DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL…
Estratto dell’articolo di Valeria Pacelli per il “Fatto quotidiano”
Nel racconto della strana notte – era il 30 novembre 2023 – davanti casa di Giorgia Meloni da qualche settimana c’è un nuovo dettaglio. È la versione di un uomo che avrebbe la fedina penale macchiata da qualche ricettazione e possiede una Mercedes che proprio in quelle ore passava vicino casa della premier. Il tassello, però, non mette ancora a posto il mosaico di quella notte che tanto ha impensierito Meloni portandola a sospettare uno spionaggio ai suoi danni.
andrea giambruno porta fuori la spazzatura foto di chi 1
Siamo a Roma sud, zona Torrino. Nel pomeriggio la premier atterra a Dubai, per partecipare alla Cop28. Davanti casa sua la vigilanza è sempre attiva. […] Finché alle 3 di notte una poliziotta in servizio vede due uomini avvicinarsi alla macchina di Andrea Giambruno, ex compagno della presidente del Consiglio. I due hanno in mano qualcosa per far luce, forse una torcia. La poliziotta interviene, ma si sente dire che sono due “colleghi”. E li lascia andar via.
La notizia terremota Palazzo Chigi. All’inizio infatti i sospetti cadono su due 007. Ma poi è proprio l’Aisi a smontare la tesi: è la storia di un furto mancato. Lo conferma anche il sottosegretario Alfredo Mantovano […]: “...gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento nell’episodio di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del Presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.
Se sul versante servizi (e Mantovano) il mistero sembra risolto, c’è un altro fronte […] aperto: l’inchiesta della Procura di Roma. E qui entra in scena l’uomo che la stampa ha già definito come “ricettatore” che non risulta indagato (il fascicolo potrebbe peraltro essere archiviato). E con lui si moltiplicano gli aspetti da chiarire.
Quella notte erano in due […] ma deve ancora essere identificato il secondo uomo. Inoltre sono ancora in corso le verifiche sulla deposizione del “ricettatore” identificato e sentito dalla Digos. Novità questa che si aggiunge al fatto che la poliziotta del servizio di vigilanza è stata spostata altrove. […] in questa storia emergono errori grossolani nei sistemi di protezione di una importante carica dello Stato […]
[…] La poliziotta che quella sera stava facendo servizio di vigilanza davanti la casa in zona Torrino, dove Meloni abitava prima, quando nota due uomini vicino alla Porsche di Giambruno, si avvicina per chiedere cosa stessero facendo. I due, secondo quanto scritto dal Domani nelle scorse settimane, “si presentano come ‘colleghi’, mostrano frettolosamente un distintivo o qualcosa di simile”. E così la poliziotta li lascia andar via.
Il sottosegretario Mantovano, come abbiamo visto, precisa: “La sicurezza del Presidente non è mai stata posta a rischio”. È anche vero, però, che quella sera l’agente non appunta né le generalità dei due, né il numero del presunto distintivo, né la targa dell’auto “sospetta”. Poi però stila una relazione che finisce alla Digos e in Procura a Roma, dove viene aperto un fascicolo. La poliziotta, convocata, delinea i tratti di chi secondo lei si trovava vicino alla Porsche di Giambruno.
andrea giambruno 10 foto lapresse
Ed è proprio in questo momento che s’accende la miccia esplosa nel cuore di Palazzo Chigi. Pensando che si trattasse di due della scorta, un funzionario della Questura le sottopone alcune foto. La donna riconosce due agenti dell’Aisi che, però, avevano fatto richiesta di trasferimento al reparto “cugino”, l’Aise. I due sono diventati operativi all’Aise il 12 dicembre 2023, ossia dopo l’episodio, ma la loro richiesta di trasferimento sarebbe precedente. Secondo alcune fonti erano già in ferie da giorni, dunque il loro trasferimento potrebbe essere slegato da questa vicenda. Ma è realmente così?
ANDREA GIAMBRUNO IN PORSCHE A ROMA
In ogni modo quando il sospetto cade sui due 007 la premier sente una sorta di accerchiamento. Si pensa ai possibili mandanti. Congetture che […] si placano quando i Servizi segreti avviano un’“indagine amministrativa”.
L’Aisi ricostruisce le celle telefoniche dei due 007: quella sera erano altrove. Prova che potrebbe non essere sufficiente: basta spostarsi senza cellulare. Poi però gli agenti segreti analizzano tutte le celle telefoniche di zona e identificano una persona che avrebbe la disponibilità di una Mercedes con le stesse caratteristiche riportate dalla poliziotta. È il presunto “ricettatore”. Inoltre ci sarebbero immagini che riprendono la Mercedes (anche se lontano casa Meloni). Per l’Aisi il caso è chiuso. Dunque la prima identificazione, quella che ha coinvolto gli agenti segreti, è stata un errore.
L’uomo identificato viene sentito dalla Digos. Il punto, però, è che le versioni sulla sua deposizione, ricostruita al Fatto da diverse e autorevoli fonti, non collimano. Secondo alcuni, l’uomo avrebbe ammesso che era lì perché voleva rubare le gomme dell’auto. Secondo altri non avrebbe ammesso nulla, se non la sua presenza in quella zona, senza indicare il nome del suo compagno (che i magistrati romani devono ancora da identificare).
andrea giambruno a bordo della sua porsche foto di gente
I due non possono essere indagati per un furto neanche tentato: per questo potrebbe esserci un’archiviazione dei pm. Che però dovranno capire se è stato commesso un altro reato, quando i due hanno dichiarato una falsa identità, qualificandosi come “colleghi” e mostrando addirittura una sorta di tesserino. Intanto la poliziotta è stata spostata ad altro presidio, anche se – ci viene assicurato – “non è una punizione, ma un normale avvicendamento. Magari tornerà più avanti davanti casa Meloni”. E così, per la politica, la vecchia spy story è ormai romanzo da cestinare. Tanti aspetti, però, devono essere ancora chiariti. Toccherà alla Procura di Roma scrivere il capitolo finale […]
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