ULTRALEGGERO, ULTRA FORTUNA! - IL 77ENNE VANNIS MARCHI, CO-FONDATORE DEL MARCHIO "LIU JO" SI È MIRACOLOSAMENTE SALVATO IN UN INCIDENTE AEREO: A FORTE DEI MARMI, L'UOMO È PRECIPITATO MENTRE VOLAVA A BORDO DEL SUO ULTRALEGGERO, SCHIANTANDOSI IN UN CAMPO VICINO L'AUTOSTRADA A12 - LA SUA TESTIMONIANZA: "SEMBRA IMPOSSIBILE CHE IN TUTTO QUESTO AMMASSO DI ROTTAMI SIA RIMASTO INCOLUME. VEDEVO LA BENZINA ENTRARE NELL'ABITACOLO, BASTAVA UN FILO SCOPERTO E SAREBBE ANDATO TUTTO A FUOCO"

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Estratto dell'articolo di Maria Teresa Veneziani per il "Corriere della Sera"

 

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Un ultraleggero che perde quota. L’impatto. Il boato. E la paura. Una domenica mattina di terrore a Forte dei Marmi quando, verso le 10, un piccolo aereo si è schiantato in un campo vicino all’autostrada A12. A bordo c’era lui, Vannis Marchi, 77 anni, co-fondatore con il fratello Marco del brand Liu Jo, che davanti gli occhi increduli dei soccorritori esce sulle sue gambe dall’abitacolo.

 

«Come sto? Illeso, mi crede? Una cosa incredibile se penso da dove sono uscito... Qualche bottarella, ma niente di più», risponde Marchi, che poi ha lasciato di stucco anche i medici dell’ospedale di Camaiore dove è stato trattenuto in osservazione in codice giallo e dimesso dopo una notte.

 

«Forse c’è veramente una buona stella che mi ha salvato. L’aereo è da buttare per cui sembra impossibile che in tutto questo ammasso di rottami sia rimasto incolume — racconta l’imprenditore —. Mentre ero dentro l’abitacolo vedevo che scendeva benzina dalle ali e l’aereo si stava riempiendo. Grazie a Dio sono rimasto cosciente e mi sono precipitato fuori, bastava un filo scoperto e sarebbe andato tutto a fuoco».

 

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Che cosa ha pensato in quei momenti?

«Nulla, non me lo aspettavo. La mia bravura è stata solo quella di restare lucido, ma non basta, ci vuole tanta fortuna», ribadisce Marchi che negli Anni ’80 esordì nella produzione di maglieria per marchi italiani fino alla decisone, nel 1995, di fondare insieme con il fratello Marco il marchio Liu Jo, oggi noto a livello internazionale grazie anche a campagne con volti noti tra i quali Kate Moss. Marchi è un pilota esperto.

 

[...]«Ero partito alle 9.30 dall’aeroporto di Carpi — ricorda —. Volevo fare un’improvvisata a mio fratello che è a Forte dei Marmi. In linea d’aria sono 160 chilometri, in 40 minuti si arriva. “Andiamo a mangiare il pesce”, ho pensato. Supero le Alpi Apuane e mi trovo davanti a questa spiaggia meravigliosa a duemila metri sotto di me. Per chi ha passione per il volo, queste sono emozioni incredibili».

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Poi però l’aereo comincia a perdere quota. «Mi avvicino al Cinquale e mi metto in contatto con l’aeroporto chiedendo di poter atterrare, ma mi chiedono di attendere perché c’è un aereo in arrivo. Faccio un giro, però ce n’è un altro. Altro giro e sono pronto a scendere e probabilmente per colpa della velocità bassa, il motore “starnutisce” e non prende i giri. Perdo quota e con un ruotino prendo i cavi elettrici e a quel punto, l’aereo cade da una decina di metri». In via Gobetti, luogo dello schianto, parlano di miracolo… Ha mai pensato: «È finita»? «No perché sono irresponsabile o estremamente positivo.

 

Ma viaggio sempre solo, perché non voglio mettere a rischio l’incolumità delle persone. Non mi è mai successo nulla, ma come si è visto, basta un nulla, un piccolo scompenso del carburatore per creare una situazione che poteva rivelarsi devastante e definitiva». [...]

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