DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA…
Francesco Battistini per il “Corriere della Sera”
Via i venditori di street food. Niente auto in sosta. Vietato affollarsi. Uno striscione esulta: «Bentornati a casa, ragazzi!». Un altoparlante rompe il silenzio delle strade svuotate: «Non ostruite le operazioni di trasferimento dei bambini!».
All' ospedale di Prachankrua bisogna lasciare libera l' entrata, perché dall' aeroporto militare di Chiang Rai arrivano le ambulanze della salvezza. In questa città dove i thai nascosero il venerato Buddha di Smeraldo, qui ci s' inchina ai primi otto piccoli Buddha dissepolti dalla grotta e riveriti dall' intera Thailandia, nascosti ai rumori e ai curiosi: il secondo piano del padiglione di Medicina interna è tutto loro.
Trenta medici ad assisterli, le analisi sull' ipotermia, i genitori con le mascherine anti-infezione che potranno salutarli solo da una vetrata. Gli otto bambini prima sperduti e ora recuperati hanno fame, devono accontentarsi di zuppette e integratori, ma fosse per loro chiederebbero subito piattoni di «khao pad grapao»: riso e pollo fritto col peperoncino e il basilico.
«Qualcuno all' inizio era stremato, immaginate i maratoneti quando arrivano al traguardo - li descrive un soccorritore -. Ma col passare delle ore, va meglio. Uno ci ha stupito per quanto fosse vivace».
Vengono tenuti protetti, adesso, e nessuno ha detto loro che per salvarli è morto un sub. Ufficialmente, non esce nemmeno la lista di chi è fuori e chi no.
«Cari giornalisti, non fate questo tipo di domande imbarazzanti», stupisce il governatore Narongsak in conferenza stampa: «Lo dico per rispetto di chi ha ancora il figlio intrappolato». Affiora un filo di nervosismo: «Ci hanno detto che sarebbero usciti prima i ragazzi fisicamente più forti e invece è successo il contrario - protesta Sombun Sompiangjai, un padre -. Non ci hanno spiegato chi hanno preso per primo. E per 48 ore, non possiamo neppure entrare in ospedale».
«Sono ancora qui ad aspettare davanti alla grotta con le dita incrociate - è disperata Supaluk Sompiengjai, la mamma di Pheeraphat «Night», il diciassettenne che quello sciagurato 23 giugno faceva il compleanno e che tutti vollero festeggiare scendendo nei cunicoli di Tham Luang -. Guardo chi esce.
Non ci hanno detto chi sono i ragazzi già salvati, il mio non c' è. Nessuno c' informa di queste cose».
Sbucano come neonati da un grembo. Quattro domenica, altri quattro lunedì, oggi gli ultimi quattro e l' allenatore. Coperti dagli ombrelli, da teloni verdi, da un cordone militare spessissimo.
«Cinghialotto 1, cinghialotto 2, cinghialotto 3», li chiamano con affetto i sommozzatori salvatori. «Due giorni e otto cinghialotti!», riassumono i Navy Seals sul loro sito.
Si sa che i «wild boars» di tutto il mondo amano il fango, ma stavolta ogni Cinghiale della squadra ha grufolato di gioia quando ha scoperto che la grotta alla fine era meno bagnata del temuto, rimasta miracolosamente con lo stesso livello d' acqua melmosa nonostante le piogge di domenica notte.
Per andare a prendere il secondo gruppo, ieri s' è cominciato presto, un' ora prima del previsto: «Le condizioni essenziali sono la buona forma dei ragazzi e il bel tempo - dice il governatore -. Stiamo facendo presto perché abbiamo paura della pioggia».
Non piove per quasi tutto il giorno, il Buddha di Smeraldo fa la grazia, un po' di sfortuna pluviale solo a tardissima sera, ma speriamo bene...
Squadra che salva non si cambia e il secondo giorno scendono sempre gli stessi: cinque incursori thai, tredici stranieri, il medico australiano Richard Harris, tutti gli altri settantuno a pattugliare il serpentone sotterraneo di roccia e di fango.
E' chi va sotto, a decidere chi esce prima: «Noi abbiamo pianificato tre gruppi da tre e uno da quattro - spiega il governatore -, ma se i sub capiscono di poterne prendere uno in più, lo fanno».
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Ad aspettarli all' uscita, arriva anche il primo ministro Prayut Chan-Ocha, il capo della giunta militare, l' uomo del golpe di quattro anni fa, e certo questa lezione di protezione civile impartita al mondo è un bel regalo al governo: «Incidenti simili possono accadere ovunque - dichiara -, dobbiamo imparare da questa esperienza per evitare che si ripetano».
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L' anno prossimo si dovrebbe votare, da Bangkok piovono dall' opposizione le accuse d' opportunismo, ma sono le rare polemiche: una volta rimessa insieme, tornata a scuola dai compagni che ieri sono venuti davanti alle grotte per dire «vi aspettiamo», è probabile che la squadra dei Cinghiali sia ricevuta a corte dal re.
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L' operazione salvataggio non è ancora terminata e già piovono gli inviti a giocare in tutto il mondo. Proposte di film. Alla finale dei Mondiali di domenica, è difficile si possa andare: i medici prevedono che lo stress post-traumatico uscirà presto da quella grotta, anche lui, e forse Mosca può attendere. Meglio rimanere bambini ancora un po'.
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