DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI…
1 – COVID: VACCINATE OLTRE 45 MILA PERSONE IN ITALIA
CORONAVIRUS - VACCINATI IN ITALIA AL 2 GENNAIO 2021
(ANSA) - Sono 45.667 le persone vaccinate contro il coronavirus in Italia, secondo l'ultimo dato disponibile sul portale online del commissario straordinario per l'emergenza. In testa la Provincia Autonoma di Trento (somministrate 1.730 dosi, il 34,8% delle 4.975 disponibili) seguita dal Lazio (9.301 vaccinazioni, il 20,3% delle 45.805 delle dosi disponibili) e dal Friuli-Venezia Giulia (1.948 vaccinazioni, il 16,3% delle 11.965 dosi a disposizione). La fascia di età più vaccinata è quella tra i 50 e i 59 anni (13.086), seguita da 40-49 (10.475) e da 30-39 (7.972). La fase 1 della vaccinazione, che ha preso ufficialmente il via tra il 30 e il 31 dicembre a seconda delle regioni, interessa operatori sanitari e sociosanitari (al momento sono 40.148 vaccinati), personale non sanitario (2.181) e gli ospiti delle Rsa (3.338) (ANSA).
2 – BIONTECH, SERVONO ALTRI VACCINI,I NOSTRI NON BASTANO
Luca Mirone per l’ANSA
La campagna di vaccinazione anti-Covid ha raggiunto finora quasi dieci milioni di persone in tutto il mondo, ma la strada sarà lunga e non priva di ostacoli. La Biontech ha avvertito che da sola non ce la farà a coprire la domanda ed ha chiesto all'Europa di approvare altri farmaci in fretta.
La pandemia, del resto, non allenta la presa, tanto che l'Oms ha dato il via libera all'utilizzo del prodotto Pfizer in tutto il mondo per accelerare. Il mese di dicembre ha segnato la svolta nella lotta al coronavirus, con le prime dosi del vaccino prodotto dall'azienda farmaceutica tedesca Biontech, in collaborazione con l'americana Pfizer, inoculate nelle fasce più a rischio in Gran Bretagna, Nord America e Unione europea (ultima a iniziare, il 27). Mentre Russia e Cina stanno facendo da sole con i propri farmaci.
IL PRESIDENTE SI VACCINA - BY LE BIMBE DI SERGIO MATTARELLA
Il problema, adesso, è che il peso della distribuzione è quasi tutto sulle spalle della Biontech, l'unica ad aver ricevuto il via libera in Ue, Usa e Canada. "La situazione non è buona", ha avvertito il capo del colosso tedesco Ugur Sahin, rilevando che si è "creato un vuoto perché mancano altri vaccini approvati e dobbiamo colmarlo con il nostro vaccino". Per questo Biontech punta a rendere operativo un nuovo impianto di produzione nella città tedesca di Marburg a febbraio, "molto prima del previsto", che dovrebbe essere in grado di sfornare altre 250 milioni di dosi nella prima metà del 2021. E c'è già un accordo con altre aziende per aumentare ulteriormente la produzione. La situazione è particolarmente complicata in Ue.
IL FURGONE CON LE DOSI DI VACCINO CONSEGNATE IL 26 DICEMBRE
La Commissione ha prenotato oltre 1 miliardo di dosi da 6 aziende farmaceutiche, ma al momento può contare solo su 300 milioni di fiale della Pfizer. Troppo poche per i 27 stati membri. Berlino ha esortato l'Ema ad approvare rapidamente anche il vaccino sviluppato da Oxford e AstraZeneca, seguendo l'esempio di Londra, ma i tempi restano incerti, perché l'agenzia europea del farmaco aspetta altri dati.
I britannici invece hanno accelerato i tempi con un'autorizzazione "temporanea" ad AstraZeneca, imponendo all'azienda di presentare ogni aggiornamento e riservandosi il diritto di fare marcia indietro. Inoltre è previsto che il richiamo avvenga fino a 3 mesi dalla prima iniezione, per consentire di vaccinare il maggior numero di persone (già un milione ne hanno beneficiato).
In questo modo il governo Johnson ha aggiunto un'importante freccia al suo arco, dotandosi di un prodotto più economico e più facile da gestire, che dovrebbe coprire l'intero fabbisogno della popolazione dell'isola. In Ue, al contrario, si procede con lentezza. La Germania, dove si registra la percentuale più alta di vaccinazioni (quasi 170mila), i medici si sono lamentati che il personale ospedaliero viene lasciato ad aspettare nonostante faccia parte dei gruppi prioritari.
Anche in Francia si procede con il contagocce, tanto che il presidente Emmanuel Macron, nel discorso di fine anno, ha affermato che non accetterà "lentezze ingiustificate". In Italia i vaccinati sono 33mila: il tunnel da attraversare è molto lungo. Problemi analoghi si riscontrano negli Stati Uniti, che hanno superato i 20 milioni di contagi. Le persone vaccinate sono quasi 3 milioni, ma molto al di sotto rispetto alle prime promesse fatte da Donald Trump, che ne prevedeva almeno 20 milioni entro Natale.
L'India, il secondo paese per numero di contagi, ha dato il via libera ad AstraZeneca per iniziare quanto prima la sua campagna. Israele, al contrario, va veloce: ha superato il milione di vaccinati, il 10% della popolazione. Un altro ostacolo all'immunizzazione di massa è rappresentato dal fatto che molti paesi non hanno gli strumenti per verificare l'efficacia e la sicurezza di un vaccino. Per fare fronte a questa situazione l'Oms ha concesso la convalida di emergenza al vaccino Pfizer-BioNTech, aprendo così la strada ai paesi di tutto il mondo per approvarne rapidamente l'importazione e la distribuzione del farmaco. L'iniziava dell'Oms è molto importante, soprattutto perché aprirà la strada alla diffusione del vaccino nei paesi poveri.
DOSI DEL VACCINO PFIZER IN ITALIA
3 – E L'ITALIA VA AVANTI PIANO SU CENTO DOSI PRONTE SOLO SETTE GIÀ INIETTATE
Corrado Zunino per “la Repubblica”
Più che una falsa partenza, nel Paese a organizzazione variabile, questo è un falso arrivo. Le dosi per le vaccinazioni c' erano, come annunciato. Sono atterrati gli aerei gialli della Dhl e i camion militari di scorta ai van frigorifero sono arrivati ai 203 ospedali. Era stato allestito da giorni il grande hub italiano, a Pratica di Mare.
C' era, ecco, il Piano di Arcuri per il reperimento e la consegna dei vaccini Pfizer anti Covid, l' ultimo piano affidato al manager pubblico dopo quello per le mascherine chirurgiche, i banchi monoposto, gli stantuffi delle siringhe. Poi, però, mancavano i medici vaccinatori nelle residenze sanitarie e il personale tutto negli ospedali, quello che doveva vaccinare e quello che doveva essere vaccinato. Era rarefatto, come accade a ogni fine anno. Sono stati un "routine day" d' ospedale, la notte e il giorno che hanno ruotato attorno al Capodanno: turni contingentati e pochi abilitati a vaccinare.
Un giorno di routine dopo il V-Day, la passerella di domenica 27 dicembre.
LA PRIMA VACCINATA AL CORONAVIRUS IN GERMANIA
La partenza delle vaccinazioni nelle prime 48 ore non è stata falsa o lenta ovunque. Nell' Italia a organizzazione variabile, su 469.950 dosi a disposizione, negli ultimi due giorni, ne sono state usate - dato di ieri sera alle 23 - 35.850. Il 7,6 per cento, in media, nel Paese. Il problema è che in Friuli Venezia Giulia e nella Provincia autonoma di Bolzano siamo sopra il 16 per cento dei vaccini consegnati e iniettati. Nel Lazio poco sotto. In Calabria, Basilicata, Valle d' Aosta, nella Provincia di Trento e nel Molise viaggiamo, invece, attorno al 2 per cento. In Sardegna all' uno e sei. Anche in Lombardia, la regione più colpita dalla pandemia e crudelmente messa a nudo nei suoi deficit sanitari, la percentuale di vaccini utilizzati nei primi due giorni è stata del 2,6 per cento. La Sicilia ha una distanza stridente tra la disponibilità e l' utilizzo.
Domenico Arcuri, lo sbroglia-rogne del governo Conte, si dice comunque soddisfatto, ricorda che il 27 scorso sono state consegnate 9.750 dosi di Pfizer «e sono state interamente somministrate». Ma quello era il Vip day, le iniezioni al governatore De Luca e a pochi prescelti.
Quando la campagna è diventata di massa, dalla mattina di giovedì 31 appunto, al vaccino non ha corrisposto il vaccinato. C' è un problema generale di produzione industriale in tutta Europa e di ritardi nella consegna.
Il capo della startup tedesca BioNTech, che produce le dosi con Pfizer, ha avvertito: «Da soli non riusciremo a coprire il fabbisogno». Ma a questa emergenza mondiale, da noi le prime 48 ore hanno aggiunto una questione specifica di organizzazione di base, in diversi ospedali e diverse residenze per anziani.
Pierpaolo Sileri, viceministro della Salute, prova a spiegare. «È davvero presto per dire che la partenza sia stata lenta. Certo, colpisce che in Germania siano state iniettate 165 mila dosi e in Israele un milione di persone siano state già immunizzate, ma è pure vero che la campagna vaccinale è iniziata da due giorni».
LE PRIME DOSI DI VACCINO CONSEGNATE IN EUROPA CORONAVIRUS
Altri Paesi europei, Grecia e Francia, per esempio, hanno numeri inferiori ai nostri. «Io stesso», continua Sileri, «ho rimproverato una responsabile del Pio Albergo Trivulzio di Milano quando ha spiegato che le 1.500 dosi arrivate alla struttura il giovedì sarebbero state utilizzate solo il lunedì successivo».
Diversi ospedali italiani hanno fatto questa scelta conservativa, non hanno approntato turni speciali, «ma griderò allo scandalo solo se il 6 gennaio le 469.950 dosi della prima settimana non saranno state usate tutte». È probabile che questi numeri bassi continueranno oggi e domani, sabato e domenica.
Uno dei motivi per cui ci sono differenze così larghe tra le regioni, spiegano al ministero, è dovuto al fatto che giovedì 31 e venerdì 1 risultavano sguarnite soprattutto le amministrazioni ospedaliere e probabilmente non tutti i dati sono stati inseriti: «Quei trentaseimila vaccinati sono sottostimati», dice Sileri citando gli affanni dell' organizzazione sanitaria in Calabria.
claudia alivernini prima in italia a ricevere il vaccino pfizer contro il coronavirus
In questa fase iniziale, l' 85,5 delle vaccinazioni è andata agli "operatori sanitari e sociosanitari": sono 31.716 in tutto. Ma quando i turni in ospedale torneranno a essere pieni, diventerà chiaro il problema della mancanza dei vaccinatori. La Sicilia, ad esempio, ha solo 345 abilitati, ne servirebbero 1300. E i frutti del bando per 15 mila nuove figure specializzate allestito sempre da Arcuri, si vedranno solo a febbraio.
roberto speranza domenico arcuri vincenzo de luca si vaccina 4il vaccino pfizer arriva allo spallanzani
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