fabrizio piscitelli diabolik funerale roma

CHI HA UCCISO “DIABOLIK” PISCITELLI? - POTREBBE ESSERECI LA MALA ROMANA DIETRO IL SUO OMICIDIO MAGARI PER UNO SGARRO PER UNA PARTITA DI DROGA CHE IL CAPO ULTRÀ AVREBBE VOLUTO GESTIRE AUTONOMAMENTE - UNA PARTITA, FORSE ANCHE IMPORTANTE, CHE ERA STATA PRESA MA NON PAGATA - E CHE FORSE SI SAREBBE VOLUTA PIAZZARE IN UN TERRITORIO “GESTITO” DA ALTRI GRUPPI CRIMINALI - LA FIGLIA DI “DIABOLIK” ATTACCA IL QUESTORE: “HA VIOLATO GLI ACCORDI…”

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1 - UNA PISTA PER L’OMICIDIO: UCCISO DALLA MALA ROMANA PER LA DROGA

C.Moz. e G.Sca. per “il Messaggero”

 

fabrizio piscitelli foto mezzelani gmt004

Il suo posto, Fabrizio Piscitelli, era riuscito a ritagliarselo nel panorama multiforme, eppure radicato, che vede a Roma da anni diverse organizzazioni criminali spartirsi la città per il traffico degli stupefacenti. I clan esterni alla mala romana che controllano il giro e decidono come dividersi le piazze perché sono loro che fanno arrivare la droga in città e dunque sono loro che comandando. Così si muoveva il sistema agli albori.

 

Poi i rapporti sono cambiati perché la mala romana, composta da gruppi e bande “autoctone”, ha deciso di innalzare il proprio livello, passando da “braccio operativo” a formazione di comando. Senza di loro i clan esterni non avrebbero potuto infiltrarsi e fare affari e con loro dunque sono scesi a patti. Questo il quadro. Dentro cui è possibile scorgere una delle piste che potrebbe spiegare l’omicidio di “Diabolik” avvenuto lo scorso 7 agosto al Parco degli Acquedotti.

 

LO SGARRO

Gli inquirenti non escludono che l’agguato mortale derivi da uno “sgarro” compiuto da Piscitelli a qualche gruppo romano per una partita di droga che il capo degli ultras biancocelesti avrebbe voluto gestire autonomamente. Una partita – forse anche cospicua –che era stata presa, in seconda battuta, ma che non era stata pagata.

fabrizio piscitelli foto mezzelani gmt003

 

E che forse si sarebbe voluta piazzare in un territorio “gestito” da altri romani. Il denaro dunque e “l’invasione di campo” come possibile movente che, però, potrebbe escludere la responsabilità, nella ricerca del mandante, di organizzazioni criminali esterne. Come quella degli albanesi o della ‘ndrangheta per capirci che solitamente ha altri “modi” per inviare segnali e compiere omicidi.

 

Anche i “romani” sono capaci ad ammazzare, il messaggio che potrebbe esser stato veicolato. Gli agenti della Squadra Mobile, diretti da Luigi Silipo, e coordinati dal pm titolare dell’inchiesta, Nadia Plastina, stanno passando al setaccio ogni angolo del vissuto di Piscitelli, i suoi rapporti con i personaggi di spicco delle organizzazioni operanti in città ma anche il sottobosco cittadino e i legami che l’uomo aveva con i “romani che contano”, le vicende di altri ultras – a partire da quella di Marco Turchetta – finiti dietro alla sbarre per traffico di stupefacenti.

roma, i tifosi della lazio omaggiano fabrizio piscitelli alias diabolik 2

 

Ancora da ultimare le verifiche sui tre cellulari di Piscitelli e sui pc sequestrati nella sua villa a Grottaferrata. Dai quali, forse, potrebbe emergere il nome o i nomi di chi quella sera “Diabolik” avrebbe dovuto incontrare al parco prima di essere ucciso da un solo colpo esploso alla nuca.

 

2 - L'IRRIDUCIBILE TRA DROGA, BOSS E PRIGIONI DORATE

Nello Trocchia per il “Fatto quotidiano”

 

Lo Stato si è piegato e ha consentito l' omaggio a un signore della droga tra saluti romani, applausi e fumogeni. È successo ieri a Roma, dove si sono celebrati i funerali di Fabrizio Piscitelli, capo storico del tifo laziale, ma non solo, ucciso nel Parco degli Acquedotti il 7 agosto scorso. Piscitelli era indagato in una mega-inchiesta per droga e già condannato in passato.

FABRIZIO PISCITELLI DIABOLIK

 

Chi ha frequentato la curva ricorda il suo carisma e la sua personalità: "Gli Irriducibili sono il suo esercito, a lui sono legati e lo portano sempre in curva anche se a lui era vietato l' ingresso perché sottoposto a Daspo". In curva, infatti, c' erano tre striscioni, uno dedicato a Diabolik, Fabrizio Piscitelli, uno dedicato a Marco Turchetta e un altro dedicato, a un sodale storico di Piscitelli, Zogu Arben, detto Riccardino, noto narcotrafficante, oggi in carcere. Anche Turchetta è detenuto, è stato arrestato lo scorso maggio in una operazione antidroga.

 

La rete di Diabolik era impressionante. Inizia la sua carriera criminale stringendo rapporti con Gennaro e il fratello Michele Senese, boss di camorra di stanza a Roma, narcotrafficante di primo piano sulla Capitale. Ma non c' è solo il boss Senese a raccontare i legami di Piscitelli, ci sono i rapporti con i Casamonica, con Salvatore Casamonica, detto do', oggi in carcere per traffico internazionale di stupefacenti.

 

Fabrizio Piscitelli Diabolik Foto Mezzelani GMT

E Casamonica Salvatore faceva affari proprio con gli albanesi, amici intimi, uomini di fiducia a disposizione di Piscitelli, come Zogu Arben, ma soprattutto Dorian Petoku quest' ultimo, arrestato proprio con Casamonica lo scorso gennaio. Erano pronti gli uomini di Piscitelli e i Casamonica a far arrivare diverse tonnellate di cocaina nella capitale, ormai città snodo internazionale del narcotraffico.

 

I Casamonica, i Senese, gli albanesi, ma anche i napoletani come i fratelli Esposito, Salvatore e Genny, figli di Luigino, detto a' nacchella, boss dell' alleanza di Secondigliano. Anche gli Esposito, padrini della droga a Roma e in ottimi rapporti con Piscitelli.

Per capire l' ascesa di Piscitelli basta leggere quanto diceva di lui un pregiudicato romano, intercettato nella famosa inchiesta mafia capitale: "Diabolik () non lo so come ha fatto? In questi quattro anni ha fatto una scalata che non vi rendete conto (). i Napoletani e gli Albanesi è una cosa Questa è gente di merda!! Questa è gente cattiva". Non mancavano i buoni rapporti con il boss Massimo Carminati.

roma, ucciso fabrizio piscitelli alias diabolik 1

 

Un profilo criminale notevole che stava emergendo dall' indagine sulla droga che lo vedeva tra gli indagati e che raccontava la portata del personaggio oltre il territorio di Roma Nord dove era tra i padroni. "Chi l' ha ucciso è uno che se lo poteva permettere" sussurrano alcuni inquirenti, questo lascia pensare che ad ordinare l' omicidio possa essere stato un cartello o una potente organizzazione criminale.

 

roma, ucciso fabrizio piscitelli alias diabolik 3

Ipotesi al momento, di certo c' è che alcuni suoi amici, negli ultimi giorni, non sono reperibili, forse, anche per paura, soggetti che potrebbero fornire informazioni importanti alle forze dell' ordine.

 

Tra questi Fabrizio Fabietti, un altro signore della droga sulla Capitale, ma può essere utile parlare anche con un altro amico di Piscitelli che ha una società a Dubai e si occupa della vendita di cellulari satellitari, una società con esperienza nelle bonifiche ambientali, sempre un buon contatto per chi gestisce traffici di stupefacenti.

 

roma, ucciso fabrizio piscitelli alias diabolik 6

Piscitelli prima di tornare libero ha scontato la parte residua dell' ultima condanna in una casa di recupero per tossicodipendenti e alcolisti. A Roma il carcere è indigesto a molti boss che ottengono luoghi meno sgraziati dove trascorrere la detenzione. Nel centro che ha ospitato Piscitelli, in provincia di Roma, c' era anche una piscina gonfiabile. Si era fatto crescere la barba, era sempre isolato e tutti, compresi altri criminali ospiti del centro, lo rispettavano. Un rispetto enorme per Diabolik, il signore della droga morto ammazzato e celebrato nella Capitale con striscioni, fumogeni e un funerale imponente.

 

3 - DIABOLIK, LA FIGLIA ATTACCA IL QUESTORE: «HA VIOLATO GLI ACCORDI»

Da https://www.ilmessaggero.it

 

funerali fabrizio piscitelli diabolik 85

La figlia Fabrizio Piscitelli, detto 'Diabolik', il leader degli Irriducibili Lazio ucciso il 7 agosto scorso a Roma, ha attaccato duramente con un luno post su  Facebook il questore e i giornalisti per le vicende legate ai funerali del padre. L'accusa ha un valore ancor più significativo in prospettiva del derby Lazio-Roma che si giocherà sabato 1 settembre: è qui che autorità e forze dell'ordine saranno chiamate a concentrare la massima attenzione 

 

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«Io oggi contrariamente a quello che fanno vedere in televisione, ero al funerale di mio padre, cosa che forse il questore si è dimenticato, come se lo sono dimenticati quegli sciacalli dei giornalisti (perché solo gli sciacalli lucrano sulle disgrazie altrui». Inizia così il lungo sfogo pubblicato su di Ginevra Piscitelli in merito agli attimi di tensione che si sono registrati ieri al termine del funerale al Divino Amore a seguito del divieto imposto dalla questura di mostrare anche solo per pochi istanti il feretro di Piscitelli alla folla di tifosi radunata nel piazzale antistante il santuario, Ginevra Piscitelli accusa: «Il Questore ha creato, a fine celebrazione, andando contro gli accordi presi, un disagio incredibile, sia ai suoi collaboratori che a noi familiari».

funerali fabrizio piscitelli diabolik 91

carmine esposito questore di roma foto di bacco

 

«Chiaramente - aggiunge - il questore ha dovuto creare disagio per far valere la sua posizione iniziale, per dar ragione alla stampa, o meglio forse gli sarebbe costato caro se la stampa avesse scritto che tutte le persone presenti al funerale avevano mantenuto (come premesso) un atteggiamento consono e rispettoso nei confronti della mia famiglia e nei confronti di mio padre».

 

«Vorrei che vi avessero fatto vedere mio nonno con l'ossigeno, per due ore in macchina sotto al sole, aspettando di poter fare un tratto di strada dietro suo figlio - continua Ginevra Piscitelli - vorrei che vi avessero fatto ascoltare la messa. Una messa in cui un uomo di Chiesa, un monsignore, sebbene ha citato anche il soprannome di mio padre cioè 'Diabolik' poi l'ha chiamato Fabrizio. Fabrizio in quanto uomo, marito, padre e figlio».

 

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questore esposito e lionetti foto mezzelani gmt066

Dunque il passaggio sul sentimento che ha motivato le richieste reiterate ieri al Divino Amore. «Vorrei che vi avessero fatto ascoltare nei video che trasmettono al tg, che chiedevo, urlando, dopo mezz'ora sotto al sole, con mia madre su un'ambulanza, di far scendere l'auto con mio padre - scrive ancora Piscitelli - perché in quella macchina per molti c'era un feretro con un corpo senza vita, per me in quel feretro c'era un pezzo di cuore, c'era l'uomo che avrebbe dovuto accompagnarmi all'altare, l'uomo che avrebbe dovuto vedermi laureare, l'uomo che mi ha cresciuta, l'uomo che dormiva con me quando ero giù di morale, c'era mio padre e questo dovrebbe bastarvi».

questore esposito e condello foto mezzelani gmt044

funerali fabrizio piscitelli diabolik 47

 

«Non mi sto giustificando - conclude infine Ginevra Piscitelli - sto dicendo semplicemente la realtà dei fatti, quella che fortunatamente più di mille persone hanno potuto vedere con i loro occhi, ma che purtroppo voi non vedrete mai. Detto questo, io continuerò a camminare a testa alta sempre e non sarò mai come avete provato a descrivermi voi. Mai. Ginevra Piscitelli».

 

LA REPLICA

«Non esisteva nessun accordo che prevedesse di mostrare il feretro di Fabrizio Piscitelli al pubblico radunato all'esterno del santuario del Divino Amore». È quanto affermano all'Adnkronos fonti di polizia in seguito alla polemica accesa da alcuni componenti della famiglia del leader degli Irriducibili ucciso con un colpo di pistola il 7 agosto scorso a Roma.

 

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questore esposito e condello foto mezzelani gmt040

«Un accordo del genere - aggiungono - sarebbe stato impensabile visto che avrebbe contrastato quanto dettato proprio dall'ordinanza del questore che imponeva il rito funebre in forma privata per ragioni 'di ordine e sicurezza pubblicà». «Ieri dunque - aggiungono le fonti interpellate dall'Adnkronos - è stato garantito lo svolgimento del funerale in forma privata alla presenza di un numero ristretto di persone ed è stata garantita altresì la libertà personale dei tifosi di radunarsi a distanza della chiesa dove si sono svolte le esequie».

questore esposito condello e lionetti foto mezzelani gmt047

 

LA SORELLA ANGELA

«Io non ero presente tra la folla come è stato possibile notare. Mi giungono molte voci da persone che esulano dai familiari e dai tifosi che purtroppo richiamano puntualmente alla strumentalizzazione di questo funerale». È quanto afferma Angela Piscitelli, la sorella di Fabrizio, il leader degli Irriducibili Lazio ucciso il 7 agosto scorso a Roma.

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«Qualche dubbio su chi abbia voluto colorarlo con le proprie tinte, lo porrei a chi ha facoltà di avere un pensiero più pulito - aggiunge - Certamente un'ordinanza del questore così tanto discussa in ogni ambiente e che ha richiesto necessariamente molti aggiustamenti essendoci con tutta evidenza a parere mio, aspetti ed ampi spazi legalmente discutibili, aveva necessità di rinforzare un suo perché».

 

«Comunque ciò che di spietato umanamente parlando ha preceduto il funerale, lascia spazio a mio avviso ad ampie riflessioni- prosegue Angela Piscitelli - tra queste direi che mio fratello riposa in pace e x me è ciò che conta, che il suo funerale si è svolto nella chiesa che volevamo e non in una squallida cappella alle sei del mattino, che il sacerdote è stato molto incisivo e raffinato scegliendo la parola di Dio più mirata ai vivi che ai defunti e dunque tutto il resto è noia, inutile rumore».

funerali fabrizio piscitelli diabolik 92

 

«Concludo ricordando che nell'inosservanza degli accordi è sfuggita agli addetti, la presenza di ospiti non richiesti e che non rientravano tra gli intimi - rileva Piscitelli - In ogni caso malgrado lo spiegamento ingente delle forze dell'ordine in divisa e non, il materiale criticabile che resta ai giornalisti e ad altri per giustificarlo, continua a restare forse eccessivamente impegnativo. Ma io non mi occupo di ordine e sicurezza né di disordine ed insicurezza».