli indigenti che gravitano attorno a San Pietro salgono su auto e pulmini guidati da Krajewski e da suoi collaboratori: «Si parte nel pomeriggio, quando la gente diminuisce sul bagnasciuga».
Destinazione spiagge pubbliche, con gruppi di «13-15 alla volta, soprattutto per evitare assembramenti, ma anche per riuscire a dialogare con maggiore coinvolgimento dei presenti». Tutto avviene «nel pieno rispetto delle norme anti Covid: i gruppi provengono ogni volta da uno stesso dormitorio, sono formati da persone che abitano insieme. Forniamo a tutti l'occorrente da spiaggia: asciugamani e costume».
I bisognosi «non sono abituati alla vita da spiaggia, non resistono tanto. C'è chi fa il bagno, chi passeggia. Poi alle 19,30 tutti in pizzeria, sempre all’aperto, per le grandi “pizze pontificie”: le chiamo così perché le paga papa Francesco», sorride il Cardinale polacco. A tavola si parla della giornata, ma soprattutto «si condividono spontaneamente i rispettivi problemi, preoccupazioni, ansie, frustrazioni.
Ognuno racconta la propria storia, le proprie sofferenze e i propri dolori. Ma si prova anche a scherzare. Quello è il momento più importante, che dura anche tre ore: queste persone hanno disperato bisogno di aprirsi, esprimersi, parlare e di essere ascoltati. Di sentirsi liberi. Di ricevere sguardi di affetto. Di amicizia». Durante queste cene «tornano ad avere volti illuminati dalla gioia della dignità. Mi si apre il cuore».
krajewski e papa bergoglio elemosiniere
Per Krajewski, «ciò che più conta è che i poveri riescono ad assaporare un po' di normalità, a godersi qualche ora di svago. Sono contenti, e tornano nel dormitorio più sereni. Per loro giornate così sono un dono, perché diversamente non avrebbero la possibilità di vedere il mare e di mangiare una pizza in un clima disteso».
Domani si riparte: pulmino e auto vaticani sono già pronti per un’altra missione di bene sulla spiaggia di Passoscuro. E in settembre «al mare porteremo anche le donne con disturbi mentali accudite dalle suore di Madre Teresa.
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