RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
I'm in tears.
INSANE footage just released showing the moments of Noa Argamani's rescue, listen to her voice as she tells her saviors:
"Im so excited im just very scared of the way"
Translated and subtitled by me pic.twitter.com/uNeol1eY6Z
— Yaari Cohen (@YaariCohen) June 15, 2024
Gaza, il nuovo video in soggettiva del blitz in cui è stata liberata l'ostaggio Noa Argamani
il blitz israeliano per liberare noa argamani 3
La polizia israeliana ha diffuso un nuovo filmato che mostra il blitz che lo scorso fine settimana ha portato alla liberazione dell'ostaggio Noa Argamani dalla prigionia di Hamas nella Striscia di Gaza. Nel video, rilanciato dai media dello Stato ebraico, si vedono agenti dell'unità di elite antiterrorismo Yamam fare irruzione in un appartamento di Nuseirat, nel centro di Gaza, e raggiungere Argamani. "Va tutto bene Noa, ti riportiamo a casa", dice un agente all'ostaggio. Una volta portata nel veicolo di estrazione, si sente Noa dire: "Sono molto emozionata, solo molto spaventata per il viaggio" ."Va tutto bene, sei con noi, va tutto bene", risponde un agente.
Xi Jinping e il caso di Noa Argamani
Francesco Battistini per “America-Cina”, la newsletter del “Corriere della Sera”
«Mi dispiace, ma non è una cittadina cinese». Pochi giorni dopo il massacro del 7 Ottobre, quando il mondo intero aveva visto Noa Argamani che urlava disperata mentre veniva rapita al rave party, strappata al fidanzato e portata via in moto, il premier Bibi Netanyahu capì subito che la ragazza era un caso speciale. E fece contattare l’ambasciatore di Pechino in Israele.
Il messaggio era chiaro: Noa è figlia d’una donna cinese, voi avete buoni rapporti con Hamas, aiutateci nel negoziato. La risposta fu il silenzio. A dicembre, Bibi spiegò alla Knesset d’essersi rivolto personalmente anche a Xi Jinping, il presidente. Ma a quel punto, si scopre ora, la risposta era stata anche peggio del silenzio: Noa non aveva «sangue cinese, era cinese solo per metà», sua madre Liora aveva ormai passaporto israeliano e dunque Pechino non avrebbe mosso un dito per la sua liberazione.
NOA ARGAMANI RAPITA IL 7 OTTOBRE
Mezzosangue, mezz’ostaggio. Ora che Noa è stata salvata con un blitz a Gaza, il governo Netanyahu ha deciso di togliersi il sassolino. Rivelando qualche retroscena sull’indifferenza di Xi Jinping.
E accendendo una luce sulla posizione del gigante cinese in questi otto mesi di guerra. In un regime dove ogni parola dei media è sotto controllo, nessuna tv e nessun sito e nessun giornale ha mai parlato di Noa e della sua famiglia […].
«Sono impazzito su questa storia», commenta Yuval Weinreb, uno dei maggiori esperti israeliani di cultura mandarina, consulente a Tel Aviv di molte società di hi-tech e titolare di Understanding China, canale social che si batte contro gli stereotipi: «Dopo il 7 Ottobre, l’aria è cambiata anche laggiù. Un diplomatico israeliano è stato accoltellato. E quello che per noi è sempre stato uno dei posti più sicuri, adesso è un’altra cosa: anche lì, è normale sentir dire che “Hitler doveva finire meglio il suo lavoro”, che gli ebrei hanno in pugno l’America. E che Gaza è solo una parte del tentativo americano di dominare il mondo».
Sul web […] è possibile vedere immagini della Striscia distrutta paragonate a quelle di scintillanti quartieri dove «i musulmani cinesi vivono molto meglio dei musulmani d’Israele» (e con buona pace della repressione degli Uiguri).
il blitz israeliano per liberare noa argamani 4
Il caso Argamani è stato il detonatore d’un malcontento finora nascosto. «All’inizio», dice Weinreb, «pensavamo che il sequestro della ragazza fosse una carta a favore d’Israele e un mezzo autogol di Hamas. Ma presto abbiamo scoperto che la questione sarebbe stata usata in tutt’altro modo, e contro di noi. Ci hanno rifiutato la tesi che Noa fosse cinese, anche se è la loro legge a non permettere il doppio passaporto: per chi sta all’estero, è normale dover scegliere un’altra cittadinanza. Ma tanto è bastato a chiudere la questione».
Sotto questo atteggiamento, c’è molto altro. Fin dai tempi di Ben Gurion, che considerava la Cina una nuova frontiera, Israele ha sempre avuto rapporti altalenanti con Pechino: lo Stato ebraico riconobbe subito la Rivoluzione maoista, ma dovette attendere gli anni ’90 per essere a sua volta riconosciuto.
campi di concentramento per uiguri, nella regione dello xinjiang 1
La Silicon Valley israeliana ha sempre ingolosito i cinesi e le relazioni […] fino al 7 Ottobre erano buone. Unico ostacolo, già all’epoca di Arafat, la questione palestinese. Negli anni ’50, il comunismo cinese s’affratellò alla causa arafattiana e negli anni ’60 fu tra i primi movimenti politici a riconoscere l’Olp. Il gigante asiatico però è andato oltre il sostegno al diritto dei palestinesi d’avere un loro Stato: da quasi vent’anni, riconosce la legittimità di Hamas.
E dopo il massacro nei kibbutz non ha mai espresso una vera condanna del movimento islamico, accusando invece Netanyahu d’avere scatenato una guerra che va ben «al di là dell’autodifesa». Il mattatoio di decine di migliaia di palestinesi ha impressionato l’opinione pubblica cinese e sui social […] sono apparse fotografie di bambini palestinesi ammazzati. […]
il blitz israeliano per liberare noa argamani 8
Una strategia politica molto chiara, secondo Weinreb: «La Cina vuole l’eliminazione dell’egemonia globale americana, per creare un nuovo ordine mondiale. Il conflitto di Gaza è un vantaggio da sfruttare: porta molta popolarità, senza alcun rischio. Le piazze arabe e musulmane sono tutte con la Cina e anche gli altri Paesi nel Sud del mondo, che la Cina si propone di guidare, adesso s’identificano con Pechino». […]
Noa Argamaninoa argamani nel video diffuso da hamas il blitz israeliano per liberare noa argamani 6NOA ARGAMANI RAPITA IL 7 OTTOBRE NOA ARGAMANI RAPITA IL 7 OTTOBRE noa argamani ostaggio di hamas noa argamani ostaggio di hamas
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