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Luigi Ferrarella per il "Corriere della Sera"
Sentenze che autorizzino un genitore separato a vaccinare contro il Covid il figlio nonostante la contrarietà dell'altro genitore sono già capitate, sempre nel presupposto che così si facesse l'interesse del minore, desideroso di vaccinarsi, ma ostaggio dell'impasse tra i genitori litiganti: ma che succede se, ad esempio con la madre contraria e il padre favorevole, è la figlia 14enne a non volersi vaccinare?
La sezione Famiglia del Tribunale civile di Milano, nell'autorizzare il padre a farla vaccinare lo stesso, prende una decisione destinata a far discutere perché «non ritiene di conformarsi alla manifestazione di volontà di non vaccinarsi espressa dalla ragazza», in quanto vi coglie una troppo «stretta correlazione con la volontà della madre, contraria alla vaccinazione con posizioni aprioristiche che trascurano del tutto gli approdi della scienza internazionale», sicché la ragazza «si ritiene non abbia avuto una adeguata informazione» e pertanto «non possa esprime un consenso/dissenso veramente informato».
I Servizi sociali di un Comune dell'hinterland milanese, al quale la figlia era stata affidata anni prima dai giudici, non se la sono sentita di prendere una decisione, non ritenendosi competenti perché la vaccinazione Covid non é tra quelle obbligatorie.
Così la questione è tornata di fronte al Tribunale, che come prassi ha allora ascoltato la minore: «Sia papà che mamma - ha spiegato la 14enne alla presidente Anna Cattaneo e alle giudici Rosa Muscio (ex pm del delitto di Garlasco) e Valentina Maderna - mi hanno chiesto cosa volessi fare, io ho sentito in tv e visto su internet che è un vaccino nuovo, e che, anche se molto bassa, c'è una possibilità di effetti collaterali. Visto che il vaccino è nuovo, io vorrei aspettare ancora un po'. Non sono stata influenzata dalla mamma nella mia decisione. Non vado al ristorante o in luoghi chiusi dove serva il green pass. Pertanto non vorrei vaccinarmi per adesso».
Il Tribunale, nel dirimere il contrasto tra il padre, assistito dai legali Raffaella Caserano e Andrea Invernizzi, e la madre seguita dall'avvocato Antonella Vettore elenca le «evidenze scientifiche a livello nazionale ed internazionale che hanno accertato l'assoluta efficacia e la sicurezza della vaccinazione» non considerate dalla madre, la quale - ritengono di aggiungere le giudici - «trascura tra l'altro il monito del Presidente della Repubblica che il 28 luglio ha detto che la vaccinazione è un dovere morale e civico».
E se l'audizione del minore é fondamentale «per determinare quale sia il suo interesse e raccoglierne opinioni e bisogni, questo prioritario rilievo - aggiunge il Tribunale in scia ad una sentenza di Cassazione del 2015 - non determina l'obbligo del giudice di conformarsi alle indicazioni del minore, potendo la valutazione complessiva del suo superiore interesse condurre a discostarsi da esse».
Per le giudici, infatti, «le decisioni in campo medico sono in alcuni casi troppo delicate e complesse, oltre che di estrema rilevanza, per poter essere valutate da un ragazzino di 14 anni, soprattutto quando, come qui, le informazioni sono state veicolate in modo non chiaro e certamente non completo, oltre che già orientate da una decisione aprioristica assunta dalla madre, con la quale la figlia ha maggiormente vissuto». Così il Tribunale motiva il «non ritenere di conformarsi alla manifestazione di volontà espressa dalla figlia», e invece autorizza il padre «ad assumere, in autonomia e in assenza del consenso materno, ogni decisione relativa alla vaccinazione anti Covid».
Prima dovrà comunque «preoccuparsi di informare la figlia, attraverso personale sanitario specializzato, della opportunità di procedere alla vaccinazione per tutelare la sua salute, al fine di tranquillizzare la minore, ma senza subordinare la vaccinazione al suo consenso».
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