virginia raggi meme

ULTIMI RAGGI SUL CAMPIDOGLIO! - COME DAGO-ANTICIPATO, LA SINDACA USCENTE HA AVVIATO LE PROCEDURE PER NOMINARE I VERTICI DEL TEATRO DI ROMA (COSTANZO IN POLE), MA NON SOLO - IL 4 OTTOBRE HA INVIATO UNA LETTERA AL VICECAPOGABINETTO PER DESIGNARE SINDACI E REVISORI DEI CONTI DELLE PARTECIPATE - LO STOP, PRIMA CHE POLITICO, E' STATO DEI TECNICI. IL SEGRETARIO GENERALE HA SPIEGATO A VIRGY CHE...

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LA SCONFITTA DI VIRGINIA RAGGI - MEME

SCONFITTA MA NON DOMA: IN BARBA AI RISULTATI ELETTORALI (QUARTO POSTO DIETRO CALENDA), LA SINDACA USCENTE AVVIA LE PROCEDURE PER LA NOMINA DEI VERTICI DEL TEATRO DI ROMA – SCOPPIA IL FINIMONDO: IL NOME CHE CIRCOLA CON PIU’ INSISTENZA PER LA PRESIDENZA E’ QUELLO DI MAURIZIO COSTANZO, CASUALMENTE CONSIGLIERE PER LA COMUNICAZIONE DELLA RAGGI – E DAL PRESIDENTE DELLA REGIONE LAZIO, NICOLA ZINGARETTI, E DAL MINISTRO DEI BENI CULTURALI, DARIO FRANCESCHINI, PARTE UNA STEREOFONICA PERNACCHIA: VIRGI’, NUN ZE PO’ FA’! – LA LETTERA DELLA RAGGI E LA RISPOSTA DEL CAPO DI GABINETTO DI ZINGA - dagospia del 5 ottobre
 
Mauro Favale per "la Repubblica"
 

VIRGINIA RAGGI MEME

«Vigileremo sul nuovo sindaco», aveva detto Virginia Raggi nel suo puntuto (e un po' velenoso) discorso pronunciato la sera della sconfitta elettorale. Nessuno, però, poteva immaginare che la strategia dell'ex prima cittadina comprendesse, negli ultimi giorni prima di fare le valige dal suo ufficio in Campidoglio, la nomina di professionisti da lei individuati negli organi di controllo delle società partecipate dal Comune.
 
La lettera con la quale Raggi esplicita i suoi propositi è datata 4 ottobre, il giorno del risultato elettorale. E proprio mentre i numeri dello spoglio spegnevano i sogni di un bis dei 5 stelle a Roma, la sindaca grillina avvertiva il suo fidato vicecapo di gabinetto vicario, Nicola De Bernardi, della sua intenzione di «avviare le attività finalizzate al perfezionamento della designazione/nomina dei profili individuati dalla scrivente in quanto ritenuti adeguati a ricoprire l'incarico di componente degli organi di controllo degli Enti, Fondazioni e Società partecipate di Roma capitale al fine di corrispondere alle contingenti esigenze».
 

VIRGINIA RAGGI IN CONFERENZA STAMPA DOPO LA SCONFITTA

La sindaca resta vaga, non cita in quali aziende pensa di nominare professionisti (per lo più commercialisti) per ricoprire gli incarichi nei collegi dei sindaci e dei revisori dei conti ma nella giungla delle municipalizzate capitoline i posti da rinnovare sono diversi.
 
Così come va risolta la situazione del Teatro di Roma, dove Raggi vorrebbe sostituire il presidente Emanuele Bevilacqua con Maurizio Costanzo, suo fidato consigliere per la comunicazione, ispiratore di diverse iniziative della sindaca negli ultimi mesi. In quel caso la designazione del presidente è di competetenza della prima cittadina ma la nomina va poi approvata dall'assemblea dei soci dove è presente anche la Regione Lazio pronta a fare muro.
 

TAPIRO D'ORO A VIRGINIA RAGGI

Lo stop alla sindaca, però, prima ancora che "politico" arriva dai tecnici del Campidoglio. Il segretario generale Pietro Paolo Mileti, in una lettera "riservata urgente" datata 8 ottobre spiega alla sindaca che procedere con queste nomine «non parrebbe corrispondere a equilibrati criteri di esercizio dell'azione amministrativa che proprio in tale fase (il periodo che precede l'elezione del nuovo sindaco, ndr) dovrebbero improntare lo svolgimento dell'attività degli organi capitolini».
 
 

VIRGINIA RAGGI SCONFITTA ALLE AMMINISTRATIVE - MEME

E non solo. Mileti suggerisce «un approccio cauto e neutrale alla tematica in argomento». Anche perché, prosegue, «la scelta degli amministratori degli Enti partecipati da Roma capitale, nell'attuale fase di consiliatura potrà influire, condizionandole, sulle future politiche di governance delle società che la nuova amministrazione riterrà di attuare».
 
Infine, l'ultimo altolà dell'alto dirigente del Campidoglio secondo il quale «eventuali futuri atti di nomina» vanno ritenuti «non in linea coi principi giuridici di carattere generale, con la conseguenza che non sarà possibile attestarne la conformità allo schema legale previsto dalla normativa».
 
Una porta sbattuta in faccia alla sindaca che ora dovrà decidere se "sfidare" il segretario generale o lasciare il Campidoglio abbandonando l'idea di nomine last minute.

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