DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Francesco Rigatelli per “La Stampa”
«È una campanellina d'allarme, non ancora una campana». Carlo Perno, primario di Microbiologia al Bambin Gesù di Roma, analizza con cautela i pochi dati a disposizione sulla nuova variante Omicron che fa tremare il mondo.
Da virologo che idea si è fatto?
«Si tratta di un ceppo che riporta una trentina di mutazioni miste nella proteina Spike. Un numero elevato, ma che non determina automaticamente un pericolo. Queste mutazioni sono correlabili a una maggiore capacità replicativa e a una certa resistenza ai vaccini, però non è detto che vada così».
Potrebbe essere la variante peggiore di sempre?
la variante omicron si diffonde molto piu velocemente
«Il punto chiave è la reale capacità replicativa. Se fosse l'ennesima variante fastidiosa per l'immunità, ma meno diffusiva della Delta, non dovremmo preoccuparci. Certo i casi sono diversi, anche se bisogna vedere quanto dipendano dall'aumento del contagio o dalla maggiore attenzione per questa variante. Lo scopriremo nel giro di qualche settimana, quando avremo attivato tutti i canali di osservazione e sequenziamento nei vari Paesi».
Che differenza c'è tra la Omicron e la prima sudafricana?
«La Omicron viene dal Botswana ed è stata identificata in Sudafrica. La prima sudafricana è nata in quel Paese e ha impensierito per la sua pericolosità rispetto ai vaccini, ma replicando meno della Delta è rimasta marginale».
La Delta in qualche modo ci «protegge»?
«Sì, perché è difficile da superare. Non a caso gli inglesi la definiscono "ultimate": la versione di un virus di origine animale più adatta all'uomo. Proveniente dall'India, è passata dal Regno Unito, si è diffusa in tutto il mondo da sei mesi e per ora non c'è nessuna evidenza che possa essere soppiantata».
È giusto chiudere i confini con i Paesi dell'Africa australe?
«È una prevenzione utile a ridurre o ritardare un virus molto infettivo che arriverà comunque».
Il caso belga lo dimostra?
«Sì, la Omicron è in Europa e questo permetterà di capire subito la sua capacità replicativa. Se la prossima settimana in Belgio avremo pochi casi legati alla nuova variante non ci dovremo preoccupare, se saranno centinaia sarà un problema».
Secondo lei come andrà a finire?
«Questi coronavirus tendono a variare poco per cui sono ottimista sulla tenuta della vaccinazione, ma se continuiamo a non vaccinare tutto il mondo prima o poi potrebbe arrivare una sorpresa negativa».
Consiglia di viaggiare durante le feste?
«L'Italia è un Paese bellissimo e per questo inverno potremmo ancora approfittarne. Chi in questi giorni è andato in Sudafrica, per esempio, non può tornare».
Cosa succederebbe se la Omicron bucasse i vaccini?
«Se avesse una mutazione tale da modificare la proteina Spike fino a diventare irriconoscibile ai vaccini, e non me lo aspetto, dovremmo rifare tutti prima, seconda e terza dose».
Come vede l'andamento invernale del contagio?
«In Italia ci sono tanti vaccinati, la terza dose è in corso e i bambini stanno per cominciare. La situazione va seguita, ma non siamo messi male. I contagi cresceranno ancora, però i morti rimarranno molti meno che in passato».
È favorevole alla vaccinazione dei bambini?
«Certo e non solo per l'immunità di gregge, ma per evitare alcune malattie grazie a una vaccinazione approvata e sempre più sicura. I 3 mila test sui bambini non sono pochi, perché ci sono anche i risultati sui più grandi e ormai milioni di piccoli vaccinati in Usa e Israele».
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